Successo per la serata jazz del Cral

Troppo poco definire serata di spettacolo, l’evento organizzato dal Cral Parthenope sabato 11 marzo. C’era il pubblico, quasi 200 persone che affollavano l’Aula Magna, c’era la musica, e che musica, con Incontro Jazz Quartet prima e Marco Zurzolo poi. Ma non si è trattato solo di spettacolo. E’ stato anche un ritrovarsi fra amici, un’occasione per stare insieme ed esprimersi affetto, stima, reciprocità. Lo ha spiegato bene Bruno Mirabile, vice Economo dell’Ateneo e presidente del Cral, per l’occasione presentatore e un po’ showman. Molto, molto bravo, non sbaglia un tempo, non stanca, sa divertire. “Questo vuole essere un momento di aggregazione tra soci, non soci e colleghi anche di altre università”, ha detto. Era presente, infatti, un gruppetto di amministrativi della Federico II, oltre a quelli del Parthenope, qualcuno pure in pensione ma con la voglia di rivedere i vecchi amici. Assente il Rettore che, come sottolineato da Mirabile, è in un periodo di fitti impegni extra-accademici. C’era il dott. Enrico De Simone, direttore amministrativo, che è stato tra i protagonisti di un momento toccante, il conferimento di una targa ad Angelo De Dominicis, ex presidente del Cral, al quale l’attuale direttivo ha voluto assegnare un affettuoso riconoscimento. “Io sono presidente da circa un anno – ha detto Mirabile- ma Angelo De Dominicis resta sempre ‘o president! Ovunque lo conoscono e lo stimano”. Tutti sul palco, dunque: De Dominicis, visibilmente sorpreso e commosso, De Simone, Mirabile, il vice presidente del Cral Ciro Buono e il segretario Gigi Scognamiglio. “Angelo ha lasciato il segno per il suo impegno notevolissimo in anni e anni di iniziative”, sono state le parole del direttore amministrativo De Simone. Un po’ confuso ‘o president: “non penso di meritare tanta attenzione, ho fatto il mio tempo”. 
Lo spettacolo? Solo dopo. E di alto livello. Il complesso Incontro Jazz Quartet ha tributato un omaggio a Sergio Endrigo eseguendo dei particolarissimi arrangiamenti di brani come “Ci vuole un fiore”, “Io che amo solo te”, “Partirà, la nave partirà”. Il quartetto formato da Pasquale di Nunzio al sax alto, Lello Cannavale al pianoforte, Luigi Sigillo al basso e Gianluca Mirra alla batteria, ha eseguito anche due brani inediti. In seconda serata, Marco Zurzolo e la sua band hanno richiamato sonorità della tradizione partenopea e meridionale suonando pezzi tratti da album come “Pulcinella”, “Sette e mezzo”, “Ex voto”. Suggestioni tratte dalle processioni locali, dalle sfilate dei fedeli della Madonna dell’Arco, dalle più forti tradizioni delle nostre terre. Zurzolo non si è risparmiato regalando al pubblico delle belle emozioni, non solo attraverso il suono del sax ma anche attraverso il racconto di sé. Come quando ha spiegato che nel suo amore per la musica, tutta la musica e non solo il jazz, è riuscito a trovare una chiave di svolta soltanto quando ha capito che con la tradizione si vince. Quando ha ricordato le forti esperienze di Umbria Jazz, del Festival di Montreal e di New York. E quando ha raccontato che il brano che stava per suonare lo ha scritto in un momento in cui si sentiva molto romantico, un brano per sua figlia Sofia. Non era la prima volta che l’artista napoletano si esibiva al Parthenope, già in passato aveva tenuto dei concerti a Villa Doria. Anche stavolta il pubblico lo ha seguito con entusiasmo, in una serata che ha saputo essere spettacolo, amicizia, emozione.
Sara Pepe
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