Un solo bagno per le studentesse in via Claudio

La condizione delle sedi universitarie sono un tema sempre attuale, tanto per le strutture antiche, quanto per quelle moderne che, talvolta, manifestano carenze a pochi anni dall’inaugurazione. Non è questo il caso degli edifici storici della Facoltà di Ingegneria, ancora funzionali dopo oltre quarant’anni di intenso sfruttamento, sebbene, nonostante l’invidiabile primato, i segni del tempo siano ormai evidenti. Se nell’edificio di Piazzale Tecchio è stato possibile portare avanti importanti lavori di ristrutturazione, in Via Claudio, dove ci sono i Dipartimenti e alcuni dei principali aulari, gli interventi più radicali vengono rimandati di anno in anno, complici i problemi logistici legati al grande numero di iscritti ed ai fondi. “Il problema principale resta quello dei bagni, perché gli spazi, invece, non sono particolarmente affollati. Le aule di questa sede sono fra le più grandi delle quali disponga la Facoltà”, dice Teresa Piccolo, terzo anno di Ingegneria Biomedica. I servizi igienici rappresentano, ormai da anni, una grave carenza, soprattutto per le ragazze. Nell’aulario di Via Claudio, infatti, ce n’è uno solo. A qualche ora dall’apertura della Facoltà, diventa quasi inavvicinabile. “La situazione dei bagni è tragica. Sono senza luce e le porte non si chiudono”, commenta al riguardo Carolina De Angelis, studentessa al secondo anno Ingegneria Edile-Architettura che apprezza però la logistica delle strutture della Facoltà nel loro insieme: “L’edificio di Piazzale Tecchio è bello e fornisce abbastanza servizi, anche se mancano gli spazi per studiare. Le aule studio sono poche, quelle in cui si seguono i corsi vengono chiuse appena terminate le lezioni e la biblioteca è sempre piena. Alcuni giorni della settimana ho dei buchi anche di tre ore tra le lezioni e non so dove studiare”. “Le strutture della Facoltà sono vecchiotte ma passabili… se non consideri che devi indossare gli stivali per andare in bagno, che le aule risentono molto delle condizioni ambientali: se piove cade acqua dal tetto, se fa caldo soffochi, se fa freddo ti serve il cappotto – dice con ironia Annarita Pepe, studentessa della Magistrale di Ingegneria Biomedica alla quale, ad ogni modo, la Facoltà non dispiace – Del resto è tanto grande, con tante strutture. È normale che sia complicata da gestire, però devo ammettere che, dopo i lavori, a Piazzale Tecchio i miglioramenti sono sensibili”. “Per certi versi, Via Claudio è preferibile sia a Piazzale Tecchio che a Monte Sant’Angelo, dove seguivamo le lezioni il primo anno. C’è più spazio, nelle aule si segue bene e ci sono aria e luce, perchè tutte hanno le finestre e le lavagne sono grandi. Se vogliamo, è più università”, sottolinea Rosita D’Abronzo, iscritta alla Laurea Magistrale di Ingegneria Gestionale di area industriale. “Qui si sta bene, se non consideri i bagni sempre sporchi”, aggiunge la collega Giusi Granato. “Nel bagno degli uomini manca la carta, come fosse stata divorata dai topi, ma la cosa che fa arrabbiare è notare la differenza fra le condizioni dell’aulario e quelle dei Dipartimenti, specialmente quelli più lontani dall’ingresso”, afferma con una certa stizza Giuseppe D’Ambrosio, iscritto alla Triennale in Ingegneria Gestionale per la Logistica e la Produzione. “La struttura nel complesso è buona, a parte qualche aula un po’ piccola, in cui a volte mancano le sedie, e dove, se si fa lezione con un video proiettore, non si vede niente perché le tende per oscurare le finestre sono tutte rotte”, aggiunge dal canto suo Gianmarco Durante, secondo anno di Ingegneria Edile. “Hanno fatto degli interventi all’esterno, ma dentro resta tutto com’è, dalle controsoffittature che mancano, al caldo, perché chi organizza i calendari non tiene mai conto dei ripetenti e dei fuori corso”, conclude la collega Anna Cannella mettendo in evidenza uno degli aspetti più eclatanti che caratterizzano l’arredamento interno dei corridoi del complesso di edifici adiacenti lo stadio: la totale assenza di pannelli coibentanti, divelti anni fa e mai sostituiti.
Simona Pasquale
- Advertisement -




Articoli Correlati