Lo zoonomo: una figura professionale che forse ancora in tanti non conoscono bene, ma sicuramente con delle interessanti e variegate prospettive professionali. Alcuni laureati in Tecnologie delle Produzioni Animali hanno raccontato come, senza essersi ancora iscritti alla Specialistica, non abbiano avuto difficoltà ad inserirsi in un’azienda zootecnica: “Subito dopo aver conseguito il titolo di primo livello, sono stata contattata da un’azienda di Eboli – racconta Mena Palomba, 25 anni, di Castellammare di Stabia – Grazie alla mia passione per l’allevamento bufalino, già durante il periodo universitario ho iniziato a seguire alcuni docenti nelle sperimentazioni presso le aziende. In questo modo ho avuto l’opportunità di partecipare a delle fiere e così sono stata notata da un allevatore, che mi ha proposto di andare a lavorare nella sua azienda. Da allora, pur continuando negli studi (l’anno scorso ho terminato anche la Specialistica), ho continuato a lavorare lì”. Una scelta mirata dunque quella di Mena, che accomuna molti suoi colleghi. Non tutti gli iscritti a Produzioni Animali, infatti, scelgono questo Corso come ripiego. La maggior parte anzi, contrariamente a un diffuso luogo comune secondo il quale gli zoonomi non sono altro che dei veterinari mancati (causa il numero chiuso), si iscrive proprio perché motivata dalla passione per i grandi animali. “Sin da bambina sapevo che il mio futuro sarebbe stato questo”, dice Francesca Cuscunà, che a neppure un mese dalla laurea, nel 2006, ha iniziato a collaborare con il CRA (Centro di Ricerca in Agricoltura) di Roma. “Anche io ho deciso di continuare con la Specialistica – spiega – per acquisire maggiori competenze, anche se già dopo i tre anni ho potuto fare una importante esperienza professionale. Ho trascorso diciotto mesi in un istituto di oltre mille ettari di terreno con circa mille e trecento animali. Si è trattato di una collaborazione come ricercatrice, dunque le mansioni erano svariate: dal monitoraggio degli animali (prevalentemente bufale) ai prelievi di sangue e quindi alle analisi in laboratorio”.
Il titolo di zoonomo permette di lavorare non solo con i grandi animali, ma anche nell’ambito di altri tipi di allevamenti. Nicola Vella, 26 anni, è titolare di un’azienda in provincia di Benevento, in cui si allevano conigli. “Mi sono iscritto a Produzioni Animali per guidare l’azienda di famiglia e sono soddisfatto dei miei studi, perché, pur essendo già inserito in questo ambito, ho appreso le competenze necessarie a svolgere al meglio questa professione”.
Ma qual è il campo d’azione dello zoonomo?. “Una figura professionale a metà tra il veterinario e l’agronomo – precisa Francesca – Lo zoonomo collabora con entrambi”. Ivano Russo, 26 anni, di Pozzuoli, lavora ormai da tre anni presso due aziende zootecniche di Piedimonte Matese e ci ha esposto la particolarità del suo ruolo: “In una delle aziende presso la quale lavoro c’era già un veterinario, ma avevano bisogno di uno specialista nel settore, per la gestione delle mandrie. E’ così che ho iniziato e adesso sono diventato responsabile delle risorse umane. Se ci si fa apprezzare nel proprio lavoro, anche attraverso un grande spirito di iniziativa, le soddisfazioni non mancano”. E’ dello stesso avviso Antonio Torre, anche lui responsabile di un’azienda di Piedimonte, a pochi passi da casa sua. Afferma: “Dopo la Triennale mi sono messo a girare per le aziende alla ricerca di un impiego. Sono stato fortunato, soprattutto per aver trovato lavoro non lontano da dove vivo. Oggi, invece, a meno di non essersi laureati in Ingegneria o in Informatica, bisogna necessariamente spostarsi per lavorare”.
C’è anche qualcuno che si è realizzato ugualmente con successo, senza svolgere la professione di zoonomo. E’ il caso di Nando Cirella, il quale ha sfruttato il suo titolo in un campo completamente diverso diventando, dopo la Laurea Triennale, Direttore del trimestrale ‘AgriCultura e Innovazione’. Nando ha discusso una tesi, dal titolo ‘L’importanza della comunicazione nella tutela e nella valorizzazione delle razze autoctone a rischio di estinzione in Campania’. “Un argomento del tutto originale in questa Facoltà – ha commentato – Ho ricevuto molti complimenti dai docenti della commissione, proprio per l’elemento innovativo introdotto. Non si era mai vista infatti, in una Facoltà di Veterinaria, una tesi in Comunicazione. Il motivo per cui mi sono iscritto è perché ho sempre creduto fermamente nell’importanza dei giornalisti di settore ed è per questo che anche i miei collaboratori sono tutti degli esperti in zootecnia”. Oltre a quello del giornalismo, esistono anche altri sbocchi professionali. “E’ possibile anche partecipare al concorso nei carabinieri (reparto NAS) o nelle guardie forestali”, dice Mena che però sottolinea: “L’importante è avere le idee chiare fin da subito. Siamo in un periodo critico un po’ per tutti, è innegabile. Tuttavia, se si è ben determinati, il lavoro nel nostro campo sicuramente non manca”.
Il titolo di zoonomo permette di lavorare non solo con i grandi animali, ma anche nell’ambito di altri tipi di allevamenti. Nicola Vella, 26 anni, è titolare di un’azienda in provincia di Benevento, in cui si allevano conigli. “Mi sono iscritto a Produzioni Animali per guidare l’azienda di famiglia e sono soddisfatto dei miei studi, perché, pur essendo già inserito in questo ambito, ho appreso le competenze necessarie a svolgere al meglio questa professione”.
Ma qual è il campo d’azione dello zoonomo?. “Una figura professionale a metà tra il veterinario e l’agronomo – precisa Francesca – Lo zoonomo collabora con entrambi”. Ivano Russo, 26 anni, di Pozzuoli, lavora ormai da tre anni presso due aziende zootecniche di Piedimonte Matese e ci ha esposto la particolarità del suo ruolo: “In una delle aziende presso la quale lavoro c’era già un veterinario, ma avevano bisogno di uno specialista nel settore, per la gestione delle mandrie. E’ così che ho iniziato e adesso sono diventato responsabile delle risorse umane. Se ci si fa apprezzare nel proprio lavoro, anche attraverso un grande spirito di iniziativa, le soddisfazioni non mancano”. E’ dello stesso avviso Antonio Torre, anche lui responsabile di un’azienda di Piedimonte, a pochi passi da casa sua. Afferma: “Dopo la Triennale mi sono messo a girare per le aziende alla ricerca di un impiego. Sono stato fortunato, soprattutto per aver trovato lavoro non lontano da dove vivo. Oggi, invece, a meno di non essersi laureati in Ingegneria o in Informatica, bisogna necessariamente spostarsi per lavorare”.
C’è anche qualcuno che si è realizzato ugualmente con successo, senza svolgere la professione di zoonomo. E’ il caso di Nando Cirella, il quale ha sfruttato il suo titolo in un campo completamente diverso diventando, dopo la Laurea Triennale, Direttore del trimestrale ‘AgriCultura e Innovazione’. Nando ha discusso una tesi, dal titolo ‘L’importanza della comunicazione nella tutela e nella valorizzazione delle razze autoctone a rischio di estinzione in Campania’. “Un argomento del tutto originale in questa Facoltà – ha commentato – Ho ricevuto molti complimenti dai docenti della commissione, proprio per l’elemento innovativo introdotto. Non si era mai vista infatti, in una Facoltà di Veterinaria, una tesi in Comunicazione. Il motivo per cui mi sono iscritto è perché ho sempre creduto fermamente nell’importanza dei giornalisti di settore ed è per questo che anche i miei collaboratori sono tutti degli esperti in zootecnia”. Oltre a quello del giornalismo, esistono anche altri sbocchi professionali. “E’ possibile anche partecipare al concorso nei carabinieri (reparto NAS) o nelle guardie forestali”, dice Mena che però sottolinea: “L’importante è avere le idee chiare fin da subito. Siamo in un periodo critico un po’ per tutti, è innegabile. Tuttavia, se si è ben determinati, il lavoro nel nostro campo sicuramente non manca”.
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sono di Anna Maria Possidente
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