85 mila medici disoccupati o sottooccupati, da una parte. Attese di tre –quattro mesi da parte dei cittadini per una prestazione specialistica pubblica, dall’altra. Segno di uno squilibrio nell’incontro tra domande ed offerta. Il mercato del lavoro medico più che saturo, sostiene l’Area specializzandi della Cgil-Nidl (Nuove identità di lavoro), è disomogeneo.
Il tentativo di organizzare i medici specializzandi in Nidil va nella direzione di raccordare le esigenze di questa parte del mondo dei giovani medici, con tutte quelle d’altre porzioni del precariato medico che con gli specializzandi condividono ansie e preoccupazioni.
A conferma di quanto sia sentita la “questione medica”, un affollato incontro –quasi duecento presenze- sul tema “La riforma delle Scuole di Specializzazione nella riforma della Sanità: contrattazione e rappresentanza per i medici specializzandi”, che si è tenuto il 9 marzo presso la Facoltà collinare. Ha fatto gli onori di casa il Preside Armido Rubino, tra gli altri erano presenti i professori Claudio Buccelli, Maria Triassi e Carlo Vigorito. Ha introdotto i lavori Gianluca Daniele, segretario della Cgil Nidil di Napoli, le conclusioni sono state affidate a Betty Leone della segreteria nazionale della Cgil. Applausi e consensi ha suscitato la relazione di Stefano Rocco, coordinatore degli specializzandi.
Sul tappeto numerosi nodi da sciogliere. Oggi, sebbene sia intervenuta una nuova normativa, le specializzazioni mediche continuano ad essere regolate dal DPR 275 del ‘91. La specializzazione viene considerata come un periodo di formazione post-universitario che ha come obiettivo quello di fornire al medico specializzando le necessarie conoscenze teorico-pratiche di carattere specialistico atte ad esercitare la professione medica nella branca prescelta. E’ un corso professionalizzante e richiede la frequenza a tempo pieno presso una o più strutture specialistiche qualificate. Per consentire la frequenza la direttiva europea prevede un’adeguata retribuzione con l’acquisizione di uno specifico stato di servizio (anzianità di servizio). Il DPR in questione ha recepito a suo modo le indicazioni comunitarie: lo specializzando percepisce soltanto una borsa di studio- definita da una sentenza del Tar Lazio “un ristoro economico”- (1.870.000 lire al mese per dodici mensilità) erosa dal pagamento delle tasse universitarie; non ha preso in considerazione un punteggio, né la tutela di diritti in termini di malattia, gravidanza, contributi pensionistici e ferie; non ha chiarito i limiti nella responsabilità dell’operato del medico specializzando, obbligato alla partecipazione a tutte le attività della struttura in cui opera, comprese le guardie, nell’ambito di una graduale assunzione di responsabilità. Lo specializzando dovrebbe essere sempre affiancato da un altro medico regolarmente dipendente della struttura che lo ospita, “purtroppo in molte Scuole, è invalsa la irresponsabile abitudine di lasciare gli specializzandi, da soli durante ad esempio le guardie notturne. In questi casi lo specializzando, deve assumersi responsabilità che sono di altri, a fronte di una notevole impreparazione ad affrontare situazioni di emergenza. In realtà studenti e specializzandi vengono spesso utilizzati come manodopera a costo zero, e costretti ad assumersi responsabilità che dovrebbero ricadere su altri” denuncia il coordinamento.
Delle interessanti novità presenta il decreto legislativo 368 del ’99, allo stato ancora sulla carta. Finalmente si riconosce al medico in formazione specialistica uno specifico contratto di formazione lavoro. Ma numerose ancora sono le questioni irrisolte. Innanzitutto si fa riferimento a decreti attuativi futuri ma non è prevista alcuna forma di consultazione con i diretti interessati (“insomma, un contratto senza una adeguata contrattazione”); si continua a parlare di assenze giustificate ed impedimenti temporanei (gravidanza, malattia, servizio di leva), nulla viene indicato in caso di superamento delle 38 ore settimanali previste. Il decreto, che ovviamente non è retroattivo, genera disparità tra i vecchi borsisti ed i nuovi specializzandi a contratto.
Ciliegina sulla torta, un recente decreto sull’attività lavorativa notturna che prevede una serie di benefici per il lavoratore (un massimo di ore di lavoro ed un congruo periodo di riposo a seguito del turno notturno). Ebbene, nel testo è specificata l’esclusione dei medici in formazione specialistica. “Ancora una volta i diritti di un giovane medio non solo non vengono presi in considerazione, ma vengono addirittura negati”, dicono alla Nidil.
Un invito dunque alla compattazione delle forze, visto che oggi gli specializzandi sono anch’essi dei lavoratori atipici e una specifica richiesta al Rettore Tessitore: modificare lo Statuto dell’Ateneo per prevedere una rappresentanza degli specializzandi nel Consiglio di Facoltà di Medicina.
Il tentativo di organizzare i medici specializzandi in Nidil va nella direzione di raccordare le esigenze di questa parte del mondo dei giovani medici, con tutte quelle d’altre porzioni del precariato medico che con gli specializzandi condividono ansie e preoccupazioni.
A conferma di quanto sia sentita la “questione medica”, un affollato incontro –quasi duecento presenze- sul tema “La riforma delle Scuole di Specializzazione nella riforma della Sanità: contrattazione e rappresentanza per i medici specializzandi”, che si è tenuto il 9 marzo presso la Facoltà collinare. Ha fatto gli onori di casa il Preside Armido Rubino, tra gli altri erano presenti i professori Claudio Buccelli, Maria Triassi e Carlo Vigorito. Ha introdotto i lavori Gianluca Daniele, segretario della Cgil Nidil di Napoli, le conclusioni sono state affidate a Betty Leone della segreteria nazionale della Cgil. Applausi e consensi ha suscitato la relazione di Stefano Rocco, coordinatore degli specializzandi.
Sul tappeto numerosi nodi da sciogliere. Oggi, sebbene sia intervenuta una nuova normativa, le specializzazioni mediche continuano ad essere regolate dal DPR 275 del ‘91. La specializzazione viene considerata come un periodo di formazione post-universitario che ha come obiettivo quello di fornire al medico specializzando le necessarie conoscenze teorico-pratiche di carattere specialistico atte ad esercitare la professione medica nella branca prescelta. E’ un corso professionalizzante e richiede la frequenza a tempo pieno presso una o più strutture specialistiche qualificate. Per consentire la frequenza la direttiva europea prevede un’adeguata retribuzione con l’acquisizione di uno specifico stato di servizio (anzianità di servizio). Il DPR in questione ha recepito a suo modo le indicazioni comunitarie: lo specializzando percepisce soltanto una borsa di studio- definita da una sentenza del Tar Lazio “un ristoro economico”- (1.870.000 lire al mese per dodici mensilità) erosa dal pagamento delle tasse universitarie; non ha preso in considerazione un punteggio, né la tutela di diritti in termini di malattia, gravidanza, contributi pensionistici e ferie; non ha chiarito i limiti nella responsabilità dell’operato del medico specializzando, obbligato alla partecipazione a tutte le attività della struttura in cui opera, comprese le guardie, nell’ambito di una graduale assunzione di responsabilità. Lo specializzando dovrebbe essere sempre affiancato da un altro medico regolarmente dipendente della struttura che lo ospita, “purtroppo in molte Scuole, è invalsa la irresponsabile abitudine di lasciare gli specializzandi, da soli durante ad esempio le guardie notturne. In questi casi lo specializzando, deve assumersi responsabilità che sono di altri, a fronte di una notevole impreparazione ad affrontare situazioni di emergenza. In realtà studenti e specializzandi vengono spesso utilizzati come manodopera a costo zero, e costretti ad assumersi responsabilità che dovrebbero ricadere su altri” denuncia il coordinamento.
Delle interessanti novità presenta il decreto legislativo 368 del ’99, allo stato ancora sulla carta. Finalmente si riconosce al medico in formazione specialistica uno specifico contratto di formazione lavoro. Ma numerose ancora sono le questioni irrisolte. Innanzitutto si fa riferimento a decreti attuativi futuri ma non è prevista alcuna forma di consultazione con i diretti interessati (“insomma, un contratto senza una adeguata contrattazione”); si continua a parlare di assenze giustificate ed impedimenti temporanei (gravidanza, malattia, servizio di leva), nulla viene indicato in caso di superamento delle 38 ore settimanali previste. Il decreto, che ovviamente non è retroattivo, genera disparità tra i vecchi borsisti ed i nuovi specializzandi a contratto.
Ciliegina sulla torta, un recente decreto sull’attività lavorativa notturna che prevede una serie di benefici per il lavoratore (un massimo di ore di lavoro ed un congruo periodo di riposo a seguito del turno notturno). Ebbene, nel testo è specificata l’esclusione dei medici in formazione specialistica. “Ancora una volta i diritti di un giovane medio non solo non vengono presi in considerazione, ma vengono addirittura negati”, dicono alla Nidil.
Un invito dunque alla compattazione delle forze, visto che oggi gli specializzandi sono anch’essi dei lavoratori atipici e una specifica richiesta al Rettore Tessitore: modificare lo Statuto dell’Ateneo per prevedere una rappresentanza degli specializzandi nel Consiglio di Facoltà di Medicina.