Via i ticket cartacei, arrivano i badge per il servizio mensa

L’implementazione di nuovi servizi con alcune importanti novità: è un’assistenza a 360 gradi quella offerta dall’Azienda per il Diritto allo Studio (Adisu) de ‘L’Orientale’. Nonostante le difficoltà economiche e la carenza di personale. “Dobbiamo gestire al meglio le risorse assegnateci dalla Regione”, afferma il prof. Domenico Silvestri, da otto mesi alla presidenza dell’Adisu. 
Con venti unità di personale a tempo indeterminato, più sei a contratto, a fronte dei sessanta operatori dei ‘tempi d’oro’, si cerca di impegnare al massimo le professionalità di ognuno, ad esempio i vecchi operatori mensa si occupano della distribuzione ticket e controllo qualità dei ristoranti convenzionati. “Grazie al personale che lavora già da anni con impegno e professionalità, e alle sei giovani ed efficienti dottoresse assunte con contratto a tempo determinato tramite l’Adecco, si va avanti. Ma serve altro personale altrettanto qualificato, non solo per stabilizzare alcune funzioni, ma anche per incrementare e potenziare il servizio”, sottolinea Silvestri. E dalla Regione sembra arrivare uno spiraglio con l’ipotesi di un concorso per 12 unità di personale da assumere a tempo  indeterminato. 
E veniamo alle novità. A breve gli uffici dell’Adisu si trasferiranno dalla sede di Palazzo Gentile ad una nuova struttura in via Depretis. Il cambio ha una ragione economica: l’attuale canone di locazione è troppo oneroso, circa 8mila euro mensili. Costerà, invece, la metà il fitto della nuova struttura che, assicura il Presidente, “è molto decorosa e dista solo 400 metri da quella attuale. I soldi risparmiati serviranno per incrementare i servizi. Si tratta di una scelta di economia ragionevole”. Sul fronte dei servizi agli studenti, provvedimento già approvato in Consiglio di Amministrazione, si prevede la totale informatizzazione del servizio mensa, con l’introduzione già da marzo del badge elettronico che andrà a sostituire i ticket cartacei che i ragazzi ogni volta devono ritirare per poter accedere al servizio. “Abbiamo  già attivato una trattativa privata per la procedura di assegnazione della produzione del badge. La carta verrà distribuita agli studenti che potranno ricaricarla da un minimo di 5 euro fino ad un massimo di 50 euro, anche tramite internet banking (se hanno questa possibilità), e usarla come una carta prepagata. Gli studenti, quindi, dovranno soltanto presentarla al ristorante, verrà passata in un pos, e per ogni pasto verrà scaricato l’importo dovuto. In questo modo si potranno evitare quei tanto scomodi pellegrinaggi fino alla nostra sede per ritirare il ticket, procedura così disagevole che rende, a volte, inaccessibile il servizio a chi ha poco tempo per la pausa pranzo o a chi trova la nostra sede troppo distante”, illustra Silvestri. E per garantire la qualità del servizio ristorazione – ricordiamo che, da quest’anno, è aumentato il contributo a 2 euro per la prima e a 3 euro per la seconda fascia (da 650 a 700 gli euro scalati per i vincitori di borsa) -, si sta preparando, in collaborazione con i due rappresentanti degli studenti in CdA, un questionario con domande molto dettagliate da sottoporre agli utenti. Il ristorante che non supererà la ‘prova questionario’ non vedrà riconfermata la sua convenzione.
Entro giugno, assicura il Presidente, verrà informatizzata anche la procedura per le domande di borsa di studio, che avverrà solo on-line, “in questo modo si riduce la spesa per noi e il tempo per gli studenti”. Terzo step del progetto di informatizzazione dell’Adisu è l’ancora più ambizioso progetto di un Centro di Documentazione Contemporaneo, da allestire nella nuova sede di via Depretis. Sarà attrezzata una sala con una serie di postazioni internet, in tal modo gli studenti potranno consultare tutte le riviste, i documenti, i siti di giornali o biblioteche a pagamento, come ad esempio la pagina dell’Enciclopedia Britannica. L’Adisu provvederà ad abbonarsi a tutti quei siti e quelle riviste on-line che possono essere di interesse generale per gli studenti de L’Orientale, del Conservatorio o dell’Accademia di Belle Arti. Per questa iniziativa sono stati già stanziati circa 20mila euro; il Presidente anticipa che a breve chiederà a tutti i colleghi docenti di segnalare luoghi importanti di informazione on-line ai quali abbonarsi. “E’ un’iniziativa unica in Campania, che coltivo già da diversi anni. Consente all’Università di essere un vero luogo di sapere, extra nazionale ed extra europeo, collegando i ragazzi con tutte le più importanti banche dati del mondo”.
Aiuti agli
 studenti-genitori
Nel Consiglio di Amministrazione Adisu del 26 gennaio sono state approvate altre importanti iniziative che migliorano ed innovano i servizi già esistenti. Sono stati ristabiliti i contributi straordinari per i viaggi all’estero (lo scorso anno il servizio era stato sospeso in quanto il CdA era vacante) per un importo massimo di 2.000 euro. Una opportunità ampliata anche ai dottorandi. Poi i contributi alloggio: saranno attribuiti, fino ad un massimo 200 euro per 10 mesi, agli studenti rientranti in un reddito Isee di 14.500 euro, che presenteranno regolare contratto d’affitto. “Non avendo la possibilità di offrire alloggi nelle Case dello studente, offriamo questa possibilità ai ragazzi, pensando anche ai tanti stranieri – spesso provenienti dai paesi in via di sviluppo – che vengono a studiare da noi. Con questo contributo speriamo di sollevare i nostri studenti dallo sfruttamento di locatari senza scrupoli”.
Di carattere fortemente innovativo, il contributo pensato per gli studenti genitori per il mantenimento dei figli negli asili nido: un aiuto per i genitori di ambo i sessi, coniugati o meno, che risultino iscritti ad uno dei tre Atenei e rientranti in determinati parametri, per sostenerli nei loro studi.
Invece la chiusura, tanto osteggiata dagli studenti, della mensa dell’Orientale, segna di sicuro la fine di un’epoca. Dopo un periodo di incertezze e discussioni tra Regione e Ateneo, il prof. Silvestri informa della richiesta avanzata dall’Orientale di riconsegnare i locali, per attrezzarli ad aule e open space. “Sicuramente l’Ateneo utilizzerà la sede nel modo migliore per gli studenti, ma per noi non sarà facile smaltire tutte le attrezzature presenti e che costituivano la vecchia mensa – evidenzia Silvestri – Sono tutti apparecchi e strutture molto costose che se verranno ben valutate venderemo, altrimenti doneremo ad un ente di beneficenza, ad esempio la Caritas”. La chiusura della mensa “ha significato eliminare un importante centro di aggregazione: non è nelle aule o nei corridoi che i ragazzi possono discutere – dice Silvestri – Un mio sogno sarebbe quello di attivare una mensa unica delle Università del centro storico, che diventi importante luogo di aggregazione e di scambio culturale”. 
Valentina Orellana
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