Si tratta di una tragedia della quale è stata teatro la sede di Piazzale Tecchio della Facoltà di Ingegneria. Nella sera di lunedì 4 febbraio una ragazza di 23 anni, che per espresso desiderio della famiglia chiameremo solo M., si è tolta la vita lanciandosi nel vuoto. In passato, è stata iscritta alla Facoltà di Ingegneria, al Corso di Laurea Gestionale, ma aveva cambiato indirizzo di studi passando a Matematica, dove le erano stati convalidati quattro esami.
“È successo verso le sette di sera, mi trovavo in presidenza, dove era in corso una riunione di lavoro, ed abbiamo sentito dei rumori provenire dal cortile – ricorda il Preside Piero Salatino, ancora scosso dall’accaduto, che è rimasto sul posto fino a sera tardi per assistere la Polizia Scientifica – Quando siamo arrivati c’era già l’ambulanza, giunta davvero in pochissimi minuti. Ho fatto appena in tempo a vederla sulla lettiga, era una ragazza minuta, fragile anche nell’aspetto. Sembrava esanime ma non sono riuscito a capire se fosse ancora viva o meno. Abbiamo saputo dopo che, quando è arrivata in ospedale, ci aveva già lasciati”.
In base alla ricostruzione effettuata, sembra che la giovane si sia lanciata dal tetto della biblioteca del secondo piano, che è su due livelli, un quarto d’ora circa dopo la chiusura: “non sappiamo dire con certezza come ci sia arrivata, è possibile che si sia calata da una delle finestre del piano superiore. Questo è un luogo pubblico e ci sono effettivamente delle vie di fuga, anche se a quell’ora erano interdette. Siamo anche andati a fare un sopralluogo, ma non abbiamo trovato nessuno e non erano nemmeno presenti suoi amici”, dice ancora Salatino che insieme al Rettore Massimo Marrelli si è impegnato con la famiglia della ragazza per garantire il massimo riserbo sulla sua identità.
“Sembra che la studentessa fosse incline agli stati depressivi e non pensiamo che la sua fine dipenda dalla carriera universitaria. Non sappiamo nemmeno come mai si trovasse qui. Ed è davvero doloroso pensare che questa struttura, sempre molto frequentata anche da ragazzi di altre Facoltà, nonostante la carenza di spazi, possa essere la sede prescelta per simili tragedie – sottolinea ancora il Preside, il quale ricorda come in passato presso lo stesso edificio siano avvenuti episodi analoghi – Speriamo che non scaturiscano tentativi di emulazione”.
Intanto, mercoledì 13 febbraio, alle ore 12.30, Don Bruno Rossetti durante la messa settimanale presso la Cappella di Ingegneria, ricorderà la giovane vita che ci ha lasciato.
Simona Pasquale
“È successo verso le sette di sera, mi trovavo in presidenza, dove era in corso una riunione di lavoro, ed abbiamo sentito dei rumori provenire dal cortile – ricorda il Preside Piero Salatino, ancora scosso dall’accaduto, che è rimasto sul posto fino a sera tardi per assistere la Polizia Scientifica – Quando siamo arrivati c’era già l’ambulanza, giunta davvero in pochissimi minuti. Ho fatto appena in tempo a vederla sulla lettiga, era una ragazza minuta, fragile anche nell’aspetto. Sembrava esanime ma non sono riuscito a capire se fosse ancora viva o meno. Abbiamo saputo dopo che, quando è arrivata in ospedale, ci aveva già lasciati”.
In base alla ricostruzione effettuata, sembra che la giovane si sia lanciata dal tetto della biblioteca del secondo piano, che è su due livelli, un quarto d’ora circa dopo la chiusura: “non sappiamo dire con certezza come ci sia arrivata, è possibile che si sia calata da una delle finestre del piano superiore. Questo è un luogo pubblico e ci sono effettivamente delle vie di fuga, anche se a quell’ora erano interdette. Siamo anche andati a fare un sopralluogo, ma non abbiamo trovato nessuno e non erano nemmeno presenti suoi amici”, dice ancora Salatino che insieme al Rettore Massimo Marrelli si è impegnato con la famiglia della ragazza per garantire il massimo riserbo sulla sua identità.
“Sembra che la studentessa fosse incline agli stati depressivi e non pensiamo che la sua fine dipenda dalla carriera universitaria. Non sappiamo nemmeno come mai si trovasse qui. Ed è davvero doloroso pensare che questa struttura, sempre molto frequentata anche da ragazzi di altre Facoltà, nonostante la carenza di spazi, possa essere la sede prescelta per simili tragedie – sottolinea ancora il Preside, il quale ricorda come in passato presso lo stesso edificio siano avvenuti episodi analoghi – Speriamo che non scaturiscano tentativi di emulazione”.
Intanto, mercoledì 13 febbraio, alle ore 12.30, Don Bruno Rossetti durante la messa settimanale presso la Cappella di Ingegneria, ricorderà la giovane vita che ci ha lasciato.
Simona Pasquale