“L’Università dev’essere a misura dello studente, se si vuole contrastare il tasso di abbandono, elevato tra il primo ed il secondo anno”, afferma il Presidente del Corso di Laurea in Economia Aziendale e Management Michele Quintano. Diversi gli interventi progettati per rendere più appetibile il Corso. “Parlo molto con i miei studenti e dal dialogo vengono spesso fuori problemi che noi docenti non vediamo, come lo scarso contatto con il mondo reale”. L’impossibilità di un’applicazione pratica e la mancanza d’interazione con i professori rendono lo studente una macchina da esame. “Questo è sbagliatissimo, per cui sto facendo il possibile per invertire la tendenza. Se ti laurei con 110 e lode, ma non hai capacità relazionali e di comunicazione, difficilmente verrai selezionato per un lavoro. Per esperienza, chi ha sempre il massimo dei voti si mette raramente in discussione”. L’idea è quella di istituire nuovi canali d’interazione docente-studente: “è necessario un sistema di tutoraggio, dove ad ogni professore di riferimento verrà assegnato un gruppo di studenti e si stabiliranno riunioni periodiche nelle quali i ragazzi potranno esporre al tutor qualsiasi problema”. La pratica delle materie studiate è indispensabile: “ho coinvolto 50 studenti nell’analisi di soddisfazione dei turisti dell’America’s Cup. Hanno fatto parte dello staff della manifestazione, ricevendo un rimborso spese e un attestato di partecipazione. Luccicavano loro gli occhi per la felicità, ciò dimostra che hanno fame di esperienze pratiche, necessariamente da incrementare”. Il cambio di sede da via Acton a via Parisi ha portato una ventata di freschezza: “siamo docenti giovani, dobbiamo dare ampia disponibilità. Organizzeremo un’attività di formazione specifica per i laureati, ovvero un corso che ha l’obiettivo di fornire gli elementi adatti a diventare un imprenditore”. Sempre per avvicinare il mondo accademico a quello lavorativo: “stabiliremo un ciclo permanente di testimonianze (almeno due al mese) di manager d’aziende che puntino ad illustrare innanzitutto la fase che va dalla laurea alla ricerca del primo impiego”. In più verrà rafforzato il Placement con corsi d’inglese, informatica e di preparazione del curriculum: “se prima la conoscenza dell’inglese era un surplus, ora è indispensabile. Consiglio di imparare anche lo spagnolo, seconda lingua più parlata al mondo. Perciò bisogna fare esperienza all’estero tramite il Programma Erasmus. Io stesso nel ’92 sono stato a Barcellona ed assicuro che è un’opportunità unica, a prescindere dagli esami. Mettere il naso fuori dal nostro piccolo apre la mente, i localismi sono finiti”. Prevista grande attenzione ai siti web, veicolo d’informazioni privilegiato: “pubblicheremo i corsi on-line, probabilmente sul portale di Dipartimento, sfruttando il nuovo canale della teledidattica. Saranno pillole di lezione, atte ad aiutare lo studente lavoratore, che potrà conoscere l’argomento trattato in aula”. A breve anche un call center virtuale su pagina facebook, “in modo da stabilire un’ulteriore possibilità di scambio tra docenti e studenti e stimolare questi ultimi su temi di attualità, visto che noto un disinteresse diffuso. Pubblicando link interessanti si può ovviare a questa situazione, stimolando discussioni”. Troppo spesso la prima preoccupazione è studiare per l’esame: “è sbagliatissimo, ma la colpa è anche nostra. Abbiamo abituato così i ragazzi per la scarsa apertura dimostrata in passato”. Le cose cambieranno quest’anno, ma grandi novità in arrivo anche per il 2014-15: “si trasformeranno radicalmente i piani di studio. Perderà peso l’Economia tradizionale e ci si focalizzerà più su: finanza, produzione ed internazionalizzazione”.