Un medico aerospaziale alla SUN

Nasce Medicina Aerospaziale, un nuovo modulo del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia che sarà presentato il 9 febbraio presso il Rettorato in via Costantinopoli. Il Rettore della Seconda Università, prof. Antonio Grella e i Presidi delle Facoltà di Medicina e di Ingegneria, professori Franco Rossi e Oreste Greco, spiegheranno com’è nata l’idea di attivare un percorso di Medicina Aerospaziale e illustreranno le caratteristiche del nuovo curriculum alla presenza del Vice Ministro Stefano Caldoro. Il prof. Greco ci dà qualche anticipazione. “Si tratta di un particolare percorso, in cui sono inseriti moduli caratterizzanti e corrispondenti a 30 crediti, che da oggi chi si iscrive al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia può introdurre nel proprio piano di studi –dice- il laureato sarà un medico a tutti gli effetti, potrà iscriversi all’Ordine dei Medici ed esercitare normalmente la professione, ma avrà in più delle accurate conoscenze di fisica e di ingegneria aerospaziale”. L’attualità di quest’iniziativa, unica in Italia e tra le poche del genere in Europa, appare evidente se la si sgancia da una visione puramente “romantica” del progetto, come spiega uno dei suoi coordinatori, il prof. Antonio Viviani, docente di Fluidodinamica presso la Facoltà di Ingegneria: “per le applicazioni delle competenze derivanti da una formazione di questo tipo non bisogna pensare soltanto alla ricerca spaziale. C’è un discorso più immediato che riguarda l’aeronautica. Ci sono tanti aspetti da approfondire a riguardo della fisiologia del corpo umano in alta quota, oltre che in assenza di gravità. Perdita di calcio, problemi circolatori e della muscolatura, modificazione della capacità visiva. Aspetti interessanti non solo da un punto di vista scientifico, ma anche pratico. Pensiamo alle sollecitazioni fisiche cui è sottoposto l’equipaggio che vola. Pensiamo a come viene valutata l’idoneità del pilota a guidare un aereo: chi ha le competenze giuste per farlo? Oppure ricordiamoci che si prevede a breve la realizzazione di aerei da 6 o 700 posti, per i quali sarà indispensabile la presenza di un medico a bordo. Infine, ci sono risvolti più avveniristici, come l’utilizzo della telemedicina o della chirurgia robotica in una situazione aerea”. Il prof. Viviani è assieme al prof. Natale Gaspare De Santo, docente di Nefrologia a Medicina, uno dei protagonisti dell’interazione scientifica tra la Facoltà di Ingegneria e quella di Medicina, le cui origini si possono rinvenire nella creazione, alcuni anni fa, di un curriculum di impronta biomedica nell’ambito del Dottorato di ricerca in Scienze e Tecnologie Aerospaziali. Racconta il Preside di Ingegneria, Oreste Greco: “è ormai da tempo che il prof. De Santo, docente appassionato ed entusiasta, ha trovato un’intesa scientifica con il nostro prof. Viviani. Insieme hanno ottenuto dei bei successi, confrontandosi con altri studiosi anche a livello internazionale. Non nascondo inoltre di avere un interesse a coltivare la ricerca nel campo della Medicina aerospaziale ed eventualmente ad allacciare un dialogo con un paese del nolano che si chiama Lauro di Nola, dove si trova un museo dedicato al generale Umberto Nobile, professore di Ingegneria a Napoli ai primi del secolo scorso e capo di celebri spedizioni al Polo Nord negli anni ’20. A Lauro di Nola si vogliono mettere in piedi dei laboratori di Medicina aerospaziale, e sarebbe una cosa bella riuscire ad inserire in questo progetto i nostri giovani ricercatori”. Con il curriculum che verrà presentato il 9 febbraio si passa dal piano della ricerca a quello della formazione didattica di base. “Non c’è nulla di simile in Italia – dice il prof. Viviani- una formazione che unisse queste conoscenze veniva finora data solo nell’ambito dell’aviazione militare. Gli ufficiali medici dell’aeronautica sono attualmente gli unici ad avere le competenze che noi vorremmo fornire agli studenti di Medicina che sceglieranno questo percorso. La speranza è che un domani si passi dal curriculum comprensivo di crediti a scelta a un vero e proprio indirizzo in Medicina aerospaziale. E poi chissà che non possa nascere anche uno specifico corso di laurea, come ce ne sono negli Stati Uniti”.
Sara Pepe
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