Barra ferma sullo 0 per l’indicatore che dovrebbe rilevare un miglioramento (l’IRAS5) rispetto alla precedente Valutazione (VQR). Ci sono criticità nell’Area (11b) di Scienze Psicologiche alla Federico II. Sulle cause, imputabili a fattori diversi, ci si sta interrogando. “Abbiamo iniziato un lavoro di analisi interna”, spiega la prof.ssa Giovanna Petrillo, delegata della sezione Psicologia e Scienze dell’Educazione del Dipartimento di Studi Umanistici. Rispetto alla VQR 2004-2010 i due settori delle Scienze storiche, filosofiche e pedagogiche e delle Scienze psicologiche sono stati smembrati in due aree distinte, la 11a e la 11b, facendo rientrare la prima in un processo di valutazione peer-review e la seconda in quello bibliometrico. “L’Anvur ha deciso di separare la 11b dalla 11a, non come sub-aree della 11, ma come aree separate, perché fanno riferimento a dei settori scientifico-disciplinari molto diversi tra loro non solo per contenuti, ma anche per le modalità di fare ricerca – sottolinea la prof.ssa Petrillo – Quando si vanno a leggere le tabelle, bisogna stare attenti a non confrontare direttamente i dati di più aree quando si fa riferimento a modi di valutazione e produzione profondamente diversi. Il modo più corretto sarebbe, forse, confrontare settori disciplinari interni alla stessa area. Così come si possono fare confronti con le stesse aree di altri atenei, anche se bisogna sempre tenere conto delle dimensioni delle sedi, della composizione dei gruppi, etc. Per quanto ci riguarda stiamo portando avanti un’autoriflessione su questi risultati non lusinghieri”. È corretto applicare a Scienze psicologiche un sistema bibliometrico che tiene soprattutto conto del numero di pubblicazioni e del numero di indicizzazione? “Le scienze psicologiche sono composite. Noi abbiamo settori che hanno una tradizione bibliometrica forte, come la psicofisiologia, e altri settori, come quelli di area più clinica, che l’hanno molto debole. Forzare, in questi casi, la valutazione rappresenta una distorsione”. La questione è ancora più delicata quando si parla di un settore nato e sviluppatosi all’interno di una Facoltà umanistica per eccellenza, come quella di Lettere, oggi Dipartimento di Studi Umanistici: “Va considerata la peculiarità della psicologia alla Federico II, in quanto non solo siamo abbastanza giovani rispetto ad altri Corsi di altri Atenei, ma soprattutto siamo nati in un contesto umanistico, quindi il nostro tipo di produzione è molto legato all’interdisciplinareità e all’intervento, perché tanta ricerca è collegata alle esigenze delle scuole e del territorio. Quindi è un tipo di ricerca difficile da ricondurre in maniera meccanica ai criteri bibliometrici”. Sicuramente i più giovani, come si evince da un indicatore (l’IRAS2) in leggera crescita, producono in un’ottica diversa: “I giovani ricercatori o dottori di ricerca si sono subito mossi in maniera molto proficua nell’ottica della Valtutazione. L’IRAS2 era buono grazie all’arrivo di personale in mobilità da altri atenei, in particolare nei settori come la psicofisiologia e la psicometria che non avevamo. Ma ci sono anche colleghi che, formatisi in un contesto umanistico, adesso si trovano in difficoltà ad adeguarsi. Questi rappresentano la nostra specificità ma non sono valorizzati”. Sicuramente, dunque, andrebbe potenziato quel tipo di produzione che è più indicizzato, che ha maggiore risonanza a livello internazionale, ma si dovrebbero rivedere anche gli indicatori per una valutazione maggiormente aderente alla realtà, e che non sminuisca le peculiarità di questo tipo di studi. “Oltre alle pubblicazioni, ci sono prodotti come software o altri strumenti di ricerca diversi che non vengono presi in considerazione
nella VQR, così come c’è la dimensione dell’intervento sul territorio che dovrebbe essere valutata. Il sistema, così com’è, è limitato”.Se da un lato si ragiona per trovare una strategia che risponda alle richieste dell’Agenzia Nazionale della Valutazione (Anvur) dall’altro “insisteremo proprio su questo organismo perché vadano valorizzati i lavori interdisciplinari. Intendiamo tutelare la nostra tradizione scientifica e la nostra specificità, che abbiamo tutta l’intenzione di trasferire anche alle nuove generazioni di studiosi. Non vogliamo, inoltre, penalizzare il nostro rapporto con il territorio sminuendo questa importante funzione dell’accademia”.
nella VQR, così come c’è la dimensione dell’intervento sul territorio che dovrebbe essere valutata. Il sistema, così com’è, è limitato”.Se da un lato si ragiona per trovare una strategia che risponda alle richieste dell’Agenzia Nazionale della Valutazione (Anvur) dall’altro “insisteremo proprio su questo organismo perché vadano valorizzati i lavori interdisciplinari. Intendiamo tutelare la nostra tradizione scientifica e la nostra specificità, che abbiamo tutta l’intenzione di trasferire anche alle nuove generazioni di studiosi. Non vogliamo, inoltre, penalizzare il nostro rapporto con il territorio sminuendo questa importante funzione dell’accademia”.