Piante tra le stelle: l’astronauta Paolo Nespoli in visita al Dipartimento di Agraria

Ventisette semi di carota partiti dai laboratori della Reggia di Portici e cresciuti a circa quattrocento chilometri dalla terra. Si chiama MULTI-TROP il progetto di ricerca finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana e curato dal Dipartimento di Agraria. Tre i “trop” che hanno indirizzato gli studi del gruppo di ricerca coinvolto: il gravitropismo, l’idrotropismo e il chemiotropismo, ovvero l’influenza che sulle piante hanno gravità, acqua e sostanze nutritive. Ha conosciuto questo e tanti altri aspetti il pubblico che, il 24 aprile, ha occupato gran parte della Sala Cinese per conoscere l’esito di un lavoro durato più di un anno e per accogliere un ospite d’onore: Paolo Nespoli. L’astronauta, protagonista lo scorso anno della missione VITA (acronimo di Vitality Innovation Technology Ability) che lo ha visto raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale, a Portici ha dato inizio a un percorso che lo vedrà in visita ai coordinatori scientifici degli esperimenti italiani eseguiti nello spazio. È partito proprio da MULTI-TROP, il progetto coordinato dalla prof.ssa Giovanna Aronne, docente di Botanica ambientale e applicata, che, per l’occasione, ha presentato i risultati raggiunti da un team composto, oltre che da ricercatori, da studenti universitari e dagli alunni del Liceo Silvestri di Portici (il progetto è l’unico ad aver avuto una finalità Educational oltre che scientifica): “l’84% dei semi sono germinati. È un ottimo risultato. Come responsabile del progetto ritengo che la missione sia stata raggiunta”. Una missione che potrebbe in futuro tornare utile nello spazio per consentire agli astronauti di produrre autonomamente del cibo, ma non solo. Benefici potrebbero arrivare anche direttamente sul nostro pianeta, perché l’esito dell’esperimento: “può aiutare a limitare gli sprechi d’acqua e di fertilizzanti nell’agricoltura sulla terra”. Soddisfatto Paolo Nespoli che ha speso subito parole di apprezzamento verso i più giovani: “quello di cui stiamo parlando oggi è un esperimento che ti fa capire cosa significa fare scienza. Se già al Liceo avessi avuto l’opportunità di dedicarmi a cose del genere, non avrei capito soltanto quindici anni dopo cosa avrei voluto fare da grande”. Alla fine, lo ha capito ed è arrivato a guardare la Terra da molto lontano, percorrendo “otto chilometri al secondo. Si assiste a sedici albe e altrettanti tramonti al giorno. Per qualcuno significa anche sedici colazioni”. Nel racconto del suo lavoro, si è soffermato poi sulla lunga preparazione che precede la partenza: “devi imparare di tutto per fronteggiare qualsiasi emergenza”. La stessa persona, ha spiegato, deve essere in grado di vestire i panni dell’ingegnere, del chimico, dell’idraulico, del pompiere e tanto altro. Poi, quando si è pronti, “aspetti il tuo turno per partire. Io ho atteso nove anni”. Giornata tipica nello spazio: “40% attività di routine, 50% programma sperimentale, 10% per altre attività”. Ad ascoltarlo, oltre ai docenti e agli studenti seduti in aula, anche i tanti relatori intervenuti prima di lui. Tra loro, il Rettore Gaetano Manfredi che ha aperto l’incontro: “l’esperimento è bellissimo e porta dentro di sé tanti aspetti positivi. Innanzitutto, è di grande interesse e impatto nell’immaginario collettivo. Far crescere le piante nello spazio è una cosa vista nei fumetti. In secondo luogo, è un’esperienza significativa per la sinergia tra l’Università e il Liceo Silvestri. Il terzo punto da sottolineare è che le idee migliori vengono dai giovani. Loro hanno vissuto momenti che ricorderanno per sempre. A noi ci hanno fatto sognare”. A quei giovani si è rivolto il Direttore del Dipartimento di Agraria Matteo Lorito: “se riusciamo a formarli scientificamente, anche mettendo fascino negli insegnamenti, diventa tutto più facile. È importante far capire ai ragazzi che la scienza non ha confini”. Non a caso l’argomento del giorno è un’agricoltura spaziale adottata come metafora del Dipartimento: “è l’immagine di Agraria, qualcosa che è ben piantata a terra, ma che guarda in alto”. Hanno completato il programma di interventi il Sindaco di Portici Vincenzo Cuomo, l’ex Ministro delle politiche agricole e forestali Alfonso Pecoraro Scanio, il dott. Giacomo Mele del CNR Isafom di Ercolano, che ha spiegato il lavoro svolto con i campioni provenienti dallo spazio, e gli ingegneri Giovanni Valentini dell’Agenzia Spaziale Italiana ed Elisa Carrubba, che ha presentato le attività di Kaiser Italia, impresa aerospaziale che ha offerto supporto scientifico e ha messo a disposizione dispositivi tecnologici e hardware. Domande al protagonista di giornata e a chi ha curato il progetto, foto di rito e autografi la chiusura di un lungo lavoro che aspetta di conoscere dove potranno arrivare adesso quei ventisette semi di carota. 
Ciro Baldini
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