Una giornata in aula studio ad Architettura

Uno stile che si alterna tra antico e moderno, quello del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale, che si colloca all’interno della cornice dell’abbazia di San Lorenzo, ad Aversa. Antico perché sono le mura a suggerirlo, moderno invece grazie alle opere di miglioramento di allievi e docenti, che attribuiscono al luogo un’identità ben definita. Il lungo corridoio, su cui si affaccia la fornita biblioteca, apre la via al chiostro prima di procedere inerpicandosi su per la lunga scalinata, verso i piani superiori. Il chiostro è un grande spazio aperto dove il bianco degli edifici e del colonnato fa da padrone; orde di studenti si muovono al suo interno tra una lezione e l’altra, scalpicciando come tante formiche laboriose in un terrario, alcuni dirigendosi verso l’aula T6 che, al momento, è adibita ad aula studio a causa di lavori in corso nella biblioteca. Avvicinandosi ai colonnati si constata che sono ricoperti di scritte ed incisioni, ma prima di dedicarsi ad arringhe sulla barbarie di qualche buontempone occorre aguzzare la vista; le scritte sono tutt’altro che bizzarri ghirigori o scarabocchi senza senso, sono nomi e date, e piuttosto antichi anche! Un’elegante calligrafia in corsivo riporta “Nardone Mario Luigi, 1901”, mentre un’altra, stavolta a caratteri grandi e cubitali dice: “Carcerino Bucci, Aversa, il dì 3 gennaio 1869”. Un estraniante tuffo nel passato che apre l’immaginazione a scenari sconosciuti e affascinanti. Lo spazio, dove si trovano numerosi tavoli e sedie, è luogo di ritrovo fisso di numerosi studenti che lo prediligono per le giornate di studio; si possono incontrare studenti di Architettura ma anche di Ingegneria. “Sono al terzo anno di Scienze e Tecniche dell’Edilizia – racconta Ania – Al di là della sede, nella quale personalmente mi trovo molto bene, ho riscontrato solo alcuni problemi con la gestione delle discipline tra Ingegneria e Architettura, inerenti al mio Corso di Laurea. È un sistema un po’ confusionario”. “Sin da quando ero bambina sono affascinata dal mondo delle costruzioni – afferma Chiara – Il mio obiettivo è quello di lavorare nella progettazione di spazi organizzati per una società migliore proiettata nel futuro, per questo ho scelto il Dipartimento di Architettura. Credo che la nostra regione abbia bisogno di persone dedite a questo genere di attività”. Promosso il Dipartimento per i professori: “credo che il livello della docenza sia molto elevato”, e la sede “è un buon posto dove studiare, personalmente trascorro qua la maggior parte del tempo; seguo i corsi della mattina e, dopo un break per il pranzo di circa mezz’ora, quelli del pomeriggio. Quando non ho corsi da seguire passo le giornate a studiare, ed è bello perché si possono conoscere molte persone e instaurare nuove amicizie”. Unico neo: “non credo funzioni doverosamente il laboratorio d’informatica, dato che dobbiamo usare il nostro computer personale”. In Dipartimento si può incontrare anche qualche ragazzo più grande, come Marco: “sono un vecchio studente di Architettura e diversi anni fa ho rinunciato agli studi. Successivamente, ho deciso di riprendere l’università per recuperare la laurea e non perdere gli esami sostenuti. Lavoro già come geometra, quindi mi trovo nel settore, ma la laurea è qualcosa a cui tengo particolarmente. Mi sono iscritto a ‘Scienze e Tecniche dell’Edilizia’ perché è un indirizzo più affine ad Architettura che ad Ingegneria. Di solito studio qui dove ho un gruppo di amici che frequento, nonostante io sia un po’ più grande di qualche anno”. Marco reputa “i servizi molto buoni”, i docenti “estremamente cordiali e disponibili, specialmente nel mio caso. Inizialmente avevo molti dubbi e domande riguardo ad ogni aspetto del percorso di studi, ma puntualmente i docenti sapevano rassicurarmi e indicarmi la via più giusta in cui procedere. Secondo la mia esperienza, su una scala da uno a dieci attribuirei senza dubbi il punteggio più alto”. 
Una giornata ad Architettura significa incorrere anche nei numerosi progetti che il Dipartimento ha avviato, come ‘Plastic Free’, un’ambiziosa iniziativa votata alla riduzione dell’utilizzo di plastica. Avviandosi verso l’uscita si può infatti trovare un erogatore da cui, con la propria borraccia o bottiglietta, è possibile attingere acqua fresca, a temperatura ambiente, liscia o gassata. 
Nicola Di Nardo
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