La Facoltà di Sociologia della Federico II (sede a Napoli in vico Monte di Pietà), attiva due Corsi di Laurea: Culture Digitali (a numero chiuso, 250 posti disponibili, test il 28 settembre, domande entro il 21) e Sociologia che resta ad accesso libero ma quest’anno prevede dei test (ci si prenota per via telematica – www.sociologia.unina.it – entro il 24 settembre) che si terranno il 4 ottobre e verteranno su domande di Lingua italiana, Scienze umane e sociali, Informatica, Inglese. Gli studenti che non avranno buoni risultati potranno comunque iscriversi ma non sostenere esami fino al superamento dei debiti. Saranno istituiti corsi di recupero.
Ma dopo i test cosa devono aspettarsi le matricole? “I ragazzi hanno bisogno di una formazione di base tecnicamente fondata – spiega la prof.ssa Dora Gambardella, docente di Metodologia della ricerca sociale, esame fondamentale del primo anno, che crea non poche difficoltà agli studenti – L’insegnamento di Metodologia prevede un’introduzione di ampio respiro su come si svolge la ricerca empirica nelle scienze sociali, insegna a scegliere gli strumenti giusti per la ricerca. Le difficoltà maggiori sono su questo aspetto quantitativo, anche se durante il corso sono previste molte esercitazioni ed esempi”. Il segreto, dunque, è seguire le lezioni: “sono le occasioni di maggiore apprendimento in assoluto e, poi, in generale, partecipare a tutte le attività didattiche, comprese le piccole ricerche di gruppo; approfondire gli argomenti trattati in biblioteca; utilizzare, fin quando è possibile, le strutture della Facoltà. La motivazione fa la differenza, anche riguardo gli sbocchi occupazionali”. Una disciplina che gli studenti non si aspettano di trovare è Statistica. “E’ un esame fondamentale – dice il prof. Aldo Eramo – in quanto la natura del sociologo è quella di fare ricerca, indagini di mercato. Poi i concorsi pubblici prevedono la conoscenza di elementi di Statistica”. La maggioranza collega questa disciplina allo studio di regole matematiche, e invece “l’aspetto matematico è secondario!”. “L’obiettivo del corso – continua Eramo – è comprendere le problematiche e le situazioni in cui vanno applicate determinate tecniche, e il libro di testo che ho adottato è costellato di esempi pratici”. Il primo impatto con le basi della Sociologia si ha con l’esame omonimo. “Il corso è diviso in due parti: – spiega il prof. Gerardo Ragone – una relativa ai concetti fondamentali come strumenti d’indagine (la storia, i concetti e i metodi), l’altra alle teorie della società”. Le difficoltà maggiori delle matricole, secondo Ragone, sono legate alla varietà delle discipline trattate. “La nostra, come molte altre Facoltà di Sociologia in Italia, si è formata come una sommatoria di più insegnamenti diversi tra loro, spesso scoordinati. C’è il pericolo che lo studente non comprenda il legame esistente tra loro e perda di vista l’obiettivo del Corso di Laurea. Fatta qualche eccezione – ad esempio Trento che ha un forte legame con l’amministrazione pubblica locale – le Facoltà di Sociologia offrono una formazione molto generalista. E anche se il mercato del lavoro avrebbe bisogno di sociologi, non costituiscono profili professionali”.
Ma dopo i test cosa devono aspettarsi le matricole? “I ragazzi hanno bisogno di una formazione di base tecnicamente fondata – spiega la prof.ssa Dora Gambardella, docente di Metodologia della ricerca sociale, esame fondamentale del primo anno, che crea non poche difficoltà agli studenti – L’insegnamento di Metodologia prevede un’introduzione di ampio respiro su come si svolge la ricerca empirica nelle scienze sociali, insegna a scegliere gli strumenti giusti per la ricerca. Le difficoltà maggiori sono su questo aspetto quantitativo, anche se durante il corso sono previste molte esercitazioni ed esempi”. Il segreto, dunque, è seguire le lezioni: “sono le occasioni di maggiore apprendimento in assoluto e, poi, in generale, partecipare a tutte le attività didattiche, comprese le piccole ricerche di gruppo; approfondire gli argomenti trattati in biblioteca; utilizzare, fin quando è possibile, le strutture della Facoltà. La motivazione fa la differenza, anche riguardo gli sbocchi occupazionali”. Una disciplina che gli studenti non si aspettano di trovare è Statistica. “E’ un esame fondamentale – dice il prof. Aldo Eramo – in quanto la natura del sociologo è quella di fare ricerca, indagini di mercato. Poi i concorsi pubblici prevedono la conoscenza di elementi di Statistica”. La maggioranza collega questa disciplina allo studio di regole matematiche, e invece “l’aspetto matematico è secondario!”. “L’obiettivo del corso – continua Eramo – è comprendere le problematiche e le situazioni in cui vanno applicate determinate tecniche, e il libro di testo che ho adottato è costellato di esempi pratici”. Il primo impatto con le basi della Sociologia si ha con l’esame omonimo. “Il corso è diviso in due parti: – spiega il prof. Gerardo Ragone – una relativa ai concetti fondamentali come strumenti d’indagine (la storia, i concetti e i metodi), l’altra alle teorie della società”. Le difficoltà maggiori delle matricole, secondo Ragone, sono legate alla varietà delle discipline trattate. “La nostra, come molte altre Facoltà di Sociologia in Italia, si è formata come una sommatoria di più insegnamenti diversi tra loro, spesso scoordinati. C’è il pericolo che lo studente non comprenda il legame esistente tra loro e perda di vista l’obiettivo del Corso di Laurea. Fatta qualche eccezione – ad esempio Trento che ha un forte legame con l’amministrazione pubblica locale – le Facoltà di Sociologia offrono una formazione molto generalista. E anche se il mercato del lavoro avrebbe bisogno di sociologi, non costituiscono profili professionali”.