Presentazione del progetto di e-learning Federica, la cui piattaforma ad accesso completamente libero è ormai approntata e richiede solo di essere riempita di contenuti, in apertura del Consiglio di Facoltà ad Ingegneria, il 24 aprile. “È attivo da un anno e rappresenta un progetto unico nel panorama nazionale. Perché si tratta di un sistema aperto a tutti con una piattaforma semplice da usare”, spiega il prof. Mauro Calise, docente di Sociologia e responsabile scientifico del progetto. In poco tempo, seppur non ancora a pieno regime, la piattaforma ha raggiunto numeri ragguardevoli: seicento utenti quotidiani, 40mila pagine scaricabili. Il progetto rappresenta un servizio pubblico importante, che ha già raggiunto una notevole eco nazionale, dal momento che una fetta degli utenti è costituita da studenti di altri atenei italiani. Chiavi del successo la completa ‘pod-castbilità’ del materiale e la facilità di fruizione del servizio organizzato in quattro moduli didattici: i corsi; la biblioteca in rete, con accesso alle risorse librarie disponili in internet; la piazza virtuale tridimensionale, con tanto di postazione informativa, in cui sono raggruppate tutte le sedi universitarie dell’ateneo e, per l’appunto, i pod-cast. Tra i servizi complementari che arricchiscono l’offerta della piattaforma, brevi biografie dei docenti, notizie e aggiornamenti dai media del mondo. Per agevolare l’accesso le risorse sono divise per Facoltà. Il progetto è nato grazie ad un finanziamento della Regione, ma la fase due è finanziata grazie agli investimenti dell’Unione Europea.
“È un’iniziativa importantissima. Per ora Ingegneria è presente con tredici corsi, ma credo che dovremo incrementarli. Per fornire un adeguato servizio di massa, dovremmo inserire i corsi di base trasversali, sarebbe uno strumento di straordinaria utilità, soprattutto in un momento come questo caratterizzato da passaggi da un ordinamento all’altro in cui gli studenti finiscono per non ritrovare il corso. La soluzione migliore potrebbe essere quella di formare un gruppo di lavoro”, afferma il Preside Edoardo Cosenza. Il prof. Giorgio Serino, che ha preparato uno dei tredici corsi disponili in rete, ritiene l’iniziativa “una bellissima vetrina per l’Ateneo”, un potenziale strumento “per fare una università telematica seria” ma, avverte, “non deve essere un modo per invogliare i ragazzi a non venire a lezione”. Una proposta dal prof. Marcello Bracale – che ritiene la piattaforma “un buon allenamento, un’attività aggiuntiva soprattutto per corsi in inglese” -: “mi piacerebbe offrire un prodotto che abbiamo realizzato per il settore dell’Ingegneria Biomedica insieme ad altre quattro università dell’area del Mediterraneo, per giunta già testato dagli studenti”. Domenico Petrazzuolo, rappresentante degli studenti, racconta la sua esperienza di utente della piattaforma Federica: “ho studiato l’Elettronica Analogica in rete; anche se è un metodo sussidiario, quando ho sostenuto l’esame era come se avessi seguito il corso. Il punto è che già ora c’è una spaccatura tra docenti che usano il web e altri che non lo utilizzano. Questo strumento potrebbe ampliare ulteriormente questa spaccatura. Inoltre, se sarà costituito un gruppo di lavoro, forse sarebbe importante prevedere la presenza di uno studente che possa dire la sua”.
“Credo per gli studenti sia chiaro che il corso resta insostituibile”, chiude Calise che sottolinea “Federica presenta un’offerta su vari livelli e mette a disposizione strumenti che consentono anche quell’approfondimento personale che l’università ci sta togliendo. Questa è una fonte assolutamente open access e dice al mondo che noi siamo un ateneo pubblico”.
“È un’iniziativa importantissima. Per ora Ingegneria è presente con tredici corsi, ma credo che dovremo incrementarli. Per fornire un adeguato servizio di massa, dovremmo inserire i corsi di base trasversali, sarebbe uno strumento di straordinaria utilità, soprattutto in un momento come questo caratterizzato da passaggi da un ordinamento all’altro in cui gli studenti finiscono per non ritrovare il corso. La soluzione migliore potrebbe essere quella di formare un gruppo di lavoro”, afferma il Preside Edoardo Cosenza. Il prof. Giorgio Serino, che ha preparato uno dei tredici corsi disponili in rete, ritiene l’iniziativa “una bellissima vetrina per l’Ateneo”, un potenziale strumento “per fare una università telematica seria” ma, avverte, “non deve essere un modo per invogliare i ragazzi a non venire a lezione”. Una proposta dal prof. Marcello Bracale – che ritiene la piattaforma “un buon allenamento, un’attività aggiuntiva soprattutto per corsi in inglese” -: “mi piacerebbe offrire un prodotto che abbiamo realizzato per il settore dell’Ingegneria Biomedica insieme ad altre quattro università dell’area del Mediterraneo, per giunta già testato dagli studenti”. Domenico Petrazzuolo, rappresentante degli studenti, racconta la sua esperienza di utente della piattaforma Federica: “ho studiato l’Elettronica Analogica in rete; anche se è un metodo sussidiario, quando ho sostenuto l’esame era come se avessi seguito il corso. Il punto è che già ora c’è una spaccatura tra docenti che usano il web e altri che non lo utilizzano. Questo strumento potrebbe ampliare ulteriormente questa spaccatura. Inoltre, se sarà costituito un gruppo di lavoro, forse sarebbe importante prevedere la presenza di uno studente che possa dire la sua”.
“Credo per gli studenti sia chiaro che il corso resta insostituibile”, chiude Calise che sottolinea “Federica presenta un’offerta su vari livelli e mette a disposizione strumenti che consentono anche quell’approfondimento personale che l’università ci sta togliendo. Questa è una fonte assolutamente open access e dice al mondo che noi siamo un ateneo pubblico”.