Utile nel post-laurea la conoscenza del Diritto Finanziario

“Sono molto contenta dell’andamento del corso. Ho circa 400 presenze, un bel numero di studenti se consideriamo che l’esame è del II anno e la materia è molto tecnica. I ragazzi si dimostrano attenti ed interessati, durante le lezioni pongo loro delle domande, le risposte sono sempre argute ed attinenti”, afferma la prof.ssa Loredana Strianese, nuova docente di Diritto Finanziario (II cattedra A-L). Ricercatrice di Diritto Tributario, già professore aggregato in Diritto della finanza decentrata (disciplina che continuerà a tenere), copre la cattedra in supplenza annuale. La disciplina che insegna è fortemente interdisciplinare, si incontrano, oltre ad elementi di Tributario, nozioni di base del primo anno. “Si parte dallo studio delle norme che disciplinano il diritto tributario, parlando di bilancio dello Stato, di legge di stabilità, per approdare poi a vari tecnicismi più marcati e magari meno discorsivi. Quest’ultima parte non deve spaventare. Pur se complessa, la materia è piacevole e si rifà ai principi generali studiati al primo anno: i principi costituzionali, quelli comunitari, ai diritti fondamentali. Occorre imparare ad applicare questi ultimi al diritto tributario”. La dimestichezza con questa branca del diritto aiuta in diversi ambiti post-laurea. Oltre che per la professione di avvocato tributarista, “aumenta la possibilità di successo ai concorsi pubblici. È una materia presente ovunque ed ogni buon giurista non può far a meno di consolidarla”. Anche perché, come sottolinea la docente, “la disciplina presenta una grande modernità, è in continua evoluzione ed espansione. La società attuale sensibilizza l’attenzione verso determinate problematiche del diritto tributario, approfondendo aspetti diversi nei vari ambiti. Pensiamo al giudice del Tar o semplicemente al magistrato: due figure molto importanti che hanno dovuto superare prove di Tributario, aggiornandosi rapidamente con l’evoluzione delle leggi”. Per questo: “gli elementi che si studieranno adesso accompagneranno per sempre la carriera degli studenti. Anzi, questi studi non vanno persi di vista, ma vanno approfonditi”. La motivazione nello studiare questi tecnicismi è fondamentale. “Noi non studiamo grafici e formule come Economia o Scienza delle finanze – fa notare la docente – Da noi si studiano i principi e le norme applicative da un punto di vista amministrativo e non. Bisogna fare in modo che i ragazzi non si distacchino da queste materie, soprattutto perché, essendo così piccoli, possono facilmente spaventarsi. Questa disciplina andrebbe studiata più in là negli anni, quando c’è maggiore consapevolezza”. La docente però sa come gestire il rapporto con i ragazzi. “Ho un ottimo riscontro con gli studenti, mi piace gratificare il lavoro svolto, quando ce ne siano i presupposti. I ragazzi sono molto vulnerabili, chi fa il nostro mestiere dovrebbe tenerne conto. Mi ritengo molto disponibile e ci tengo a coltivare rapporti di stima reciproci”. Sia chiaro, però, per la docente è necessario il rigore scientifico: “I ragazzi devono dimostrare di conoscere la materia nella sua completezza. Posso pur immedesimarmi nelle loro difficoltà, tuttavia divento esigente in sede d’esame”. 
Su.Lu.
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