Risultati del test di Inglese, 559 non idonei su 1.656 candidati

1.656 candidati si sono presentati l’8 settembre presso la Mostra d’Oltremare per sostenere la prova di ingresso per la lingua inglese. 1097 idonei potranno preimmatricolarsi ai Corsi di Laurea Triennale afferenti al Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati (Lingue e Culture Comparate; Lingue, Letterature e Culture dell’Europa
e delle Americhe; Mediazione Linguistica e Culturale) scegliendo l’Inglese come lingua di studio curriculare. “Il test è assolutamente necessario, perché con un livello inferiore a b1 non si riesce a stare al passo con la didattica. I
corsi di Linguistica sono interamente in lingua, come pure i libri di testo. Con i docenti interagiamo quasi esclusivamente in inglese e i lettorati sono tenuti da professori madrelingua che danno per scontato certe conoscenze di grammatica. Al primo anno bisogna già essere in grado di fare almeno una conversazione di base con padronanza dei tempi verbali. Inoltre, il Corso di Letteratura solitamente richiede di leggere almeno un paio di libri in lingua originale”, anticipa la studentessa Giulia lamanna al terzo anno di Mediazione Linguistica e
Culturale. “A me il test è sembrato abbastanza facile. Ho dovuto riflettere un po’ su quattro o cinque quesiti, ma per il resto non ho avuto problemi e ho finito tutto in 20 minuti”, racconta la neo diplomata Maria Cristina, che ha ottenuto il punteggio massimo di 60/60. “Ho evitato qualche risposta di proposito, perché non ero del tutto sicura. Tutto sommato, era fattibile. Il test ricalcava la simulazione pubblicata sul portale d’Ateneo: alcune domande erano molto facili e scontate, altre traevano in inganno. Non conta il punteggio, siamo qui per imparare e siamo felici di averlo superato”, commenta la matricola Roberta. restano, invece, con l’amaro in bocca i 559 esaminandi che dovranno optare per un’altra lingua. Le scelte ‘alternative’ più gettonate al momento sono lo spagnolo e il
Tedesco. “Piangere sul latte versato adesso non serve a nulla, poiché è solo la prima delusione universitaria. Purtroppo, non tutti provengono da una formazione linguistica, quindi un po’ me l’aspettavo di non essere all’altezza. Tenterò allora lo studio del tedesco, che è una lingua altrettanto richiesta. La Germania è un paese ricco e offre molte opportunità per i giovani. La mia intenzione è quella di lavorare all’estero dopo la laurea”, afferma Vincenzo. “L’Inglese è importante, però L’Orientale offre la possibilità di scegliere tra altre quaranta lingue altrettanto stimolanti. Onestamente, ci sono moltissime università che consentono di studiare inglese
senza uno sbarramento preselettivo, ma sono ben poche quelle che propongono l’urdu, ad esempio. Avevo in programma l’opzione di una lingua orientale e dopo la delusione del test ho deciso di studiarne addirittura due”, riferisce Teresa Minopoli. “L’Inglese è una competenza di base obbligatoria, ma non è l’unica prerogativa
per assicurarsi una buona posizione professionale. Prenderò la nonammissione come un’avventura: magari evitare una scelta di default potrà risultarmi più utile in futuro e cercherò di compensare la mia carenza in inglese con delle certificazioni linguistiche. In ogni caso, io ho totalizzato un punteggio molto basso. È un peccato, invece, per chi non è riuscito a passare per pochi punti, perché quest’anno non è stata riconfermata la possibilità della riserva né tantomeno quella dei corsi di recupero”, continua la neoiscritta Carmela Borriello. “Chiediamo serietà e trasparenza
nei risultati” in seguito alla pubblicazione dei risultati il 14 settembre si scatenano accese polemiche da parte dei candidati che contestano le modalità di valutazione applicate. In un primo momento, i parametri di correzione hanno subito una piccola variazione rispetto al regolamento stabilito prima del test: “sapevamo che per
ogni risposta sbagliata era prevista una penalità di -0,15 punti, ma dopo la correzione hanno deciso di eliminarla calcolando 0 punti per ogni errore. Se avessimo appreso in anticipo che le risposte sbagliate, così come quelle omesse, non sottraevano alcun punto, avremmo compilato il test per intero. Io, invece, ho lasciato 16 quesiti irrisolti per paura di sbagliare e ora mi ritrovo fuori”, ci tiene a precisare Antonella. concordano altri studenti delusi dalla novità sopraggiunta durante la revisione delle prove: “non è giusto cambiare i criteri di valutazione dopo il test, soprattutto nei confronti di chi ha evitato di rischiare per via della penalizzazione. Nel mio caso, ho risposto a 46 domande ottenendo un punteggio di 35. In pratica, con una sola risposta esatta in più sarei passata. Sicuramente, è stato un modo per venire incontro a coloro che hanno risposto bene a 36 quesiti e sono riusciti a risultare idonei, ma non per chi come me ha usato la tattica di lasciare in bianco alcune caselle. Non si è mai visto un test universitario in cui si cambia il metodo di correzione dopo averlo sostenuto”. Tuttavia, a distanza di due giorni dalla pubblicazione delle graduatorie, è stato pubblicato un nuovo elenco, sostitutivo del precedente,
che ha abbassato i punteggi determinando ulteriori esclusioni. “Ci sentiamo presi in giro, perché una graduatoria ufficiale non può essere modificata da un momento all’altro. Dal principio avremmo dovuto conoscere l’esito
corretto e definitivo della prova. L’Università si è giustificata con il pretesto di un ‘mero errore materiale’, poiché il primo file pubblicato era destinato solo ad un ‘monitoraggio interno’, ma in realtà nemmeno
l’anno scorso hanno tenuto conto della penalità. Pretendiamo delle spiegazioni, soprattutto perché nel frattempo molti di noi hanno effettuato la pre-immatricolazione, convinti di aver superato il test, anche con il minimo di 36 o poco più, e ora dovremo rinunciare all’Inglese”, sostiene la matricola Maria Russo. “Alcune persone avevano totalizzato 39 punti e ora si ritrovano con 35, escluse per -0,15 punti, vale a dire l’equivalente di una risposta. Ai fini della validità e della coerenza non è corretto né pubblicare dei voti provvisori, che non rispettano il regolamento originale, né aggiornare nuovamente i punteggi di coloro che si erano illusi di avercela fatta. "Chiediamo serietà e trasparenza nei risultati”, riprende Teresa. Circa 140 candidati non risultano, infatti, più idonei in seguito alla
riduzione dei punteggi che ha tenuto conto della penalizzazione per le risposte errate. “Io ho avuto la fortuna
di entrare anche nella seconda graduatoria, perché ho superato appena i 40 punti. Mi sono messa, però, nei panni di coloro che avevano ìntenzione di intraprendere lo studio dell’Inglese e non sono entrati per pochi centesimi. posso solo immaginare quanto sia frustrante e deludente essere respinti improvvisamente, quando l’Università aveva già dato a più di cento giovani false speranze. Critichiamo non solo la pessima organizzazione della prova ma tutti i disagi che ci danneggiano a causa di inconvenienti amministrativi”, conclude Francesca Nocerino.
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