Studenti in agitazione per il futuro professionale

Si mobilitano gli studenti del Suor Orsola per un pieno riconoscimento della propria figura professionale, non sempre garantito da leggi locali e nazionali o dallo stesso Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. I primi a pretendere maggiore rispetto per il titolo conseguito appartengono al Corso di Laurea Triennale in Scienze dell’Educazione. Antonio Gigante, rappresentante degli studenti, espone la situazione: “Il Comune di Napoli, così come altri enti ed Università telematiche, ad esempio la Pegaso, rilasciano attestati per Corsi di Formazione della durata di tre o quattro mesi a pagamento, che equivalgono alla nostra laurea. Questi formano figure come OSA (Operatore Socio Assistenziale) e OSS (Operatore Socio Sanitario). La legge dunque permette di creare profili identici al nostro, ma che non hanno le stesse competenze”. Lo studente lamenta la mancanza di qualifiche degli Operatori, che vengono comunque preferiti da enti e Associazioni, rispetto ai laureati triennali: “non seguono tirocini formativi, non sostengono esami, ma possiedono solo un attestato di frequenza. Spesso il titolo puoi comprarlo senza neanche frequentare”. I Centri Minori a Rischio rifiutano addirittura il curriculum dei laureati in Scienze dell’Educazione: “adducendo come motivazione la ricerca di una diversa figura professionale, mentre poi assumono gli OSS, perché più conveniente, in quanto diplomati avranno un trattamento economico differente dal nostro”. Sotto la guida di Antonio, gli studenti si sono rivolti al Preside della Facoltà di Scienze della Formazione Enrico Maria Corbi, “il quale si è reso molto disponibile. Si sta occupando della questione con una Commissione addetta ad indagare sul problema”. La mobilitazione continua sul gruppo facebook ‘Associazione Pedagogisti ed Educatori Italiani’, che conta 4000 iscrizioni in tutta Italia “e si sta attivando per un incontro con i parlamentari sul tema. A livello regionale ci dobbiamo ancora organizzare, per fronteggiare le singole leggi. La vera battaglia non è interna all’Ateneo, ma fuori da qui per il posto di lavoro. Se però non ci viene garantito neanche il riconoscimento del titolo, come si fa?”.
Dal loro canto, dicono “No ai Pas” gli studenti del Corso di Laurea quinquennale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria. Si scagliano dunque contro i Percorsi Abilitanti Speciali stabiliti dal MIUR, della durata di circa otto mesi, cui si accede senza selezione. “Questi permettono l’inserimento in Seconda fascia d’Istituto per le supplenze, come i laureati al nostro Corso, soltanto con il riconoscimento degli anni di servizio (540 giorni) maturati, senza abilitazione all’insegnamento nella scuola primaria e dell’infanzia”, spiega Virginia Di Napoli, rappresentante degli studenti. Per questo motivo, la studentessa, insieme ad una delegazione di coordinatori locali degli studenti, è stata ricevuta il quattro febbraio al Ministero dal Capo Dipartimento Istruzione Luciano Chiappetta. “Ci è stato riferito che ci saranno differenziazioni di punteggio nella valutazione dei titoli tra Diplomati Magistrali con anni d’insegnamento e laureati, sia nelle graduatorie d’Istituto che nei futuri concorsi”. Ma gli immatricolati dal 2008/2009 non hanno più diritto ad essere inseriti nelle Graduatorie ad Esaurimento (GAE). “Ora, man mano che i laureati si affacciano al mondo della scuola, l’unica strada da intraprendere è l’inserimento nelle fantomatiche graduatorie di Seconda fascia, a patto che queste siano riaperte”. I neolaureati, dunque, lamentano un cambiamento delle regole del gioco in corso d’opera e richiedono maggiore tutela rispetto al proprio percorso di formazione. “Il MIUR ha fatto sapere che i PAS saranno comunque attivati. Per questo il Coordinamento nazionale degli studenti di Scienze della Formazione Primaria intende difendere i diritti ad una formazione adeguata, efficace, al passo coi tempi, assicurata da insegnanti in possesso di specifiche competenze professionali”. La ragazza lamenta inoltre l’impossibilità di accedere a Percorsi di Specializzazione al sostegno, “che prima della Riforma Gelmini erano paralleli al Corso di Laurea e terminavano con una tesi finale. Ora possiamo seguirli solo dopo la quinquennale, attraverso una specie di tirocinio annuale a pagamento, cui si accede tramite tre prove, quando a noi basterebbe soltanto un’integrazione, in quanto già adeguatamente formati attraverso esami specifici e attività laboratoriali con bambini disabili”.
Allegra Taglialatela
- Advertisement -




Articoli Correlati