Studenti alla NASA, “esperienza indescrivibile”

“I ragazzi hanno imparato a sognare nel modo giusto, a crederci fino in fondo e a non arrendersi – afferma la prof.ssa Aronne, coordinatrice del progetto – Sono cresciuti perché hanno capito che per arrivare al traguardo bisogna impegnarsi veramente. L’apparire deve scomparire, bisogna essere. Eravamo un team e ognuno ha dato il massimo”. Luigi Gennaro Izzo, Leone Ermes Romano e Sara De Francesco gli universitari che per più di un anno si sono spesi in attività di laboratorio tra la sede di Agraria e la NASA, in Florida a Cape Canaveral. Leone ha 25 anni e sta per concludere la Magistrale in Scienze e Tecnologie Agrarie: “ho conseguito la Laurea Triennale con la professoressa Aronne. È lei che mi ha informato della possibilità di partecipare al concorso. Era il settembre 2016 quando insieme abbiamo lavorato al progetto da allestire e a come produrre un video di presentazione di cinque minuti”. Da allora ha lavorato al progetto senza interruzione. Il momento più bello: “è stato quello della partenza. Dal 28 novembre al 17 dicembre 2017 sono stato a Cape Canaveral, in Florida,  da dove è partita la missione Apollo 11. Un posto fantastico”. In America: “abbiamo svolto tutte le attività di allestimento dell’esperimento che andava consegnato entro 24 ore dal lancio”. Ventisette i semi che hanno risposto in maniera positiva: “è una bella soddisfazione. Può sembrare poco, ma dietro c’è veramente un grande sforzo. L’esperimento sarà parte della mia tesi Magistrale, che praticamente è già pronta. Mi tocca solo mettere insieme i pezzi e scriverla”. Si sente cresciuto dopo questa esperienza: “mi ha messo di fronte a tante difficoltà. La capacità di problem solving è aumentata in maniera esponenziale. Ho capito veramente che nulla è scontato”. Ha lavorato insieme a Luigi, ventinovenne laureato in Biologia alla Federico II, attualmente dottorando di ricerca in Scienze agrarie e agroalimentari. Normalmente si occupa di “come ottimizzare la crescita delle piante con i diversi colori della luce”, un tema diverso rispetto a quello sviluppato per il progetto finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana: “ho dato una mano a partecipare al concorso. Una volta vinto, ci siamo divisi i compiti e abbiamo iniziato a darci da fare. Una parte che mi è piaciuta in particolar modo è stata il dover sviluppare un sistema di time-lapse video per monitorare la crescita di diversi semi. Ci ha aiutato ad analizzare centinaia di semi e specie diverse”. Un’esperienza professionale che “ha aumentato il mio coinvolgimento in attività di ricerca nello spazio. Come esperienza di vita è indescrivibile. Andare lì alla NASA e assistere a un lancio è stato straordinario. Il centro della NASA è una riserva naturale. Oltre ai coccodrilli ho visto armadilli, uccelli di tutte le specie e altri animali. È stato veramente sorprendente. Per gli aspetti più tecnici del progetto, ci siamo sentiti subito coinvolti dal team americano”. Bilancio finale: “siamo soddisfatti. Il risultato da un punto di vista scientifico c’è e ci apre nuovi orizzonti di ricerca”. Sul convegno del 24 aprile al quale non ha potuto partecipare la collega Sara De Francesco perché impegnata con l’Erasmus: “è stata la giusta conclusione di un anno di duro lavoro. Mandare pochi semi nello spazio non è semplice. Questo incontro non chiude un ciclo, ma ci dà nuove energie per andare avanti”.
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