Sicurezza, “la nostra organizzazione è impeccabile”

Sta vigilando con attenzione sul ‘primo giorno di università’ dei tanti aspiranti ingegneri federiciani il prof. Antonio Moccia, Vicepresidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base presieduta dal prof. Marco D’Ischia. Quando incontra il cronista di Ateneapoli, il 5 ottobre, è a Piazzale Tecchio, ma è in contatto con tutte le altre sedi del Collegio di Ingegneria. “La prima cosa che mi preme sottolineare – dice – è che sotto il profilo della sicurezza, dagli accessi degli studenti alla gestione delle aule, la nostra organizzazione è impeccabile. Stamattina gli studenti si sono comportati a dovere, mostrando serietà e responsabilità. I ragazzi dell’associazione ASSI, inoltre, hanno anche realizzato un video che illustra tutte le buone norme di comportamento da seguire e che è sui nostri siti”. Qualche problema si è riscontrato sul fronte del funzionamento dei dispositivi informatici: “Laddove la lezione è avvenuta in modalità blended, docente in aula e parte degli studenti a casa su Teams, è andato tutto bene. L’esperimento delle aule a specchio – gli studenti dei primi anni suddivisi in due aule, una con il docente e l’altra collegata a questa tramite Teams e supervisionata da tutor che sono altri professori, ricercatori o personale dei Dipartimenti – è andato bene nelle sedi più moderne o rinnovate come San Giovanni e via Claudio; ha risentito delle infrastrutture, invece, nelle sedi un po’ più vetuste, ma nel giro di qualche giorno anche queste saranno allineate allo standard”. Ad allontanarsi di più da questo standard sono state, a Piazzale Tecchio, le aule A e B “in cui non ha funzionato il collegamento audio-video tra le due aule non permettendo agli studenti di vedere e sentire in tempo reale. In via Agnano, al piano terra, c’è stato un problema di rete, ma mi hanno detto che a metà mattina era risolto”. Non tutti i docenti e tutor, “comunque, hanno partecipato alla prova generale, quindi è probabile che ci sia stata qualche incertezza nell’uso dei kit di cui sono state dotate le aule e che includono un laptop con touch screen e pennino, una tavoletta grafica ad alta prestazione, una telecamera ad alta risoluzione con angolo largo e microfono personale”. Si è normalizzato anche il funzionamento di Go-In, la piattaforma che permette agli studenti di prenotare una postazione in aula per partecipare alla lezione in presenza: “A chi aveva già matricola e indirizzo unina abilitato e che non riusciva ad accedere alla piattaforma era sfuggita, nella maggior parte dei casi, l’operazione iniziale di reset della password. Anche i problemi relativi all’accesso con Spid dovrebbero essere stati risolti e mi risulta che, su base di Ateneo, ci siano diverse decine di migliaia di studenti che effettuano l’accesso con Spid”. Il bilancio sull’inizio dei corsi può dirsi positivo, “anche se abbiamo notato che le aule, considerate con la capienza del 50%, sono piene all’80%, il che vuol dire che ci sono studenti che hanno scelto di non seguire in presenza. Sul fronte immatricolazioni, invece, la sensazione è che Ingegneria sia sempre gettonatissima dai giovani. La sede di San Giovanni era al completo già a inizio settembre e abbiamo dovuto incrementare le opzioni per Fuorigrotta”. Intanto si guarda al futuro: “L’esperienza di questo periodo ci impegnerà nei prossimi anni in direzione di una didattica universitaria nuova. Dovremo immaginare, ad esempio, esercitazioni ed esperienze di laboratorio che saranno sempre più interattive, ma con numeri sostenibili e con alcune attività che migreranno in telematica”.
Carol Simeoli
La parola ai docenti
Diapositive che scorrono sul proiettore e telecamere accese a inquadrare la lavagna: in aula, ad accogliere gli studenti, ci sono docenti e tutor pronti a rispondere alle loro domande e ad instradarli in questo nuovo anno accademico. Ha ancora le mani imbiancate per il gesso la prof.ssa Roberta Volpicelli che ha appena concluso una lezione di Analisi Matematica nelle aule a specchio A e B dove si è riunito il canale A-Dao con i futuri ingegneri chimici, gestionali, elettrici, navali e dei materiali. “Il ritorno della lezione in presenza è sicuramente un fatto positivo perché invita i ragazzi ad una maggiore partecipazione – dice – Questa mattina in aula A c’erano circa un centinaio di ragazzi, un po’ meno nella B. Abbiamo avuto qualche difficoltà di natura tecnica, che non ha coinvolto chi seguiva da casa e che si risolverà. Del resto, si può intervenire su un problema solo nel momento in cui questo si manifesta”. Negli occhi degli studenti, la docente non ha ancora scorto il classico timore verso una disciplina considerata uno scoglio da tutti gli studenti di Ingegneria: “Ma ci siamo visti per breve tempo – aggiunge – Io consiglio di frequentare le lezioni e confrontarsi tra loro e con me, è mia abitudine oltretutto distribuire del materiale. Non ci saranno prove intercorso che io comunque non condivido perché credo che distolgano il ragazzo dallo studio delle altre materie. Piuttosto, somministro delle prove di autovalutazione affinché si abituino a studiare giorno per giorno come forse non fanno a scuola a causa dell’uso di programmare le interrogazioni”. Sta lasciando le aule T di via Claudio, al termine della lezione di Disegno Tecnico Industriale, il prof. Antonio Lanzotti che ha incontrato gli studenti di Ingegneria Aerospaziale e Meccanica del canale A-Dao. In circa 110 hanno ascoltato la sua lezione, suddivisi in due aule a specchio, più una trentina in collegamento tramite Teams. “È stato bello ritrovarsi di nuovo in aula con i ragazzi di fronte e credo che sia stato emozionante anche per loro”, racconta. Durante la lezione ha utilizzato gli strumenti contenuti nel nuovo kit di cui sono state dotate le aule scelte per ospitare gli studenti: “Io impiego le diapositive che mostro al proiettore. Dovremo valutare quale inquadratura sia più adatta alle esigenze dei ragazzi, se quella che mostri più il docente o il materiale. Ho intenzione di porre loro la domanda, tramite Teams, per ricevere un feedback”. Non rimandare lo studio è il suo consiglio di inizio anno accademico, “perché dopo si rischia di non riuscire più a recuperare”.

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