Sono tornati dalla Cina con l’impressione di aver scoperto un nuovo mondo, talmente sono rimasti colpiti dal paesaggio, dall’ambiente, dai costumi che vi hanno trovato. Toto Cuocolo, Michelangelo Messina, Peppe Camerlingo e Antonio Bifulco sono i primi studenti della Parthenope ad aver messo piede in Cina nell’ambito del parternariato avviato a maggio scorso con il viaggio della delegazione di cui faceva parte anche il Rettore Ferrara. I quattro rappresentanti degli studenti (Bifulco è consigliere Adisu), accompagnati dal prof. Francesco Maglioccola, referente del programma di internazionalizzazione che coinvolge le Università cinesi, e dalla prof.ssa Colomba La Ragione, docente di inglese, hanno soggiornato in Cina dal 6 al 26 novembre. Ripercorrono le tappe di un’iniziativa che definiscono “molto importante ” e di un’esperienza che li ha certamente arricchiti. “Quando abbiamo saputo della firma di protocolli per scambi di docenti e studenti tra la Parthenope e alcune Università cinesi, noi di Facciamo Università ci siamo adoperati per trovare il modo di far partecipare concretamente gli studenti a questo progetto – dicono Cuocolo, Camerlingo e Messina – L’idea è stata quella di chiedere un finanziamento all’Adisu per un viaggio durante il quale i rappresentanti degli studenti avrebbero potuto conoscere direttamente l’ambiente cinese e prendere contatti per futuri scambi. Nel periodo in cui siamo stati lì abbiamo anche partecipato a una fiera organizzata da Città della Scienza, dove erano presenti altri atenei campani”. La prima settimana ad Hanghzou per l’evento di Città della Scienza, poi la provincia dello Zhejiang, con la quale la Regione Campania ha concluso un accordo per la cooperazione nella ricerca scientifica, poi a Pechino: i ragazzi hanno girato moltissimo e ovunque hanno trovato buona organizzazione, strutture universitarie efficienti, persone accoglienti e studenti curiosi di conoscerli. “A Pechino abbiamo vissuto in un Campus molto bello e ben attrezzato. In Cina le Università sono tutte strutturate come campus nei quali vive la maggior parte degli studenti. In media ogni ateneo ha 20.000 iscritti e solo a Pechino ci sono 80 Università. E’ anche vero che la città ha 16 milioni di abitanti”. Proseguono: “quando siamo stati all’Università di Pechino abbiamo partecipato a un convegno sulle differenze tra la cultura europea e quella orientale. Abbiamo preso la parola per parlare della Parthenope, della città di Napoli e della Regione Campania e gli studenti cinesi si sono dimostrati pieni di interessi, ci hanno fatto molte domande”. Dice Michelangelo Messina: “il consiglio che diamo a tutti coloro che vogliono fare un’esperienza del genere è di partire essendo piuttosto padroni dell’inglese, altrimenti comunicare è impossibile”. Altra tappa importante è stata quella fatta a Zhaoqing, dove i professori e gli studenti hanno visitato un orfanotrofio. “Un sacerdote australiano ha creato un’associazione che si occupa di bambini poveri – raccontano i ragazzi – ha messo in piedi tre scuole, di cui una è intitolata a Matteo Ricci (primo italiano a vivere in Cina) e una a Marco Polo. E’ una cosa molto bella, se ne può capire di più visitando il sito www.china8.org”. I quattro studenti hanno dunque avuto modo di visitare non solo la Cina universitaria e quella più moderna ed efficiente, ma anche alcune parti della Cina povera e inquinata. “Il nostro obiettivo era di capire come funzionano le cose e di prendere contatti e punti di riferimento che potranno essere utili per chi vorrà partire prossimamente oppure per accogliere gli studenti cinesi che vorranno venire da noi – dicono – In Cina ci sono agenzie private che si occupano di collocare i ragazzi cinesi che vogliono studiare all’estero. Hanno contatti soprattutto con gli Stati Uniti, il Canada e l’Australia, noi ci siamo proposti come ponte per l’Europa, dato che tra l’altro siamo esponenti dell’ESN, l’Erasmus Student Network”. Cuocolo, Camerlingo, Messina e Bifulco si aspettano di essere contattati da chiunque voglia informazioni sulla Cina. E’ possibile scrivere loro all’indirizzo infocina@email.it.
Sara Pepe
Sara Pepe