11 milioni e mezzo a 47 progetti di ricerca con Valere

Alla Vanvitelli la ricerca prosegue la sua corsa grazie al programma Valere. Finanziati, con 11 milioni e mezzo, 47 progetti competitivi intra-ateneo, interdipartimentali e multidisciplinari, per docenti e ricercatori. La partenza dei progetti, della durata di 24 mesi, è prevista a 60 giorni dall’approvazione della graduatoria di merito avvenuta il 3 ottobre.
Al budget iniziale di 9 milioni sono stati assegnati altri due milioni e mezzo, residui di programmi Valere precedenti e in previsione dell’alto numero di progetti che avrebbero partecipato al bando pubblicato a gennaio. Tre le macro-aree di ricerca: Life Sciences, Physical Sciences and Engineering e Social Sciences and Humanities. Qualche dato: “Sono stati presentati 95 progetti – informa la prof.ssa Lucia Altucci, delegata del Rettore alla Ricerca – 47 quelli approvati e finanziati”. Di questi: 21 per il settore Life Sciences per un totale di 5.750 mila euro, 17 per Physical Sciences and Engineering con 4.461 mila euro e 9 di Social Sciences and Humanities con un budget di 1.278 mila euro, in base alla rappresentatività delle tre aree in Ateneo e agli atteggiamenti europei e internazionali adottati in merito a bandi di questa tipologia. A ciascun progetto è assegnata una somma da impiegare nel reclutamento di assegnisti, attrezzature, pubblicazioni, partecipazioni a congressi scientifici, materiali e traduzioni. È possibile il coinvolgimento di altri ricercatori nazionali e internazionali, ma queste collaborazioni non possono essere richieste a spese dell’ateneo. “Tutti i progetti sono interdipartimentali e multidisciplinari con l’obiettivo di connettere le discipline, anche lontane tra loro. Mi preme sottolineare l’attenzione al gender con cui l’Ateneo vuole garantire l’integrazione delle donne nella ricerca: ogni cordata, che prevede una o più unità di ricerca, doveva essere composta al femminile almeno per il 20%. Superando il 25%, poi, il punteggio sarebbe salito. I progetti non sono stati valutati dall’Ateneo bensì da revisori esterni appartenenti ad una banca dati di esperti al fine di garantire la massima trasparenza”. 
Ma non finisce qui dal momento che il programma Valere 2019 si arricchisce con un’ulteriore novità, sempre nel segno dell’innovazione, il cui bando è atteso entro la fine dell’anno. Pro Valere Research Hub segue ancora la prof.ssa Altucci: “Si chiamerà e vuole creare laboratori di ricerca internazionali, ma in Ateneo. Anche in questo caso si tratta di un’operazione interdipartimentale e prevede la partecipazione di un ente pubblico internazionale. Sarà finanziata da Valere con un budget, per ora sperimentale, di 700 mila euro. Per il momento si potrebbe pensare a partire con tre Hub da 150-200 mila euro ciascuno. L’idea è molto vantaggiosa anche per il partner internazionale che ha a disposizione laboratorio e finanziamento ed è pensata in prospettiva futura dal momento che, se il progetto dovesse rivelarsi valido, si potrebbero richiedere fondi, ad esempio europei, e creare delle macro-assi di ricerca”. 
Quali risultati sta portando, intanto, il programma Valere? Decisamente ottimi. 117 le posizioni di dottorato dal 2017, 310 i ricercatori nel programma dal 2017, 38 gli RTDA entrati con Valere 2017, 151 gli assegni di ricerca finanziati con i Valere 2017, 2018 e anche 2019, 10 milioni investiti nelle tecnologie innovative. 
“Molti dei nostri giovani stanno cominciando a credere nella ricerca. Qualche giorno fa ho incontrato un dottorando che mi ha detto di aver scelto la strada della ricerca perché il programma Valere ha dimostrato quanto praticamente l’università si attivi in questa direzione. È una cosa che crea un senso di comunità e che ci riempie di orgoglio”, conclude la docente. 
Carol Simeoli
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