Valutazione della ricerca, la Federico II presenta il Documento Unico

Presentato il Documento Unico di Valutazione (DUV) della Federico II, contenente i parametri per l’autovalutazione della ricerca di Ateneo. Dopo mesi di lavoro assiduo da parte della Commissione, “cominciamo a discutere il modello e i criteri”, ha detto il Rettore prof. Massimo Marrelli, in apertura dell’incontro tenutosi il 1° febbraio, ed ha sottolineato l’importanza di un lavoro che va nella medesima direzione di quello svolto negli anni precedenti. “La valutazione è indispensabile, è uno strumento di governo utile al miglioramento del sistema – ha detto l’Assessore regionale alla ricerca e all’Università prof. Guido Trombetti – C’è da dire anche che non esiste una valutazione perfetta, in quanto è soggetta ad errori ed approssimazioni”. Prima di lasciare spazio alla presentazione del DUV, il prof. Giuseppe Silvestri, Presidente del Nucleo di Valutazione, è intervenuto sul rilevante aspetto evolutivo nella valutazione. “Condivido pienamente gli elementi di fondo del documento – ha detto – All’inizio mi sono posto il problema del parallelismo con la metodologia dell’Anvur (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca), ma sono certo che viaggiano verso una convergenza”. Nel documento presentato, “i prodotti della ricerca sono stati divisi in due tabelle che riassumono due diverse modalità di produrre e valutare la ricerca – ha spiegato il prof. Roberto Di Lauro, delegato del Rettore alla ricerca – la tabella A, che comprende prodotti con una forte incidenza di parametri bibliometrici, e la tabella B, dove ci sono, invece, prodotti con scarsa presenza dei suddetti parametri”. Resta da chiarire, a questo punto, la modalità di assegnazione delle risorse tra due aree non comparabili. “E’ un nodo che non abbiamo sciolto – ha detto Di Lauro – ma potrebbe essere effettuata utilizzando un criterio di numerosità degli afferenti, introducendo anche una valutazione del costo medio della ricerca”. Nella tabella A si collocano le pubblicazioni WOS (Web on Science), “anche se ci sono alcuni settori disciplinari che pubblicano articoli in atti di congresso o conferenza e a cui abbiamo riservato un punteggio più alto”. Nella tabella B, invece, è subito emerso un problema: “A livello internazionale, non esiste una classificazione oggettiva delle pubblicazioni di alcuni settori. Abbiamo, quindi, pensato di procedere con una classificazione che fosse quella dei ricercatori del nostro Ateneo, relativamente al periodo di valutazione”. Un’altra questione centrale è legata alla definizione dell’indice di produttività. “La produttività scientifica media del Dipartimento o Scuola di dottorato – ha continuato Di Lauro – corrisponde alla somma totale del valore dei prodotti rapportata alla numerosità dei professori e ricercatori afferenti al Dipartimento. Questo sistema può dare vita ad una graduatoria utilizzabile ai fini di un confronto all’interno di aree omogenee che saranno definite successivamente”. In aggiunta, poi, alla valutazione, “si vorrebbe effettuare, a titolo preferenziale, una classificazione dei prodotti per ‘temi’, allo scopo di far emergere aggregati culturali, anche trasversali. Alcuni colleghi hanno già presentato liste nei Consigli di Dipartimento”. La valutazione, che avverrà ogni anno con riferimento agli ultimi tre, “nel tempo, dovrà eliminare la quota di risorse distribuite su criteri storici e portarla su criteri oggettivi”. Al momento, c’è un ingorgo nell’inizio della raccolta dei dati, “cominceremo dopo una riunione con gli addetti delle strutture interessate”, ha concluso il docente. Prima dell’applicazione del documento, restano comunque da chiarire alcuni passaggi, tra cui il riscontro oggettivo nelle aree umanistiche.
Maddalena Esposito
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