Visita alla nuova sede della Facoltà

A maggio sarà consegnata la struttura della nuova sede della Facoltà di Biotecnologie. Chi passa all’angolo tra via Montesano e via Pansini può già scorgere l’edificio dalle grandi vetrate al di là del cancello del cantiere. All’interno l’ambiente è solare ed accogliente, tutto giocato sui toni del bianco e del verde. Il complesso si articola su quattro corpi di fabbrica contigui, distribuiti ad elle intorno ad uno spazio esterno pensato quale luogo di incontro. Su di esso si affacciano la hall dell’ingresso principale, il punto di ristoro, uno spazio studio, il centro stampa e la segreteria studenti. Eleganti scale, scale mobili e ascensori collegano i vari piani.
“I corpi A e D sono contigui, funzionalmente collegati e destinati esclusivamente ad aule – spiega l’ing. Maurizio Pinto, responsabile del progetto dell’Ufficio Tecnico per i Servizi di Ingegneria Civile e Architettura dell’Ateneo che ci accompagna nella visita al cantiere – Il corpo centrale B è destinato ad attività collettive, di socializzazione e agli studi dei docenti, mentre nell’edificio di fondo, il corpo C, sorgeranno la segreteria studenti, i laboratori didattici e di ricerca”. 
Il Preside Gennaro Marino, fiero di mostrare quella che diverrà la nuova sede della Facoltà, sottolinea: “Il progetto è stato completamente realizzato dall’Ufficio tecnico. Perciò risponde esattamente a tutte le nostre esigenze”. Si tratta di un intervento consistente, realizzato su una superficie complessiva di 19.700 mq che permetterà l’utilizzo di 17.000 mq di superfici interne articolate su 4 piani più il piano interrato destinato ai depositi e agli impianti. Nell’edificio verranno attrezzati 6 laboratori didattici e 14 laboratori degli istituti del CNR. Due spazi studio di complessivi 900 mq saranno riservati agli studenti. La maggior parte delle 21 aule è sdoppiabile grazie all’uso di pareti mobili e contiene complessivamente 3.300 posti banco. Nell’aula informatica, anch’essa divisibile, verranno allestite 80 postazioni. “Se consideriamo di utilizzarla almeno 5 ore al giorno significa che possono alternarsi quotidianamente ai computer 400 studenti”, fa notare il Preside.
Nel bando è già previsto che le aule siano dotate della predisposizione per il videoproiettore. “Per confortare i professori di matematica anticipo che vi saranno anche lavagne a saliscendi”, aggiunge il prof. Marino.
L’Aula Magna al primo piano ha la pianta a forma di un settore cerchio ad angolo retto e può ospitare 358 persone. E’ collegabile con impianto audio e video ad un’aula delle stesse dimensioni al piano inferiore. “I colleghi possono vendersi la nuova sede come Centro Congressi”, scherza il Preside.
“Si è cercato di ottimizzare gli spazi anche in relazione ai costi. Il concetto di base è garantire la massima flessibilità d’uso – afferma la progettista, l’architetto Costanza Mancuso – Il declivio del terreno è stato utilizzato per creare uscite di emergenza in tutti i piani”. Grande attenzione è stata data all’insonorizzazione dei locali: “Nell’Aula Magna abbiamo bilanciato superfici assorbenti come il legno con superfici riflettenti come il marmo. La copertura in rame poggiata su una struttura di legno assicura anche l’isolamento termico”, spiega l’ing. Pinto.
Il bar avrà posti a sedere mobili. “L’idea è di arredare anche lo spiazzo esterno con tavolini e ombrelloni – afferma il Preside – Studenti e docenti si troveranno in una realtà completamente diversa da quella in cui hanno vissuto finora”.
Nessuno si sbilancia su una possibile data di inaugurazione. “L’Amministrazione ha fatto un contratto eccezionale con l’impresa. I tempi sono stati rispettati. C’è stato soltanto un piccolo ritardo fisiologico – rileva il Preside – Speravo che tutto potesse essere completato per il primo semestre del 2010 e non mi azzardo a fare una nuova previsione”. Ora occorre bandire la gara per gli arredi. “Verrà fatta un’unica gara per le attrezzature di questo edificio e per quelle del nuovo plesso della Facoltà di Agraria di Portici”, afferma l’ing. Pinto.
Studenti e docenti contano di iniziare il secondo semestre del prossimo anno nei nuovi spazi. Allora rimarrà solo il quarto piano da appaltare per realizzarvi studi dei docenti e laboratori chimici e biologici. Le professoresse Rosa Rao e Renata Piccoli, così come gli altri docenti presenti alla visita, sono entusiaste della struttura. “E’ stupenda – afferma la Piccoli – L’avevo vista grezza ma ora con i rivestimenti e gli infissi dà tutta un’altra impressione”. “Una cosa è vedere il progetto sulla carta, altra cosa è vederlo realizzato”, afferma il prof. Edgardo Filippone sottolineando l’importanza di raccogliere in un’unica sede tutte le biotecnologie nei loro molteplici aspetti: mediche, industriali, bio-molecolari, veterinarie e farmaceutiche. “L’edificio in seguito verrà ulteriormente abbellito. Io, per esempio, ho suggerito di collocare un orologio solare progettato da me sul piazzale – aggiunge il docente che è un appassionato di astronomia e gnomonica – L’ombra verrà data, attraverso un gioco di acqua, dalla persona che si colloca al centro della meridiana per rappresentare lo scorrere della vita e la centralità dell’uomo”. “La struttura è gradevole, sembra efficiente, sperando che l’insonorizzazione sia efficace, a differenza di quanto accade nelle aule comunicanti di Monte S. Angelo”, asserisce il prof. Lucio Parlato. “E’ un edificio all’altezza del compito – assicura il prof. Lorenzo Di Napoli – Gli spazi, tra l’altro, sono anche belli. Si lavorerà bene. Anzi, ci si vivrà bene, data la quantità di tempo che trascorriamo nei Dipartimenti”. La prof.ssa Viola Calabrò è stata invogliata a visitare il cantiere dai commenti positivi dei colleghi: “Devo dire che avevano ragione: l’edificio è molto bello. C’è stata una particolare attenzione a certi aspetti funzionali di cui gli spazi di Monte S. Angelo sono carenti, per esempio l’insonorizzazione e il sistema di condizionamento. Speriamo che gli studenti ne facciano buon uso, che non la rovinino perché anche la manutenzione costa tanto”. L’ing. Pinto rassicura la docente: per evitare eventuali atti di vandalismo, è stato previsto anche un grande impianto di sorveglianza con 16 monitor e telecamere sparse un po’ dovunque. La prof.ssa Marialuisa Tufino fa notare: “Il principale limite per gli studenti oggi è la difficoltà di coesione perché i corsi sono delocalizzati. Essere tutti assieme in uno stesso posto rappresenta un’opportunità unica”.
Manuela Pitterà
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