Tematiche attuali e di interesse: tra corsi e laboratori gli studenti hanno l’imbarazzo della scelta

Anche quest’anno al Suor Orsola saranno a disposizione degli studenti numerosi laboratori e corsi a scelta. Incentrate su varie tematiche attinenti al percorso di studi, molte delle attività cominceranno al secondo semestre e si concluderanno con un esame. Per Scienze delle Comunicazione, la prof.ssa Maria Rosaria De Marco condurrà il Laboratorio “Telenovelas e identità nazionale”. Il format televisivo tipicamente brasiliano “non è un sottoprodotto, come spesso viene ritenuto, ma ha un valore importante per gli effetti sulla cultura e sulla letteratura”, spiega la docente. Nonostante l’iniziativa sia molto originale, non sono numerosi gli studenti che lo scelgono. “Spero che i partecipanti aumentino, perché chi sceglie questo laboratorio ne rimane affascinato”. Si inquadra “la telenovela nella cornice storico-culturale brasiliana” e si analizzano i materiali narrativi “per approfondire il passaggio dai romanzi alla sceneggiatura e le diverse tecniche comunicative”. 
È riproposto da tre anni per lo stesso Corso di Laurea il Laboratorio “Manipolazione mediatica: cos’è e come funziona”. Tratta “tematiche molto moderne che abbracciano la quotidianità e che per questo motivo vengono aggiornate ogni anno. Prendiamo in analisi i mass media, ma anche i social che manipolano e sono a loro volta manipolati”, afferma la prof.ssa Marta Palazzo. Esperienze interattive, casi di studio riguardanti notizie reali: gli ingredienti del laboratorio che è consigliato “perché gli studenti devono acquisire gli strumenti adatti per destreggiarsi al meglio nel campo della comunicazione”. Chi lo ha frequentato è entusiasta. Sono nati gruppi Facebook e WhatsApp relativi al laboratorio. “Gli studenti lavorano non solo nelle ore dedicate al laboratorio, ma anche durante la settimana. Instauriamo un bel rapporto all’interno del gruppo, rimaniamo sempre in contatto. Infatti sei studenti dello scorso anno svolgeranno un progetto con me”. 
Come cambia la nozione di cittadinanza all’interno dei nuovi spazi digitali: il tema del corso tenuto dal prof. Fernando Sarracino per gli studenti di Scienze dell’Educazione. L’educatore deve “diventare un professionista capace di relazionarsi con il digitale e nel contempo di costruire progetti all’interno dei contesti mediali”, afferma il docente. Le lezioni vertono “su temi e vicende all’ordine del giorno” e si discute “sulle riflessioni che emergono in aula”. Il “feedback è positivo”, gli studenti “motivati”. 
Si incentra sul panorama giornalistico internazionale il corso, obbligatorio per gli iscritti a Lingue e culture moderne, del prof. Andrea Fabozzi. “La professione giornalistica è quella che ha risentito di più rispetto ad altre delle innovazioni tecnologiche. E questo cambiamento non è stato un percorso semplice e sempre positivo”. Lo studente frequentante “deve prima di tutto comprendere quanto il giornalismo ha cambiato la vita di tutti, pertanto anche la sua indispensabilità nel mondo, e poi deve sviluppare un approccio critico verso l’informazione, imparando ad usarla, consapevole sia di chi la trasferisce e sia dei motivi per cui lo fa”. Il programma tocca vari argomenti: “L’anno scorso abbiamo trattato le Fake news, quest’anno focalizzeremo l’attenzione sul diritto d’autore di cui si sta molto discutendo”. 
Porta in dote nel Laboratorio “Il teatro come strumento formativo” la sua esperienza 40ennale il prof. Alessandro Pecini. Il laboratorio, che va avanti da ben quindici anni ed è diretto agli studenti di Scienze dell’Educazione, è “costituito da una prima fase improntata sul lavoro su se stessi, e da una seconda spostata sull’ambito socio-educativo”. I ragazzi devono “imparare ad ascoltare le proprie emozioni per poi riuscire ad essere capaci di aiutare l’altro attraverso varie metodologie”. Agli studenti il lavoro introspettivo può risultare complesso, ma il docente è sempre disponibile a supportarli. “I ragazzi si impegnano molto e sono felici di frequentare questo laboratorio anche perché è estremamente pratico”, spiega il docente. Poi sottolinea: “per questo tipo di attività è fondamentale la presenza, si cresce soprattutto partecipando attivamente e non solo studiando dai libri”. 
Francesca Corato
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