“Come fanno i vermi a fare figli? Il maschio si nasconde dietro al muro e fa boom e la femmina ‘m’e fatt’ fa e vierm’!’”. “L’anno prossimo imparerete ad usare i multivibratori…che volete, non gliel’ho dato mica io questo nome?”. Due battute pronunciate in aula dai professori Biagio D’Aniello, docente di Zoologia del Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie per la Natura e l’Ambiente, e Emanuele Vardaci, del Corso di Laurea in Fisica dove insegna Laboratorio di Fisica e Informatica.
Queste ed altre frasi divertenti stanno girando su facebook, il social-network più conosciuto del mondo, alla pagina “Citazioni famose dei professori della Federico II”, per iniziativa di un gruppo di studenti della Federico II.
“Bisogna chiedersi perché un docente sceglie di fare una lezione, diciamo ‘divertente’”, afferma il prof. D’Aniello, diventato celebre sul web per la sua ormai famosa citazione – “noi scienziati non abbiamo certezze, dobbiamo porre dei dubbi, perché la certezza è degli scemi, ne so’ sicuro” – Il docente da anni si occupa di didattica ed oltre ai corsi universitari forma maestri delle elementari e professori di scuole medie e superiori. “Il problema che mi sono sempre posto è quello di riuscire a catalizzare l’attenzione del discente ottimizzando la trasmissione didattica. Credo che la didattica sia comunicazione, cosa non facile visto lo scarto generazionale con gli studenti, e come tale deve essere agile e immediata”.
I messaggi vanno inviati in maniera breve e concisa e, nei corsi scientifici, senza retorica. Il docente dà una spiegazione scientifica del fenomeno della battuta in aula, metodo che utilizza spesso per catturare l’attenzione.
Queste ed altre frasi divertenti stanno girando su facebook, il social-network più conosciuto del mondo, alla pagina “Citazioni famose dei professori della Federico II”, per iniziativa di un gruppo di studenti della Federico II.
“Bisogna chiedersi perché un docente sceglie di fare una lezione, diciamo ‘divertente’”, afferma il prof. D’Aniello, diventato celebre sul web per la sua ormai famosa citazione – “noi scienziati non abbiamo certezze, dobbiamo porre dei dubbi, perché la certezza è degli scemi, ne so’ sicuro” – Il docente da anni si occupa di didattica ed oltre ai corsi universitari forma maestri delle elementari e professori di scuole medie e superiori. “Il problema che mi sono sempre posto è quello di riuscire a catalizzare l’attenzione del discente ottimizzando la trasmissione didattica. Credo che la didattica sia comunicazione, cosa non facile visto lo scarto generazionale con gli studenti, e come tale deve essere agile e immediata”.
I messaggi vanno inviati in maniera breve e concisa e, nei corsi scientifici, senza retorica. Il docente dà una spiegazione scientifica del fenomeno della battuta in aula, metodo che utilizza spesso per catturare l’attenzione.
“Il gioco è la cosa più seria del mondo”
Una delle più apprezzate: “Durante lo sviluppo del feto, noi attraversiamo vari stadi ed assomigliamo ad altri animali: ad esempio tu una volta eri un pesce”. Il docente commenta: “ci troviamo spesso di fronte al problema che la semplificazione non è una sciocchezza per le nozioni scientifiche, allora è necessario attivare al massimo il ricevente. Credo che una buona scarica di adrenalina, stimolata dall’eccitazione sinaptica che provoca una battuta, possa essere utile”. L’adrenalina è un eccitante che genera una certa rapidità di esecuzione, come quando un predatore deve attaccare una preda. Ha quindi un effetto risvegliante, facilitando lo studente nell’assimilazione delle nozioni. È necessario mantenere il livello di adrenalina alto nell’aula, “altrimenti si addormentano. Non a caso le mie battute cadono in tempistiche ben precise: quando gli argomenti da sottoporre sono più complessi. Bisogna però stare attenti a non trasformare un’aula universitaria in un teatro comico, non perdere di vista le necessità culturali degli allievi e la disciplina”. Stabilire quindi empatia con gli studenti è molto utile se si vuole insegnare qualcosa. “Bisogna anche muoversi, far trovare lo studente in una situazione dinamica e ciò comporta un impegno notevole, che toglie purtroppo energie alla ricerca”. Detto ciò, il docente apprezza molto l’iniziativa ben riuscita degli studenti, infatti afferma: “ciò testimonia la loro vivacità e vitalità e ci rende merito per il lavoro che svolgiamo. Incredibile abbiamo la prova che ci ascoltano! Almeno quando diciamo castronerie ci ascoltano”. Lui stesso racconta di aver portato avanti un’iniziativa del genere da studente: “insieme ad un gruppo di colleghi, ho fatto uno scherzo simile. Riportavamo le frasi dei docenti su un giornale ideato da noi a distribuzione gratuita”. Conclude con un’immancabile citazione: “il gioco è la cosa più seria del mondo”.
Anche il prof. Vardaci manifesta sorpresa ed entusiasmo dopo aver visitato la pagina facebook, che prima ammette “non conoscevo”. Una delle citazioni più cliccate: “come si diceva una volta, chi va nella cripta, impara a criptare”. Il docente spiega: “molte delle mie citazioni provengono dai film di tradizione. Questa frase, ad esempio, la pronuncia Totò nel film ‘I due orfanelli’. Utilizzare citazioni è un metodo per richiamare l’attenzione, dato che molti studenti, provenienti dal liceo, non sono abbastanza scolarizzati”. Sdrammatizzare con una risata una lezione che può risultare difficile è utile perché “lo studente può associare il concetto che voglio esprimere a quella citazione, e la battuta viaggia con la nozione”. Basti pensare che gli studenti, dopo la famosa frase del professore, non dimenticheranno mai cos’è un multivibratore. “Io penso che gran parte dell’apprendimento debba avvenire in aula, perché la lezione non dev’essere la fotocopia del libro, deve aggiungere nozioni e mettere in luce gli argomenti in modo più ampio”. Ecco perché il prof. Vardaci utilizza le battute in aula. “La conoscenza è un’arte e bisogna innamorarsene. Gli studenti si devono appassionare anche ai concetti più complicati, spiegandoli in modo semplice”. E lo stesso docente non deve annoiarsi quando tiene una lezione o interroga durante un esame. “Se si canta con un cappio al collo, la canzone non può esprimere passione. Stessa cosa succede per la lezione o l’esame, che non dev’essere visto come una barriera, ma come una tappa”.
Allegra Taglialatela
Anche il prof. Vardaci manifesta sorpresa ed entusiasmo dopo aver visitato la pagina facebook, che prima ammette “non conoscevo”. Una delle citazioni più cliccate: “come si diceva una volta, chi va nella cripta, impara a criptare”. Il docente spiega: “molte delle mie citazioni provengono dai film di tradizione. Questa frase, ad esempio, la pronuncia Totò nel film ‘I due orfanelli’. Utilizzare citazioni è un metodo per richiamare l’attenzione, dato che molti studenti, provenienti dal liceo, non sono abbastanza scolarizzati”. Sdrammatizzare con una risata una lezione che può risultare difficile è utile perché “lo studente può associare il concetto che voglio esprimere a quella citazione, e la battuta viaggia con la nozione”. Basti pensare che gli studenti, dopo la famosa frase del professore, non dimenticheranno mai cos’è un multivibratore. “Io penso che gran parte dell’apprendimento debba avvenire in aula, perché la lezione non dev’essere la fotocopia del libro, deve aggiungere nozioni e mettere in luce gli argomenti in modo più ampio”. Ecco perché il prof. Vardaci utilizza le battute in aula. “La conoscenza è un’arte e bisogna innamorarsene. Gli studenti si devono appassionare anche ai concetti più complicati, spiegandoli in modo semplice”. E lo stesso docente non deve annoiarsi quando tiene una lezione o interroga durante un esame. “Se si canta con un cappio al collo, la canzone non può esprimere passione. Stessa cosa succede per la lezione o l’esame, che non dev’essere visto come una barriera, ma come una tappa”.
Allegra Taglialatela