Un blog per raccontare la città

Un blog che racconti Napoli attraverso la Sanità, i Quartieri Spagnoli, il centro storico. E’ il progetto al quale lavoreranno nelle prossime settimane gli allievi del corso di Politiche e progettazione del territorio (dura sei settimane, fino al 25 ottobre, frutta 4 crediti formativi ed è diretto agli studenti di tutti i Corsi di Laurea). Si tratta di un corso molto particolare perché si svolge interamente in inglese. Il docente è Gregory O. Smith, un antropologo texano che ha completato la sua formazione universitaria ad Oxford e vive ormai da molti anni in Italia. Il laboratorio su Napoli nasce da analoghe esperienze che ha proposto agli studenti in altre università del nostro Paese. “La vostra città per me non è una novità”, ha raccontato il 26 settembre agli studenti in una delle aule dell’edificio dello Spirito Santo. “Ho vissuto qui tempo addietro, abitavo in un albergo ad ore della zona di Piazza Dante. L’unico posto che potevo permettermi. Stavo bene, anche se la sera e la notte era, per essere precisi, alquanto movimentato. All’epoca, parlo degli anni Settanta, per noi stranieri la parte della città veramente inaccostabile, o almeno così ci dicevano, erano i Quartieri Spagnoli”. Il blog, dunque. Per realizzarlo ed aggiornarlo, gli studenti effettueranno interviste, scatteranno foto alle strade ed ai palazzi. Chiederanno agli abitanti di mettere su carta il modo in cui percepiscono l’area dove vivono. “Nella Capitale – dice il prof. Smith – i miei studenti hanno ricostruito, attraverso il lavoro sul campo, la storia e le dinamiche dei quartieri. Per esempio, hanno messo in luce processi come la gentrification. E’ una dinamica per la quale aree storicamente frequentate dai ceti marginali diventano appetibili per la borghesia, che le colonizza. A Roma è un po’ quello che è accaduto al Pigneto. A Napoli qualcosa di analogo potrebbe essersi verificato nei Quartieri Spagnoli, od almeno in una parte di essi”. 
Nella lezione del 26 settembre, Smith si è confrontato con gli studenti – una decina circa – anche riguardo all’immagine che dovrà aprire il blog e dovrà identificarlo. Varie proposte: dalle più ovvie (Piazza Plebiscito, il babà) a quelle più originali. All’una, poi, tutti in strada, per iniziare l’attività pratica con una prima perlustrazione in una zona dei Quartieri Spagnoli. 
Come si diceva, una delle peculiarità del corso è che il docente parla in inglese. “L’ho scelto proprio per questo – racconta una delle studentesse che erano in aula – Le difficoltà legate alla lingua non mancano, perché ho compreso la metà di quanto ha detto oggi il professore, tuttavia credo e spero che mi sarà utile anche come allenamento linguistico”. 
Fabrizio Geremicca
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