Un mosaico di lingue tra Africa e Asia

“L’Orientale è un’istituzione specializzata nell’insegnamento di circa quaranta lingue, letterature e culture straniere che vanta il prestigio di una tradizione antichissima”, dice il prof. Roberto Tottoli, direttore del Dipartimento di Asia, Africa e Mediterraneo, dando l’avvio alla presentazione dei corsi di laurea triennale in lingue e Culture orientali e Africane e Civiltà Antiche e Archeologia il 9 settembre. “Fondato nel 1732 come Collegio di cinesi, il nostro Ateneo oggi è paragonabile ad altre grandi università celebri, poiché offre l’opportunità di approfondire alcune discipline, che non sono presenti in nessun altro istituto sullo scenario europeo, con la possibilità di usufruire di numerose convenzioni internazionali”, aggiunge il docente di Islamistica. Immatricolazioni aperte fino al 2 novembre, i corsi cominceranno il 5 ottobre. “Non siamo solo un ateneo che insegna le lingue, ma offriamo un bagaglio ricco di conoscenze nell’ambito letterario, filosofico, storico, archeologico, geografico e socio-antropologico relativo a moltissime civiltà diverse dalla nostra”, prende la parola il prof. Michele Bernardini, docente di Lingua e Letteratura Persiana e Storia dell’Impero Ottomano e dell’Iran Medioevale e Moderno, nonché Coordinatore del Corso in Lingue e Culture orientali e Africane.
LINGUE E CULTURE ORIENTALI E AFRICANE.
“Il nostro obiettivo è quello di formare laureati che abbiano la padronanza, scritta e orale, di una prima lingua asiatica o africana e la buona competenza di una seconda lingua che abbia delle affinità geografiche, culturali o religiose con la prima. Questa è la ragione per cui non consentiamo l’abbinamento arabo-cinese”, continua il prof. Bernardini. Articolato in tre curricula distinti, il corso affianca allo studio della lingua inglese, di cui sono previste due annualità, quello di: amarico, berbero, hausa, swahili, arabo (per il curriculum Africa); arabo, ebraico moderno e contemporaneo, turco, persiano, urdu, indonesiano (per il curriculum Medio Vicino Oriente e Islam); sanscrito, tibetano, hindi, urdu, indonesiano, cinese, giapponese, coreano (per il curriculum Asia Meridionale, Orientale e Buddhismo). Assolutamente non trascurabile è l’impianto filologico: “a una forte attenzione nei confronti della società contemporanea associamo il confronto con epoche remote attraverso la lettura e l’analisi delle forme più antiche della lingua attuale per avere una cognizione storica”, precisa il coordinatore. i tre percorsi hanno in comune l’insegnamento della linguistica generale che dispensa una solida preparazione linguistico-teorica utile per l’apprendimento di altre lingue oltre l’italiano
Dall’amarico al turco
Segue l’intervento della prof.ssa flavia Aiello, docente di Lingua e Letteratura swahili, che è “la lingua di grande comunicazione nell’Africa Orientale e Centrale e conta circa 80 milioni di parlanti in Tanzania, Kenya, Uganda e zone limitrofe, come la Repubblica del Congo, il Mozambico settentrionale o la Somalia meridionale”. Prosegue il discorso il prof. Sergio Baldi: “insegno lo hausa da circa 40 anni. È una lingua afro-asiatica diffusa soprattutto nel nord della Nigeria e in Niger, che si impartisce quasi solo qui, così come l’amarico, che è la lingua ufficiale dell’Etiopia. Invece, il berbero – diffuso in una fascia che va dal Marocco all’Egitto in un continuum dialettale – è la lingua delle popolazioni locali autoctone prima dell’invasione araba. Basti pensare che Sant’Agostino era un berbero”. Interessante per quello che sta accadendo negli ultimi anni è l’arabo: “è la quinta lingua più parlata al mondo per numero di parlanti in una zona che va dal Golfo Persico all’Oceano Atlantico. È una lingua semitica in perenne evoluzione, per cui bisogna essere sempre aggiornati accostando l’assimilazione della lingua standard con le varianti regionali (siriano, libanese, marocchino, palestinese…). Oltre agli accordi internazionali e le attività seminariali, le lezioni con i lettori sono un’ottima occasione per approfondire ciò che veramente si parla nei paesi arabi”, sostiene la prof.ssa Monica Ruocco, docente di lingua e letteratura araba. tutti i corsi di lingua, infatti, si avvalgono della collaborazione di docenti madrelingua con lo scopo di fornire agli studenti gli strumenti grammaticali, letterari e culturali non solo per leggere e tradurre, ma per essere in grado di articolare discorsi sia in un contesto di comunicazione quotidiana che in situazioni più complesse. prende parte al dibattito la prof.ssa lea nocera, docente di Lingua e Letteratura Turca: “qui insegniamo il turco moderno, parlato in Turchia da circa 75 milioni di abitanti e in alcuni territori dell’Asia Centrale. Oggi è una lingua che si sta facendo strada per diverse ragioni, tra cui l’ingente presenza di turchi in Europa e le trattative per l’integrazione europea. Grazie all’intensità delle relazioni commerciali con l’Italia molti dei nostri studenti hanno già trovato lavoro”. All’apprendimento di lingue come arabo e turco si aggiungono alcune materie affini pertinenti: “per i futuri arabisti l’Islam è un oggetto di studi imprescindibile soprattutto per la sua cultura giuridica, poiché le pratiche e le istituzioni vigenti nel diritto islamico sono completamente diverse da quelle occidentali”, spiega il prof. Agostino Cilardo, docente di Istituzioni
Giuridiche del Mondo Musulmano. a tal proposito, si esprime anche la prof.ssa daniela Pioppi, docente di storia contemporanea dei paesi arabi, “materia che inquadra gli aspetti economici, politici e culturali nel mondo arabo dalla metà dell’Ottocento ai giorni nostri seguendo un approccio regionale e sub-regionale”. Oltre agli insegnamenti improntati alla contemporaneità, altri sono totalmente immersi nel passato, come ad esempio Storia della Filosofia Islamica: “l’evoluzione e lo sviluppo della riflessione filosofica dall’- VIII al XII secolo d.C. è indispensabile per comprendere le dinamiche della storia attuale in terra d’Islam, soprattutto se si considera che già a quei tempi il potere del califfato riconosceva un valore importante a una disciplina profana come la filosofia in contrasto con i dettami del Corano”, osserva la prof.ssa Antonella Straface. a spezzare una lancia a favore delle lingue antiche la lettura del prof. Francesco Sferra, docente di Lingua e Letteratura Sanscrita, che si sofferma su alcuni passi di un grande orientalista italiano, Giuseppe Tucci: “il sanscrito è l’India e da esso derivano molte lingue moderne del paese, tra cui l’hindi. È una lingua fondamentale soprattutto per chi ha intenzione di trattare anche lo studio delle religioni, tra cui l’induismo e il buddhismo”. Parla della lingua hindi, invece, la prof.ssa Stefania Cavaliere: “è la lingua ufficiale del subcontinente indiano, il cui insegnamento durante il mio corso unisce le lezioni di grammatica alla conversazione con il lettore per analizzare insieme sia la storia della letteratura classica che la lingua attuale dei media”. La lingua gemella dell’hindi è l’urdu, che è parlato nel Pakistan odierno. restando nel continente asiatico, la prof.ssa Giacomella Orofino, docente di Lingua e Letteratura Tibetana, nonché Civiltà e Religioni Indo-Iibetane, introduce il cuore dell’Asia: “il Tibet è il luogo in cui si possono scoprire moltissime tradizioni del mondo antico, dalle leggende ancestrali animiste e sciamaniche al buddhismo. In una realtà contemporanea così travagliata, l’apprendimento non può più essere solo accademico ma bisogna fare della laurea qualcosa di utile alla vita: alcuni dei miei studenti, ad esempio, in occasione del recente terremoto in Nepal sono andati sul luogo per offrire il proprio contributo e oggi lavorano per ricostruire una civiltà”. Aumento costante di iscritti a Cinese e
Giapponese “Il Cinese è un universo affascinante la cui definizione comprende tutte le varianti linguistiche regionali
diffuse nella Repubblica Popolare Cinese, la cui lingua ufficiale è il mandarino, cioè quella che
studierete qui all’Università. È l’unica lingua vivente non alfabetica composta da caratteri, di cui bisogna imparare
singolarmente la pronuncia e il significato. Alla fonetica con l’assimilazione dei toni si collega la pratica della lingua scritta. Tuttavia, le strutture linguistiche hanno forti radici storico-culturali, per cui incontrerete sul vostro cammino anche esami di filologia e storia”, informa la prof.ssa Donatella Guida, docente di Storia della Cina. Che riprende: “nello specifico, il mio insegnamento affronta la storia cinese in un periodo che va dalle origini della civiltà
alla caduta dell’Impero nel 1911. Si tratta di concetti basilari che costituiscono un importante punto di partenza per comprendere anche altre materie areali concernenti l’Estremo Oriente. Si consiglia vivamente l’abbinamento del Cinese con il Giapponese o il Coreano”. Come il cinese, anche il Giapponese in tempi recenti ha registrato
un aumento di presenze, “ragione per la quale quest’anno il corso di Lingua sarà diviso in tre classi differenti. Oggi 150 milioni di persone parlano giapponese e non ci si stupisce più se un europeo conosce questa lingua. Il nostro intento è quello di fornire già dal primo anno basi solide per la comunicazione, che al termine della Laurea Magistrale dovrà raggiungere un livello avanzato di C1”, dichiara la prof.ssa silvana de Maio, docente di Lingua e Letteratura Giapponese. Conclude la prof.ssa Chiara Ghidini, docente di Religioni e Filosofie dell’Asia Orientale: “punto in comune tra le civiltà asiatiche più diversificate è il buddhismo. Pertanto, vorrei infine segnalare che a L’Orientale è presente un Centro di studi sul buddhismo, il quale agevola l’approfondimento sulla storia, la letteratura e l’arte dell’Asia Orientale attraverso numerose iniziative, tra cui rassegne di cinema e cicli di conferenze”.
Una continua tensione al confronto tra oriente e occidente
CIVILTÀ ANTICHE E ARCHEOLOGIA.
il corso “offre una formazione culturale e metodologica di base per quanto riguarda gli studi archeologici partendo dalla preistoria fino ad arrivare all’epoca bizantina. Insegniamo la storia, la storia dell’arte e l’archeologia del mondo classico ma, allo stesso tempo, ci occupiamo dell’area geografica che si estende dall’Africa al Vicino Oriente con una contiguità culturale all’Asia Centrale, all’India e all’Estremo Oriente”, sintetizza la prof.ssa Simonetta Graziani, coordinatrice del corso e docente di storia del Vicino oriente antico. La cifra caratterizzante è “la tensione al confronto tra le culture, le storie e le arti delle diverse civiltà di Oriente e Occidente in una complessa rete di rapporti tra aree lontanissime tra loro allo scopo di evidenziarne i punti di contatto o le
diversità”. Diviso in due curricula: occidente “pone al centro dell’interesse lo studio del mondo greco e romano insieme a discipline orientalistiche, che consentono di ampliare l’ottica delle conoscenze sull’età antica”; Oriente, invece, “mette in primo piano il mondo afro-asiatico e in più permette di studiare le lingue antiche” (sanscrito, tibetano, ebraico biblico e medievale). in entrambi i percorsi sono previsti alcuni insegnamenti
fondamentali (Letteratura Italiana, Geografia Sociale e Culturale, Storia Greca/Romana, Lingua e Letteratura
Greca/Latina, Storia del Vicino Oriente Antico, Egittologia, Assiriologia, Filologia Classica e Storia della Comunicazione nell’Antichità, Storia e Civiltà Bizantina) e si riscontra una certa propedeuticità: “al primo anno le discipline di carattere storico sono inevitabili per la disamina successiva delle archeologie. Al secondo anno, si agganciano materie come Egittologia o Assiriologia, le quali comprendono in aggiunta lo studio delle lingue. Farò un esempio nella mia materia: Assiriologia è una denominazione impropria per una scienza che si occupa delle diverse civiltà della Mesopotamia antica nelle espressioni della scrittura cuneiforme”, conclude la docente di Assiriologia. Nel solco di studi interculturali e transdisciplinari si inserisce, inoltre, un’ampia gamma di esami caratterizzanti (Archeologia e Storia dell’Arte greca/Romana, Etruscologia e Archeologia Italica, un esame a scelta di Archeologia e Storia dell’Arte Prientale, Economia dei Beni e della Attività Culturali, Preistoria e Protostoria, Filologia ed Esegesi Neotestamentaria).
L’Orientale è a cura di Sabrina Sabatino
 
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