Tre proiettori per trenta corsi!

Tagli all’università: se ne parla sempre più spesso. Recentemente, in una delle tante assemblee sul disegno di legge Moratti che si sono svolte alla Federico II, è stato lo stesso rettore, Guido Trombetti, a rilanciare l’allarme. Cifre alla mano, ha spiegato come e perché anche la prossima finanziaria metterà l’università, particolarmente al Sud, nei guai. Tradotta nella vita concreta dei Dipartimenti, la realtà descritta dal rettore significa che, a volte, mancano pure i soldi per pagare le bollette telefoniche. Un caso, nemmeno tra i più drammatici, è quello rappresentato dal Dipartimento di Urbanistica della Facoltà di Architettura, diretto dal professore Francesco Moccia. “Tutto sommato siamo fortunati”, racconta infatti il docente, “perché riusciamo ancora a racimolare qualche soldo in più attraverso l’attività che svolgiamo per conto terzi, soprattutto per gli enti locali. Eppure, lo dico senza nessuna forzatura, accade perfino che si stenti a trovare gli euro indispensabili a pagare la bolletta del telefono”. Nel 2003 il Dipartimento aveva ricevuto complessivamente dall’università, che a sua volta gira i fondi del ministero, 85.000 euro. Dodici mesi più tardi, siamo perciò nel 2004, lo stanziamento è stato sostanzialmente dimezzato: 43700 euro. Nel 2005 un altro taglio, sia pure meno drammatico: 40.000  euro. Le note dolenti soprattutto per gli studenti: non si ha notizia alcuna dello stanziamento destinato al capito Attività Didattiche. “In genere ce lo comunicavano ad aprile – riferisce il professore Moccia- Siamo a novembre e non ne so nulla. Ho il fondato timore che non avremo un euro”. Questioni contabili che forse agli studenti potrebbero pure interessare poco, se non fosse che, da quei fondi, dipende anche la possibilità di avere qualche proiettore in più  a lezione, un migliore sistema di cartografie, una didattica più adeguata. Racconta il Direttore del Dipartimento: “Ormai le lezioni si fanno con i proiettori collegati al computer, le vecchie diapositive sono roba da antiquariato. Ebbene, ne abbiamo tre per oltre trenta corsi. Si fa il possibile, per evitare sovrapposizioni, ma almeno qualche macchina in più sarebbe indispensabile”. Non è migliore la situazione se si guarda ai fondi per la ricerca, sostiene Moccia. “Sostanzialmente, in 3 anni, la quota è stata dimezzata. La situazione è disastrosa. A volte penso che l’unica cosa che dovrei fare sarebbe dimettermi, tanto, stando così le cose, nessuno capisce che cosa stia a fare qui”. 
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