Mariano Gianola è stato uno studente dell’allora Facoltà di Sociologia della Federico II, oggi Dipartimento di Scienze Sociali. Dopo la Laurea Triennale, ha deciso di indirizzarsi verso la Comunicazione pubblica, sociale e politica, formandosi al Centro di Ateneo SinAPSi (Servizi per l’Inclusione Attiva e Partecipata degli Studenti) presso
il quale è stato borsista ed ha approfondito tematiche inerenti gli stereotipi di genere e le connesse discriminazioni e violenze (“ho avuto la possibilità non solo di acquisire nuove consapevolezze circa le varie sfumature dell’identità umana ma anche l’opportunità di sentirmi ‘utile’ attraverso la partecipazione a iniziative finalizzate a promuovere una cultura inclusiva”). Qui si sono gettate le basi del suo presente che trascorre all’interno della biblioteca della Fondazione Genere Identità Cultura, una realtà che si occupa anch’essa di promuovere una cultura basata sull’inclusione e contro ogni forma di discriminazione mediante iniziative che sono indirizzate a prevenire e contrastare qualsiasi tipo di prevaricazione legata alle differenze etniche, di razza, alle condizioni di disabilità o agli orientamenti sessuali. Le differenze hanno in qualche modo tracciato la strada dello studio e della ricerca sin dai tempi dell’università e i contesti sociali ostici sono finiti nel suo lavoro di tesi specialistica: “mi sono occupato di musica neomelodica con una ricerca sui valori e sulle rappresentazioni sociali veicolate all’interno di un campione
di testi incentrati su illegalità, delinquenza e criminalità”. Mariano oggi è anche uno scrittore per bambini, le sue favole didattiche per i piccoli compiono un lavoro di educazione e formazione verso le differenze: ha unito così due passioni. Ha pubblicato, per Ateneapoli editore, un ebook (scaricabile gratuitamente) dal titolo “Trans Cuore. L’Amore attraversa i confini”. Non è il primo lavoro che compie in questo senso e non sarà nemmeno l’ultimo.
Mariano, come mai hai deciso di scrivere un testo contro le discriminazioni sotto forma di favola per bambini? “I bambini, a differenza degli adulti, possiedono una mente plastica, duttile, aperta nei confronti delle differenze. Per questo, educare gli stessi al rispetto dell’altro rappresenta una mission che può portare a risultati fortemente positivi. L’utilizzo della favola come strumento contro le discriminazioni è legato al linguaggio specifico delle persone cui è rivolto, i bambini, appunto. Tramite questo strumento, con gli opportuni esempi, parole e personaggi
utilizzati, è possibile spiegare ai minori questioni complesse e attuali che, in molti contesti sociali, sono poste o considerate ancora come tabù”. Con Trans Cuore hai cercato di spiegare ai bambini chi è una persona transgender. Ma loro come vivono le differenze? “Ho cercato di spiegare ai minori il significato della parola ‘transgender’ e, soprattutto, di far comprendere loro come – a causa di stereotipi e pregiudizi – molte persone possono non essere riconosciute per quello che sentono di essere (vivendo, così, disagi e sofferenze). Molto spesso, per i bambini le differenze socialmente riconosciute (come, ad esempio, quelle legate alla razza, all’etnia, alla religione, alla condizione di disabilità, al genere e agli orientamenti sessuali), pur essendo oggetto di osservazione, non destano in loro maggiore attenzione o curiosità. Per loro esistono altre differenze significative come, ad esempio, quelle legate ai giochi effettuati e al loro svolgimento, agli sport frequentati e/o a quelle caratteristiche di personalità o estetiche che, per gli stessi, sono oggetto di interesse (come, ad esempio, quelle
legate all’eccessiva timidezza di un loro compagno o al fatto che questo porti gli occhiali o l’apparecchio ai denti). La visione delle differenze, pur essendo varia da bambino a bambino, è notevolmente influenzata dal contesto sociale nel quale lo stesso vive. Ad esempio, in ambienti sociali nei quali vi è uno scarso contatto tra culture diverse, per un minore la rappresentazione di una persona che proviene da un altro paese potrebbe risultare diversa da quella maturata da un suo coetaneo che vive all’interno di un contesto multiculturale. In via generale, nei bambini, le differenze socialmente riconosciute non sono percepite come un ostacolo, cosa che dovrebbe valere anche per gli adulti. Sono, invece, le credenze sociali, che i minori interiorizzano man mano, a far sì che gli
stessi considerino l’altro da sé come negativo. Per questo, è necessario prevenire le discriminazioni già da
quando si è piccoli, proprio perché la ‘plasticità’ mentale può favorire un atteggiamento positivo nei confronti delle differenze”.
il quale è stato borsista ed ha approfondito tematiche inerenti gli stereotipi di genere e le connesse discriminazioni e violenze (“ho avuto la possibilità non solo di acquisire nuove consapevolezze circa le varie sfumature dell’identità umana ma anche l’opportunità di sentirmi ‘utile’ attraverso la partecipazione a iniziative finalizzate a promuovere una cultura inclusiva”). Qui si sono gettate le basi del suo presente che trascorre all’interno della biblioteca della Fondazione Genere Identità Cultura, una realtà che si occupa anch’essa di promuovere una cultura basata sull’inclusione e contro ogni forma di discriminazione mediante iniziative che sono indirizzate a prevenire e contrastare qualsiasi tipo di prevaricazione legata alle differenze etniche, di razza, alle condizioni di disabilità o agli orientamenti sessuali. Le differenze hanno in qualche modo tracciato la strada dello studio e della ricerca sin dai tempi dell’università e i contesti sociali ostici sono finiti nel suo lavoro di tesi specialistica: “mi sono occupato di musica neomelodica con una ricerca sui valori e sulle rappresentazioni sociali veicolate all’interno di un campione
di testi incentrati su illegalità, delinquenza e criminalità”. Mariano oggi è anche uno scrittore per bambini, le sue favole didattiche per i piccoli compiono un lavoro di educazione e formazione verso le differenze: ha unito così due passioni. Ha pubblicato, per Ateneapoli editore, un ebook (scaricabile gratuitamente) dal titolo “Trans Cuore. L’Amore attraversa i confini”. Non è il primo lavoro che compie in questo senso e non sarà nemmeno l’ultimo.
Mariano, come mai hai deciso di scrivere un testo contro le discriminazioni sotto forma di favola per bambini? “I bambini, a differenza degli adulti, possiedono una mente plastica, duttile, aperta nei confronti delle differenze. Per questo, educare gli stessi al rispetto dell’altro rappresenta una mission che può portare a risultati fortemente positivi. L’utilizzo della favola come strumento contro le discriminazioni è legato al linguaggio specifico delle persone cui è rivolto, i bambini, appunto. Tramite questo strumento, con gli opportuni esempi, parole e personaggi
utilizzati, è possibile spiegare ai minori questioni complesse e attuali che, in molti contesti sociali, sono poste o considerate ancora come tabù”. Con Trans Cuore hai cercato di spiegare ai bambini chi è una persona transgender. Ma loro come vivono le differenze? “Ho cercato di spiegare ai minori il significato della parola ‘transgender’ e, soprattutto, di far comprendere loro come – a causa di stereotipi e pregiudizi – molte persone possono non essere riconosciute per quello che sentono di essere (vivendo, così, disagi e sofferenze). Molto spesso, per i bambini le differenze socialmente riconosciute (come, ad esempio, quelle legate alla razza, all’etnia, alla religione, alla condizione di disabilità, al genere e agli orientamenti sessuali), pur essendo oggetto di osservazione, non destano in loro maggiore attenzione o curiosità. Per loro esistono altre differenze significative come, ad esempio, quelle legate ai giochi effettuati e al loro svolgimento, agli sport frequentati e/o a quelle caratteristiche di personalità o estetiche che, per gli stessi, sono oggetto di interesse (come, ad esempio, quelle
legate all’eccessiva timidezza di un loro compagno o al fatto che questo porti gli occhiali o l’apparecchio ai denti). La visione delle differenze, pur essendo varia da bambino a bambino, è notevolmente influenzata dal contesto sociale nel quale lo stesso vive. Ad esempio, in ambienti sociali nei quali vi è uno scarso contatto tra culture diverse, per un minore la rappresentazione di una persona che proviene da un altro paese potrebbe risultare diversa da quella maturata da un suo coetaneo che vive all’interno di un contesto multiculturale. In via generale, nei bambini, le differenze socialmente riconosciute non sono percepite come un ostacolo, cosa che dovrebbe valere anche per gli adulti. Sono, invece, le credenze sociali, che i minori interiorizzano man mano, a far sì che gli
stessi considerino l’altro da sé come negativo. Per questo, è necessario prevenire le discriminazioni già da
quando si è piccoli, proprio perché la ‘plasticità’ mentale può favorire un atteggiamento positivo nei confronti delle differenze”.