Le lingue europee e l’Opera si incontrano per una serata dedicata al sociale. Attraverso un programma di letture alternate a brani musicali, nell’ottica di un dialogo tra diverse culture. La manifestazione dal titolo ‘Le lingue d’Europa’, che ha avuto luogo il 29 maggio presso il Museo Diocesano di Napoli, nasce nell’ambito del progetto ‘Il San Carlo per il sociale’ tra ‘L’Orientale’, il Museo Diocesano e il Teatro San Carlo. Una parte dell’incasso verrà devoluto alla Fondazione ‘In nome della Vita onlus’, istituita dal Cardinale Crescenzio Sepe per assistere i bambini di strada di Napoli. Oltre al Rettore Lida Viganoni, alla Preside della Facoltà di Lettere Amneris Roselli e al Cardinale, erano presenti alcuni allievi e docenti delle lingue scelte per le letture. Molti i docenti coinvolti, che si sono occupati della selezione dei brani da eseguire prima di ogni pezzo musicale: Michele Bernardini, docente di Lingua e Letteratura Persiana; Michaela Bohmig e la dott.ssa Michela Venditti, di Lingua e Letteratura Russa; François Esvan, di Lingua e Letteratura Ceca; Donatella Izzo, di Letteratura Angloamericana; Rita Enrica Librandi, di Letteratura Italiana; Elda Morlicchio, di Lingua e Linguistica Tedesca, e Encarnacion Sanchez García, di Lingua e Letteratura Spagnola.
“Una serata emozionante – racconta il prof. Bernardini – soprattutto per la bravura del Coro del San Carlo e l’impegno dei nostri studenti, che si sono cimentati nella lettura di testi in lingua originale. Non è stato semplice, in particolar modo per coloro che si sono trovati a parlare di fronte ad una platea per la prima volta. Alcuni hanno anche provveduto a tradurre in italiano il brano letto, per dare modo agli spettatori di seguire il filo della storia godendosi anche la particolare musicalità di ogni lingua”. Il dott. Domenico Ingenito, dottorando in Studi Iranici, si è dedicato ad un brano tratto da un romanzo in versi, risalente alla fine del dodicesimo secolo e ambientato nell’Iran pre-Islamico: “La storia è quella di un principe persiano, che invita alla sua corte sette principesse per poi sposarle. Ad ognuna di loro corrisponde un colore, un giorno della settimana, una pietra preziosa. E’ stata scelta questa storia, intitolata appunto ‘Le sette principesse’, in quanto ispiratrice della Turandot. Infatti, alla fine della lettura è stato eseguito dall’orchestra uno dei brani tratti dall’Opera di Puccini”.
Unica ‘nota stonata’, la scarsa partecipazione di pubblico, prevalentemente composto da amici e parenti dei ragazzi che hanno eseguito i brani e da pochi studenti. Alcuni di loro hanno attribuito la causa della mancata presenza di spettatori (meno di un centinaio in tutto) alla scarsa pubblicità dell’evento, oltre che al costo del biglietto: trenta euro, ridotti a dieci per gli iscritti de L’Orientale. “Per noi studenti è stata un’ottima esperienza, anche da un punto di vista didattico – sottolinea Biagio D’Anetra, studente di Pomigliano D’Arco iscritto al secondo anno del Corso di Laurea triennale in Lingue e Culture Comparate – e spero che si possa ripetere. Certo l’emozione è stata tanta, in quanto si è trattato di leggere in russo una parte della storia del principe Aleksandr Nevskij di Prokof’ev; per fortuna è andata molto bene (nonostante fossi sicuro che mi sarei impappinato durante la lettura!) e ho anche avuto i complimenti, sia dalla Preside che dal Rettore. D’altra parte, la voglia di studiare una lingua come questa deriva da un iniziale interesse per la letteratura russa che ho poi voluto integrare anche con la conoscenza linguistica. Mi ritengo soddisfatto di questa scelta, anche perché nel nostro corso siamo una quarantina e questo ci permette di essere seguiti uno ad uno e quindi di poterci esercitare continuamente”.
Anna Maria Possidente
“Una serata emozionante – racconta il prof. Bernardini – soprattutto per la bravura del Coro del San Carlo e l’impegno dei nostri studenti, che si sono cimentati nella lettura di testi in lingua originale. Non è stato semplice, in particolar modo per coloro che si sono trovati a parlare di fronte ad una platea per la prima volta. Alcuni hanno anche provveduto a tradurre in italiano il brano letto, per dare modo agli spettatori di seguire il filo della storia godendosi anche la particolare musicalità di ogni lingua”. Il dott. Domenico Ingenito, dottorando in Studi Iranici, si è dedicato ad un brano tratto da un romanzo in versi, risalente alla fine del dodicesimo secolo e ambientato nell’Iran pre-Islamico: “La storia è quella di un principe persiano, che invita alla sua corte sette principesse per poi sposarle. Ad ognuna di loro corrisponde un colore, un giorno della settimana, una pietra preziosa. E’ stata scelta questa storia, intitolata appunto ‘Le sette principesse’, in quanto ispiratrice della Turandot. Infatti, alla fine della lettura è stato eseguito dall’orchestra uno dei brani tratti dall’Opera di Puccini”.
Unica ‘nota stonata’, la scarsa partecipazione di pubblico, prevalentemente composto da amici e parenti dei ragazzi che hanno eseguito i brani e da pochi studenti. Alcuni di loro hanno attribuito la causa della mancata presenza di spettatori (meno di un centinaio in tutto) alla scarsa pubblicità dell’evento, oltre che al costo del biglietto: trenta euro, ridotti a dieci per gli iscritti de L’Orientale. “Per noi studenti è stata un’ottima esperienza, anche da un punto di vista didattico – sottolinea Biagio D’Anetra, studente di Pomigliano D’Arco iscritto al secondo anno del Corso di Laurea triennale in Lingue e Culture Comparate – e spero che si possa ripetere. Certo l’emozione è stata tanta, in quanto si è trattato di leggere in russo una parte della storia del principe Aleksandr Nevskij di Prokof’ev; per fortuna è andata molto bene (nonostante fossi sicuro che mi sarei impappinato durante la lettura!) e ho anche avuto i complimenti, sia dalla Preside che dal Rettore. D’altra parte, la voglia di studiare una lingua come questa deriva da un iniziale interesse per la letteratura russa che ho poi voluto integrare anche con la conoscenza linguistica. Mi ritengo soddisfatto di questa scelta, anche perché nel nostro corso siamo una quarantina e questo ci permette di essere seguiti uno ad uno e quindi di poterci esercitare continuamente”.
Anna Maria Possidente