Studenti in lacrime agli esami di Diritto Privato C’è chi è bocciato per la quinta volta!

Esami di Diritto Privato, prof. Enrico Quadri. In un angolo Antonio Di Meo, studente al II anno, ripone mestamente il manuale nella borsa. “È la quinta volta in due anni che sostengo l’esame di Privato senza riuscire a superarlo – racconta – Non sono stupido, né uno studente negligente. Dunque, qualcosa non va nel sistema e sono pronto a testimoniarlo”. Privato è un esame propedeutico e, senza quello, gli esami successivi, per metà, sono bloccati. Quindi si tratta di due anni di fermo. “La prima volta che ho sostenuto l’esame ero una matricola – continua – Ora sto quasi per iniziare il III anno. Non riesco ad andare avanti, ogni sessione si ripete la stessa storia: mi interrogano e dopo qualche domanda mi bocciano. È possibile che sia impreparato ogni volta neanche da meritare un 18?”. Antonio, quando racconta, ha un nodo in gola. Nelle sue parole tanta amarezza. Eppure aveva iniziato con tanto entusiasmo Giurisprudenza: “ll primo anno ho sostenuto tutti gli esami tranne Privato. Da lì, dalla prima bocciatura, è iniziato il mio calvario. Non riesco ormai a studiare più nulla, ripeto all’infinito sempre gli stessi argomenti nella speranza di farcela all’appello successivo”. Una svolta è necessaria: “a marzo seguirò di nuovo il corso, andrò a ricevimento dai collaboratori di cattedra, insomma cercherò di non studiare da solo. Se nella sessione estiva dovessi ancora fallire, potrei passare ad un altro esame, oppure lasciare il Dipartimento”. In questo modo, però, avrebbe vinto quello che lui stesso chiama ‘il sistema’. “Ormai sono entrato in un circolo vizioso. Ma non sono il solo. Come me, tanti altri studenti sono bloccati su un singolo esame. Dei miei amici, del primo anno, solo la metà è ancora iscritto. Io non voglio abbandonare, voglio restare e lottare. Però – conclude – è veramente dura restare in gioco quando tutto sembra indicarti la via per scappare. Giurisprudenza è così: o vivi o rischi di morire impantanato”. Condivide Eunice Franzese, che però ce l’ha fatta al secondo tentativo. “L’appello di gennaio non è molto affollato – dice – eppure non è difficile trovare studenti che sostengono la disciplina per la seconda volta. Anche per me è stato un bis, per fortuna è andata bene, proprio non avrei sopportato un’ulteriore bocciatura”. “Purtroppo la cattedra del prof. Quadri è molto esigente – dice, dal canto suo, Chiara Graziano – Meticolosa, pone domande dettagliate, talvolta quasi impossibili. Anche il manuale è di difficile comprensione, per non parlare delle sentenze da ricordare. Oggi per fortuna è andata bene, torno a casa con 20, il voto più basso che ho ricevuto nella mia carriera”. 
Solite stragi
 a Commerciale
Una vera e propria strage agli esami di Diritto Commerciale, prof. Massimo Miola. Racconta Roberto Meloni: “durante quest’appello, più della metà degli studenti è andata via senza aver superato la prova. Tra loro ci sono anche io. Le domande sono dettagliate e difficili. Devo ammettere che non ero preparato a questo bombardamento. Ancora non ho capito cosa volessero sapere di preciso i collaboratori. Dovrò ritornare fra due mesi”. “Si può solo imparare a memoria – ribatte Nunzia Mantuano – Solo così si può rispondere senza esitazione a chi chiede cose così precise. I professori sostengono che è necessario il ragionamento. Ma quando si chiede una risposta secca, come si fa ad argomentare? Oggi sono stata promossa con 23, ma solo perché sono stata bocciata nella precedente sessione e ho studiato più con la memoria che con il cuore”. La materia è ostica anche per i più bravi. “Non sono mai stata bocciata, almeno fino ad oggi. Purtroppo quanto si dice su quest’esame corrisponde al vero. Le s.r.l., il registro d’impresa, il fallimento, gli argomenti più quotati sono richiesti nei minimi dettagli. Se sbagli sei fuori al primo colpo”, commenta Giusy Perrella. “È stata dura preparare questa materia – spiega Lorenzo Mattera – Ci sono tecnicismi degni di addetti ai lavori. Dopo 5 mesi di preparazione – non ero mai stato prima d’ora tanto tempo su uno stesso manuale – torno a casa con 21. Ho una media del 26 che ne risentirà, ma, a guardare gli sguardi assenti o mortificati dei miei colleghi, mi sento un fortunato. Sono sopravvissuto alla bestia nera di Giurisprudenza”. 
Problemi anche a Diritto dell’Unione Europea, prof. Roberto Mastroianni. Afferma Luigi Crepella: “questa materia, che in molti sottovalutano, rende il percorso universitario ancora più difficile. È un esame dell’ultimo anno che in molti affrontano poco prima della laurea. Oggi sono qui per assistere, per farmi un’idea. Devo dire che il colloquio mi ha messo paura. Non so quanta gente è ritornata a casa a mani vuote. Fra un mese toccherà a me: ad oggi, non mi sento per nulla preparato”. “Era il mio penultimo esame – spiega Rosa Criscuolo – anzi dovrei usare il verbo al presente, visto che sono stata bocciata. Per fortuna il professore mi permetterà di ripetere la prova a marzo; con la tesi da finire e Procedura Civile ancora da sostenere, non so proprio come fare”. È andata bene a Bruno Fascia: “27, e chi se l’aspettava! La materia è ostica perché vasta, la cattedra è quella più temuta. Mi sento quasi una mosca bianca. Però ho studiato all’incirca tre mesi. Diciamo che il terrore mi ha spinto a dare il massimo”. “Sono amareggiata, frustrata e demotivata – dichiara Francesca Curcio – Doveva essere il mio ultimo esame prima della laurea prevista per luglio, invece questa giornata è andata malissimo. Poco concentrata sugli argomenti: così mi ha liquidato il collaboratore alla cattedra. Si può penalizzare così tanto un percorso giunto ormai alla fine? Senza possibilità di ribattere, con la coda fra le gambe, sono andata via. Mi aspettano lunghi mesi di lavoro per recuperare il tempo che ho perso oggi”. 
Una prospettiva diversa per gli studenti di Storia della giustizia, prof. Luciano Martone. “L’esame in sé non è impossibile – sostiene Carmine Lucignano – Il professore è esigente, all’esame occorre una giusta preparazione ma qui non si boccia in blocco. Con uno studio regolare la materia viene superata senza grosse difficoltà”. Soddisfatta Cristina Iannuzzi: “Sono stata promossa con 30, meglio non poteva andare. La disciplina è facile e si presta ad uno studio continuo e regolare. Mi attende Commerciale a marzo, ma non voglio pensarci, almeno per ora. Nell’aula accanto si stanno svolgendo proprio gli esami di questa disciplina e non so quanta gente ho visto andare via in lacrime. Meglio godersi questa gioia, anche se momentanea”. 
A fasi alterne gli esami di Diritto Internazionale, prof. Fulvio Maria Palombino. “Voti alti si alternano a bocciature e voti bassi – commenta Davide Rispoli – c’è un comportamento non inquadrabile a senso unico. Tuttavia ci sono stati più bocciati di quanto si pensasse. Il prof. Palombino è nuovo e non è stato per nulla clemente nei giudizi”. “La severità del professore è nota – aggiunge Mirko Parioli – già da quando collaborava con il prof. Massimo Iovane. Conoscendolo, mi sono preparato bene, ed infatti sono stato promosso con 26, meglio non poteva andare”. Attenzione ai dettagli, domande mirate, il must di questa cattedra. “Voto basso perché poco precisa nell’enunciazione delle sentenze. Purtroppo non ho accettato il 22, mi avrebbe rovinato la media”, dice Giuditta. Poi suggerisce di insistere “sulle sentenze e i procedimenti internazionali. È lì che si rischia la bocciatura”. “Purtroppo non è andata – racconta Mariano Pontillo – Alla terza domanda sono stato invitato a ritornare a marzo. Forse non avevo la giusta preparazione, ma non mi aspettavo che il professore fosse così puntiglioso”.
Susy Lubrano
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