Una vera e propria lezione di Procedura Penale, quella tenuta dal dott. Stefano Capuano, nell’ambito del seminario giuridico della cattedra del prof. Paolo Di Ronza. Il Pubblico Ministero, impegnato attualmente nel caso ‘Calciopoli’, ha ipnotizzato la platea studentesca spiegando gli aspetti più vivi del mestiere di Magistrato. “L’attività del Pubblico Ministero – afferma Capuano – si basa sugli aspetti codicistici della disciplina penale. Accanto all’interpretazione del codice vi è poi il buon senso del giurista, ogni operatore del diritto sa che deve scendere in campo personalmente per poter fare chiarezza. Dal primo aspetto, dalla notizia di reato, si deve cercare di partire con equilibrio, per riuscire a trovare la verità dei fatti”. Ipotesi non sempre possibile, come fa notare il pm. “I problemi pratici a cui bisogna dover far fronte sono il più delle volte imprevedibili e rallentano il corso della giustizia. Per questo motivo ricercare la verità è un’impresa ardua, fatta di prove da dover raffrontare e ipotesi da costruire e ricostruire all’infinito. Più si tiene il problema ancorato alla realtà in cui si vive, più sarà facile un’analisi attenta e dettagliata”. Analisi che nel corso del seminario ha volto lo sguardo su argomenti ben precisi, per rendere più utile la testimonianza diretta. Vari i temi trattati tra cui: l’archiviazione, l’esercizio dell’azione penale, l’udienza preliminare, la citazione diretta a giudizio, il diritto di difesa e l’indagine difensiva. “Questi concetti sono all’ordine del giorno per noi magistrati – chiarisce il pm – E’ la base da cui far partire l’indagine, sono le fasi del processo vero e proprio, per questo spero che il significato sia chiaro. Un ottimo magistrato, pur facendo riferimento al codice, dovrà estrapolare la norma e darle la giusta collocazione, tenendo ben presente il caso e la realtà in cui si svolgono i fatti. Per questo motivo suggerisco agli studenti uno studio meno mnemonico e più rivolto al mondo esterno. Ad esempio, anche seguire i processi in tv aiuta ad avere un’idea più precisa del ruolo che si ricopre”.
Il dibattito che succede alla lezione rende ancora più interessante il seminario. Gli studenti fanno a gara per chiedere delucidazioni sugli argomenti trattati. Il caso ‘Calciopoli’ si cela dietro un “no comment, ci sono le indagini in corso”, ma le altre questioni trovano risposta immediata. Come la domanda di Luca Autorino che pone in rilievo l’estrema lentezza della giustizia italiana. “I problemi pratici con cui ci si trova a dover combattere – risponde Capuano – sono quelli che poi rallentano la giustizia. E’ vero, in Italia, a causa di intoppi burocratici, il più delle volte si attende mesi per iniziare una prima fase del processo. Purtroppo, oltre ad appellarci alla prontezza d’animo di chi svolge le indagini, possiamo solo chiedere una riforma ben delineata che strutturi al meglio i tempi d’inchiesta”.
Soddisfatto del successo riscontrato il prof. Di Ronza, coordinatore degli incontri. “Quest’anno abbiamo deciso di dar vita a seminari pomeridiani un po’ diversi, chiamando operatori giuridici esterni che dimostrino e raccontino gli aspetti più concreti della Procedura Penale. Lo spirito del seminario non è quello della semplice lezione – spiega il docente – L’incontro intende essere un’occasione di approfondimento degli aspetti più vivi della disciplina. Quello che cerchiamo è il confronto, in modo che i nostri ragazzi sappiano che la vita da magistrato non è facile e che bisogna partire proprio da una buona preparazione universitaria se si vuole sfiorare l’eccellenza in campo giuridico”.
Entusiasti gli studenti. “Me l’aspettavo più anziano – esclama Maria Cristina Baiano, studentessa al quarto anno – invece ho scoperto un Pubblico Ministero giovane e disponibile. E’ stato un bene venire all’incontro, oltre alle spiegazioni pratiche mi ha lasciato un segno positivo, è bello vedere che si può far carriera subito dopo l’università”. Anche per Roberto Costigliola l’esperienza è stata costruttiva. “Due ore molto intense – commenta lo studente, anch’egli al quarto anno – in cui non solo ho appreso concetti che mi saranno utili in sede d’esame, ma ho anche stabilito cosa mi piacerebbe fare nel post laurea. Sentir parlare di indagini e processi mi ha confermato che questa è la strada giusta”. Delusione invece per chi si aspettava qualche commento sul processo ‘Calciopoli’. “Non apparteniamo a questa cattedra – dicono Luigi e Fabio – ma vista l’importanza dell’ospite abbiamo deciso di partecipare. La lezione è stata utile, ci sono gli esami tra un mese, ma speravamo che trapelasse qualche notizia in più sul processo. Sarebbe stato interessante conoscere il punto di vista di chi attualmente segue il percorso delle indagini, una chiave di lettura a caldo”.
Susy Lubrano
Il dibattito che succede alla lezione rende ancora più interessante il seminario. Gli studenti fanno a gara per chiedere delucidazioni sugli argomenti trattati. Il caso ‘Calciopoli’ si cela dietro un “no comment, ci sono le indagini in corso”, ma le altre questioni trovano risposta immediata. Come la domanda di Luca Autorino che pone in rilievo l’estrema lentezza della giustizia italiana. “I problemi pratici con cui ci si trova a dover combattere – risponde Capuano – sono quelli che poi rallentano la giustizia. E’ vero, in Italia, a causa di intoppi burocratici, il più delle volte si attende mesi per iniziare una prima fase del processo. Purtroppo, oltre ad appellarci alla prontezza d’animo di chi svolge le indagini, possiamo solo chiedere una riforma ben delineata che strutturi al meglio i tempi d’inchiesta”.
Soddisfatto del successo riscontrato il prof. Di Ronza, coordinatore degli incontri. “Quest’anno abbiamo deciso di dar vita a seminari pomeridiani un po’ diversi, chiamando operatori giuridici esterni che dimostrino e raccontino gli aspetti più concreti della Procedura Penale. Lo spirito del seminario non è quello della semplice lezione – spiega il docente – L’incontro intende essere un’occasione di approfondimento degli aspetti più vivi della disciplina. Quello che cerchiamo è il confronto, in modo che i nostri ragazzi sappiano che la vita da magistrato non è facile e che bisogna partire proprio da una buona preparazione universitaria se si vuole sfiorare l’eccellenza in campo giuridico”.
Entusiasti gli studenti. “Me l’aspettavo più anziano – esclama Maria Cristina Baiano, studentessa al quarto anno – invece ho scoperto un Pubblico Ministero giovane e disponibile. E’ stato un bene venire all’incontro, oltre alle spiegazioni pratiche mi ha lasciato un segno positivo, è bello vedere che si può far carriera subito dopo l’università”. Anche per Roberto Costigliola l’esperienza è stata costruttiva. “Due ore molto intense – commenta lo studente, anch’egli al quarto anno – in cui non solo ho appreso concetti che mi saranno utili in sede d’esame, ma ho anche stabilito cosa mi piacerebbe fare nel post laurea. Sentir parlare di indagini e processi mi ha confermato che questa è la strada giusta”. Delusione invece per chi si aspettava qualche commento sul processo ‘Calciopoli’. “Non apparteniamo a questa cattedra – dicono Luigi e Fabio – ma vista l’importanza dell’ospite abbiamo deciso di partecipare. La lezione è stata utile, ci sono gli esami tra un mese, ma speravamo che trapelasse qualche notizia in più sul processo. Sarebbe stato interessante conoscere il punto di vista di chi attualmente segue il percorso delle indagini, una chiave di lettura a caldo”.
Susy Lubrano