Uso del defibrillatore, abilità imprescindibile per i futuri medici

Corsi gratuiti al primo soccorso cardiorianimatorio con l’uso del defibrillatore semiautomatico BLSD (Basic Life Support Defibrillation) per gli studenti di Medicina. L’iniziativa è promossa dall’ASMed (Associazione Studenti Medicina), finanziata con più di 6.000 euro dall’Ateneo, nell’ambito dei fondi accordati alle associazioni studentesche. Si svolge in collaborazione con la trasmissione radiofonica WRONG e il GIEC.
“Questo tipo di formazione è stato fortemente voluto dai rappresentanti degli studenti di Medicina, per dare un messaggio forte ai loro coetanei, affinché possano, attraverso gli studi e il loro bagaglio personale, contribuire alla crescita della rete dell’emergenza sul territorio”, afferma il dott. Maurizio Santomauro, responsabile del progetto, che ha preso il via il 7 novembre, e afferente al Dipartimento di Cardiochirurgia. Infatti, dopo il Decreto Balduzzi del 2012, che prevede l’obbligo dei defibrillatori con personale abilitato per tutte le società sportive dilettantistiche e agonistiche, il ruolo dei futuri medici nelle situazioni di arresto cardiaco sarà determinante. “Pertanto, se fino ad oggi la preparazione al primo soccorso è stata trascurata e demandata all’abilità di personale non sanitario, ora diventa improrogabile per i nuovi laureati nella Facoltà di Medicina avere un’abilità specifica anche in questo settore”. Il dott. Santomauro spiega come funziona l’apparecchio: “Si applica con piastre autoadesive, che l’operatore deve impugnare seguendo i comandi automatici della macchina, la quale possiede segnali acustici”. Unica raccomandazione, seguire le norme di sicurezza: “Nessuno deve toccare la vittima nel momento in cui il defibrillatore sta inviando la scarica elettrica, potrebbe avere gravi conseguenze”.
A parlare dell’organizzazione, il delegato dell’associazione ASMed Ciro Salzano. “Grazie ai fondi erogati dall’Ateneo, abbiamo realizzato il progetto, con i corsi BLSD per adulti e pediatrico, di cento e trenta posti riservati agli studenti degli ultimi quattro anni di Medicina”. Grande successo, testimoniato anche dalle 550 richieste di partecipazione per il primo e le 120 per il secondo corso. Salzano sottolinea che corsi del genere non sono previsti nel percorso accademico, ma solo a pagamento. “Ritengo che sia basilare per noi avere nozioni sulle tecniche di rianimazione cardiopolmonare del paziente”. Il corso prevede infatti una base teorica, con lezioni in aula, e una pratica sul manichino. Sulla pratica si dilunga Luca Scognamiglio, Presidente dell’ASMed e capogruppo della Confederazione studenti in Ateneo. “Questo tipo di corso dovrebbe essere previsto dall’Ateneo. Noi studenti di Medicina, inquadrati legalmente come laici, perché privi di laurea, non abbiamo occasione di fare pratica”. Il BLSD la prevede, invece, fin dalla prima lezione. “Abbiamo seguito la tecnica del massaggio cardiocircolatorio e della respirazione bocca a bocca. Questa per noi è una delle poche occasioni per sentirci operativi. Uno studente di Scienze Infermieristiche, ad esempio, è cento volte più preparato di noi a livello pratico”. L’università dovrebbe europeizzarsi: “Se la Facoltà deve formare futuri docenti, ben venga. Se sta formando medici, allora non va più bene. Il nostro Ateneo dovrebbe andare al passo con gli altri paesi europei per quel che riguarda la pratica”, conclude Luca.
“Gli eventi formativi si snoderanno in un percorso di quattro giornate dedicate al primo soccorso nell’adulto ed una dedicata a quello pediatrico – spiega Ciro – Al termine avranno un attestato riconosciuto dall’American Heart Association”, sottolinea. Prossimi appuntamenti mercoledì 28 novembre e giovedì 6 dicembre per il pronto soccorso pediatrico.
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