Istituita due anni fa, l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario (ANVUR) è un ente pubblico, sul quale vigila il Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica. Ha vari incarichi: predisporre un programma di valutazione esterna della qualità delle attività delle Università e degli Enti di ricerca pubblici e privati destinatari di finanziamenti pubblici; indirizzare le attività di valutazione dei nuclei di valutazione interna degli atenei e degli enti di ricerca; valutare l’efficienza e l’efficacia dei programmi pubblici di finanziamento e di incentivazione alle attività di ricerca e di innovazione. Un ruolo importante, dunque, anche alla luce del nuovo sistema di finanziamento degli Atenei, basato sul merito e sulla premialità.
Il 20 aprile Stefano Fantoni, ricercatore nel settore della Fisica nucleare teorica e dei liquidi quantistici, al vertice dell’Anvur dal 2011, è stato ospite della Seconda Università, nella sede del rettorato in via Costantinopoli, a Napoli, nell’ambito del ciclo di incontri “Sun Promuove Ricerca”. Ha tenuto una prolusione dal titolo “Il Ruolo dell’ANVUR nel Sistema Universitario”. Al suo fianco il Rettore dell’Ateneo Francesco Rossi ed il ProRettore alla Ricerca Riccardo Pierantoni.
Fantoni ha aggiornato i docenti della Sun circa lo stato dell’arte della procedura di valutazione per il periodo 2004–2010, che è in corso: “Coinvolge 95 tra università statali e non statali riconosciute. Riguarda aree, strutture e dipartimenti, non i singoli ricercatori. Ovviamente, però, i risultati potranno rappresentare una indicazione preziosa anche ai fini della distribuzione delle risorse nell’ambito dei singoli Atenei, tra un settore e l’altro”. Il processo si basa su vari criteri, tra i quali la valutazione dei lavori effettuati da esperti in maniera anonima e l’analisi dei lavori pubblicati sulle varie riviste. Il rapporto finale dell’Anvur è previsto a giugno 2013, la fase di valutazione si dovrebbe concludere entro novembre del 2012.
Molte le domande formulate dai docenti, a conclusione dell’intervento. Il prof. Antonio D’Onofrio, anch’egli un fisico, gli ha chiesto in particolare dettagli circa i costi della procedura di valutazione. Fantoni ha risposto: “La procedura che valuterà i lavori prodotti tra il 2004 ed il 2010 – parliamo di circa 200.000 – ha un costo complessivo di 10 milioni. Possiamo contare sui 6.400.000 residuali della vecchia procedura, quella che poi fu sospesa appunto in attesa dell’istituzione dell’Anvur. Mancano ancora 3.400.000 euro. Quanto all’Anvur, ha un fondo ordinario, che trasferisce il Ministero, di circa 5 milioni l’anno. Coprono l’intero funzionamento della struttura, dagli stipendi agli uffici, alle attrezzature”.
Un punto importante della procedura in atto, ha ribadito Fantoni, è che non si valutano i singoli, ma le strutture. Il Rettore Rossi ha obiettato: “Bene la valutazione, ma i Dipartimenti sono costituiti dalle persone in carne ed ossa. Allora vorremmo capire se, nell’ambito di un procedimento così complesso e così importante, si troverà anche il modo di valutare le singole persone per quello che fanno, per la qualità del lavoro, per la costanza, e per l’impegno. Tanto più che l’esito della valutazione determinerà ricadute in termini economici, farà sì che ogni struttura avrà maggiori o minori risorse. Ebbene, va valutata la differenza anche nell’ambito di ciascuna struttura, perché sia valorizzato il merito”.
Problemi particolari, ai fini della valutazione dell’attività di ricerca, pone evidentemente il settore umanistico. Tra i fattori dei quali terranno conto gli esperti dell’Anvur, “le pubblicazioni nelle riviste classificate in fascia A, le più accreditate sotto il profilo scientifico”. La valutazione delle aree umanistiche, ha aggiunto, “per quanto complessa, è essenziale. Abbiamo una incredibile ricchezza di competenze, in questo settore, il cui valore spesso non è stimato nei rating internazionali”.
Altra questione emersa dall’incontro è stata la necessità che Anvur, Crui (Conferenza dei Rettori) ed il Consorzio Cineca dialoghino maggiormente. “E’ indispensabile ed ho l’impressione che oggi accada ancora in maniera insufficiente”, ha detto il ProRettore Pierantoni. “Ciò determina”, ha aggiunto, “che agli Atenei arrivino notizie ed indicazioni tra loro perfino contraddittorie. Un esempio riguarda appunto il bando della procedura di valutazione. C’era scritto che sarebbe stato sufficiente allegare una scheda. Poi il Cineca ha fatto sapere che quelle notizie sono insufficienti. Significa che bisogna riaprire tutte le schede della valutazione. Un lavoraccio. Alla fine si è intromessa la burocrazia. Rischiamo che un settore sia penalizzato semplicemente perché un settore scientifico non è esplicitato”.
Qualche perplessità sulla ricerca di indici e di numeri capaci di sintetizzare l’attività di ricerca da parte del Preside di Scienze del Farmaco Paolo Pedone: “Abbiamo bisogno dei numeretti, va bene, ma non è che corriamo il rischio che passi il messaggio che un professore è solo un numero? Insomma, nulla in contrario a che si verifichi la qualità della ricerca, ma occorre che i parametri individuati ci mettano al riparo da semplificazioni ed approssimazioni”.
Fabrizio Geremicca
Il 20 aprile Stefano Fantoni, ricercatore nel settore della Fisica nucleare teorica e dei liquidi quantistici, al vertice dell’Anvur dal 2011, è stato ospite della Seconda Università, nella sede del rettorato in via Costantinopoli, a Napoli, nell’ambito del ciclo di incontri “Sun Promuove Ricerca”. Ha tenuto una prolusione dal titolo “Il Ruolo dell’ANVUR nel Sistema Universitario”. Al suo fianco il Rettore dell’Ateneo Francesco Rossi ed il ProRettore alla Ricerca Riccardo Pierantoni.
Fantoni ha aggiornato i docenti della Sun circa lo stato dell’arte della procedura di valutazione per il periodo 2004–2010, che è in corso: “Coinvolge 95 tra università statali e non statali riconosciute. Riguarda aree, strutture e dipartimenti, non i singoli ricercatori. Ovviamente, però, i risultati potranno rappresentare una indicazione preziosa anche ai fini della distribuzione delle risorse nell’ambito dei singoli Atenei, tra un settore e l’altro”. Il processo si basa su vari criteri, tra i quali la valutazione dei lavori effettuati da esperti in maniera anonima e l’analisi dei lavori pubblicati sulle varie riviste. Il rapporto finale dell’Anvur è previsto a giugno 2013, la fase di valutazione si dovrebbe concludere entro novembre del 2012.
Molte le domande formulate dai docenti, a conclusione dell’intervento. Il prof. Antonio D’Onofrio, anch’egli un fisico, gli ha chiesto in particolare dettagli circa i costi della procedura di valutazione. Fantoni ha risposto: “La procedura che valuterà i lavori prodotti tra il 2004 ed il 2010 – parliamo di circa 200.000 – ha un costo complessivo di 10 milioni. Possiamo contare sui 6.400.000 residuali della vecchia procedura, quella che poi fu sospesa appunto in attesa dell’istituzione dell’Anvur. Mancano ancora 3.400.000 euro. Quanto all’Anvur, ha un fondo ordinario, che trasferisce il Ministero, di circa 5 milioni l’anno. Coprono l’intero funzionamento della struttura, dagli stipendi agli uffici, alle attrezzature”.
Un punto importante della procedura in atto, ha ribadito Fantoni, è che non si valutano i singoli, ma le strutture. Il Rettore Rossi ha obiettato: “Bene la valutazione, ma i Dipartimenti sono costituiti dalle persone in carne ed ossa. Allora vorremmo capire se, nell’ambito di un procedimento così complesso e così importante, si troverà anche il modo di valutare le singole persone per quello che fanno, per la qualità del lavoro, per la costanza, e per l’impegno. Tanto più che l’esito della valutazione determinerà ricadute in termini economici, farà sì che ogni struttura avrà maggiori o minori risorse. Ebbene, va valutata la differenza anche nell’ambito di ciascuna struttura, perché sia valorizzato il merito”.
Problemi particolari, ai fini della valutazione dell’attività di ricerca, pone evidentemente il settore umanistico. Tra i fattori dei quali terranno conto gli esperti dell’Anvur, “le pubblicazioni nelle riviste classificate in fascia A, le più accreditate sotto il profilo scientifico”. La valutazione delle aree umanistiche, ha aggiunto, “per quanto complessa, è essenziale. Abbiamo una incredibile ricchezza di competenze, in questo settore, il cui valore spesso non è stimato nei rating internazionali”.
Altra questione emersa dall’incontro è stata la necessità che Anvur, Crui (Conferenza dei Rettori) ed il Consorzio Cineca dialoghino maggiormente. “E’ indispensabile ed ho l’impressione che oggi accada ancora in maniera insufficiente”, ha detto il ProRettore Pierantoni. “Ciò determina”, ha aggiunto, “che agli Atenei arrivino notizie ed indicazioni tra loro perfino contraddittorie. Un esempio riguarda appunto il bando della procedura di valutazione. C’era scritto che sarebbe stato sufficiente allegare una scheda. Poi il Cineca ha fatto sapere che quelle notizie sono insufficienti. Significa che bisogna riaprire tutte le schede della valutazione. Un lavoraccio. Alla fine si è intromessa la burocrazia. Rischiamo che un settore sia penalizzato semplicemente perché un settore scientifico non è esplicitato”.
Qualche perplessità sulla ricerca di indici e di numeri capaci di sintetizzare l’attività di ricerca da parte del Preside di Scienze del Farmaco Paolo Pedone: “Abbiamo bisogno dei numeretti, va bene, ma non è che corriamo il rischio che passi il messaggio che un professore è solo un numero? Insomma, nulla in contrario a che si verifichi la qualità della ricerca, ma occorre che i parametri individuati ci mettano al riparo da semplificazioni ed approssimazioni”.
Fabrizio Geremicca