Una Facoltà unica

Esclusiva nel suo genere in Italia, Studi Arabo-Islamici e del Mediterraneo è, alla luce degli ultimi accadimenti internazionali che vedono inasprirsi il conflitto Oriente (soprattutto quello islamico) e Occidente, il luogo più adatto “per avere un vettore di conoscenza corretta ed autentica dei grandi fatti che inondano il pianeta, oggi più che mai”, sostiene il Preside Luigi Serra. 
Di tutte le Facoltà de L’Orientale è la più piccina, all’incirca 220 gli iscritti dello scorso anno accademico, un’ottantina gli immatricolati. Lingue, storia e culture dei Paesi islamici, il Corso di Laurea triennale attivato; Scienze delle lingue, storia e culture del Mediterraneo e dei Paesi islamici, la Specialistica. Un’offerta didattica, quella di Studi Arabo-Islamici, che è un unicum, sicuramente in Italia, per certi aspetti addirittura in Europa. “Da noi si studiano tutte le lingue dell’Oriente islamico, tra cui arabo, berbero, turco, persiano, urdu; discipline storiche come Storia del vicino oriente islamico, Filosofia islamica, Islamistica, Storia dell’impero ottomano; le archeologie, come Archeologia egiziana; materie giuridiche quali Diritto musulmano dei Paesi islamici, Sociologia musulmana; le dialettologie come Dialettologia araba e berbera. E ancora, Letteratura araba e religiosa, la cui importanza, specie in questo momento storico, è facilmente intuibile, o Letteratura araba moderna e contemporanea”.
Un percorso, dunque, adatto “a studenti anticonformisti, ragazzi col desiderio di conoscere l’altro attraverso meccanismi diretti e critici, ma non mediati”. “La difficoltà di questi studi – aggiunge il Preside – consiste nel fatto che allo studente tocca misurarsi con realtà culturali e con discipline che incontra per la prima volta quando arriva all’università. Un impatto nuovo, che poi si trasforma in un viaggio fortemente avvincente”. Per far bene, allora, “occorre credere molto in questi studi. E in caso di bisogno, ci si può sempre rivolgere ai docenti”, assicura Serra. 
Alla triennale, sei gli esami del primo anno, tra cui Letteratura italiana, una lingua e traduzione di area europea, una lingua e letteratura di area islamica (a scelta tra arabo, berbero, turco, urdu o etiope); Storia del vicino oriente islamico (o altra materia a scelta), Islamistica; una disciplina tra Archeologia egiziana, Civiltà preislamiche dell’Africa del Nord; Storia contemporanea dei Paesi arabi, Storia dell’economia del mondo islamico (“insegnamento, quest’ultimo, unico in tutta Europa”); un esame a scelta tra Archeologia subacquea in area mediterranea e Storia e cultura dei popoli del Sahara e del Sahel (“disciplina, questa, che s’interessa di tutta l’aria su cui si è concentrata l’attenzione del G8”). 
Palazzo del Mediterraneo e Palazzo Corigliano, le sedi dei corsi, che cominceranno da metà ottobre. La Facoltà organizza tirocini al terzo anno, intramoenia ed extramoenia, tra cui laboratori di lingua, seminari, convenzioni con altre istituzioni universitarie omologhe. “Insomma, cerchiamo di coinvolgere i ragazzi non solo nelle lezioni frontali, ma anche attraverso iniziative culturali. Vogliamo, cioè, che gli allievi si lancino in un’immersione completa, anche di carattere psicologico, nell’apprendimento delle discipline”. E come novità del prossimo anno, “potenzieremo ulteriormente le attività scientifiche a favore degli studenti ed incrementeremo le possibilità per le esperienze all’estero”, annuncia il prof. Serra.
“La grande competenza dei nostri docenti nei loro settori di specializzazione e il ritorno di forte apprezzamento ed interesse da parte degli studenti”, il punto di forza della Facoltà. Che, purtroppo, vive un certo disagio nel “veicolare i nostri laureati nel mondo dell’occupazione. Le istituzioni del nostro Paese sono miopi, perché incapaci di riconoscere professionalità che, invece, tornerebbero molto utili”. “Ultimamente – racconta il professore – un nostro laureato è stato assunto presso l’Ambasciata in Iran come interprete. Insomma, a lungo andare non restano certo senza lavoro, sebbene succeda che sulla carta le possibilità d’impiego di un laureato di Studi Arabo-Islamici potrebbero moltiplicarsi per cento (dal partenariato, alle collaborazioni intergovernative, alle relazioni politiche, economiche e commerciali internazionali); nella pratica, invece, trovano spazio in ambiti più circoscritti, quali la carriera diplomatica, istituti di credito, istituti di cultura, editoria, insegnamento, ricerca scientifica, operatori allo sviluppo, turismo culturale, attività d’impresa e di commercio nell’area arabo e mediterranea”. 
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