“Una segregazione verticale” per le donne nell’Università

Giro di boa per il progetto GENOVATE (genovate.eu), l’iniziativa promossa dalla Commissione Europea e inserita nel Settimo Programma Quadro, volta a studiare e attuare azioni concrete a sostegno del donne, contro la discriminazione che affligge il lavoro femminile in campo scientifico e accademico. Obiettivo del programma avviato nel 2014, creare un servizio di mentoring a supporto delle giovani ricercatrici all’interno di una rete di istituzioni, fra cui l’Università Federico II che, in collaborazione con l’University College di Cork in Irlanda, l’Universidad Complutense di Madrid e il Comitato Unico di Garanzia dell’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), ha dato vita al primo programma pilota mai condotto in Italia a cui hanno aderito venti coppie mentore-allieva, costituite da una professoressa e da una ricercatrice, o dottoranda. Lunedì 29 febbraio e venerdì 11 marzo, a partire dalle 9:30, nella sede dell’Accademia Pontaniana di Via Mezzocannone, il gruppo GENOVATE@UNINA ha organizzato due momenti di confronto affrontando le questioni del bilancio di genere negli atenei, della differenza di genere nella valutazione della ricerca e del mentoring come valorizzazione delle carriere scientifiche delle donne. Il comitato promotore è composto dalle docenti e ricercatrici fridericiane Maria Carmela Agodi, Angela Gargano, Antonella Liccardo, Maria Rosaria Masullo, Ofelia Pisanti e Ilenia Picardi, fisico e project manager del programma. Ospiti delle due tavole rotonde, studiose da diverse sedi universitarie. “Presenteremo i risultati definitivi a maggio, nell’ambito di un’iniziativa di Ateneo dedicata al Bilancio di Genere – spiega la dott.ssa Picardi – I dati che abbiamo fotografano la presenza delle donne nelle università mostrandone una vera segregazione verticale. È un primo passo, ma molto importante. La nostra iniziativa è fortemente sostenuta dal Rettore, al punto che ormai si può tranquillamente affermare che si tratti a pieno titolo di un’iniziativa UNINA”. Dallo studio emerge che la valutazione di genere rientra prepotentemente nella valutazione complessiva della ricerca: “una vasta letteratura dimostra come non esista alcuna neutralità nel giudicare una pubblicazione scientifica – prosegue la ricercatrice – Per questo sono molto importanti i programmi specifici a supporto delle donne, che altrove esistono ma che in Italia sono totalmente assenti. Spesso si confonde il mentoring con il tutoraggio, ma quello di cui parliamo non è un aiuto da parte di una persona che dia consigli sul lavoro, ma di una guida che aiuti a ragionare in modo critico tutto il proprio percorso di ricerca, sugli ostacoli e sulle strategie, al fine di diffondere la consapevolezza, al momento piuttosto scarsa, della discriminazione vigente. Perché nessuno di noi, al momento di cominciare un percorso formativo, sa che esistono dei percorsi differenziati”. Una parte di questi argomenti verranno affrontati in un prossimo convegno previsto per la metà di aprile.
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