Cinque lauree in sei anni: Giulio Deangeli, studente dei record, racconta il suo metodo geniale

Un bambino creativo, affascinato dal funzionamento del corpo umano, con la passione per la programmazione e per i mattoncini Lego. Come è ovvio che sia, quel bambino è cresciuto. Ha studiato (tantissimo), ha viaggiato (dagli Stati Uniti all’Australia), ha coltivato altre passioni (dalla musica al volontariato) e, alla fine, è volato a Cambridge con indosso un camice bianco per un Dottorato in Neuroscienze (selezionato tra 23mila candidati). Si delinea piano piano un profilo, quello di Giulio Deangeli, ormai noto come lo ‘studente dei record’, il giovanissimo padovano che ha conquistato cinque lauree in sei anni, anche autore del successo editoriale Il mio metodo geniale”. Lì dov’è in questo momento, a Cambridge, ha un calendario talmente pieno di impegni da non riuscire ad elencarli tutti ma, nonostante questo, ha trovato il tempo per incontrare virtualmente i giovani partecipanti dell’edizione 2022 delle Olimpiadi delle Neuroscienze, da lui vinte in passato. E, naturalmente, per raccontarsi ad Ateneapoli.

“L’ho fatto perché mi piaceva

Le Olimpiadi delle Neuroscienze, si diceva, mi hanno cambiato la vita. Nella mia scuola non si studiava il cervello; anzi, veniva saltato. Io approfondii da autodidatta. Vinsi la fase nazionale – certo, fui anche fortunato – partecipai alla competizione internazionale a Vienna e mi classificai al secondo posto. È il più alto risultato raggiunto da un italiano”. Una passione intrinseca, quella per la Medicina e per le Neuroscienze? “Direi di sì. Da bambino mi interessavo molto al corpo umano e conducevo per conto mio delle ricerche. La Medicina è diventata il mio pallino quando ho capito che potevo far confluire la mia creatività nella ricerca. E aggiunge: “Mi affascina l’idea di una retroingegnerizzazione del cervello, di vederci come meccanismi e capire come funzioniamo e fino a che punto possiamo spingerci”. E Giulio si è spinto molto in là.

Il beautiful mindset 

Lauree con il massimo dei voti in Medicina, Biotecnologie, Ingegneria, Biotecnologia molecolare all’Università di Pisa e Diploma in Scienze mediche alla Scuola Sant’Anna – questo il percorso fino al 2021 – e, in parallelo, borsa di studio a Cambridge nel 2016 e poi ad Harvard nel 2018 (con pubblicazione su prestigiose riviste internazionali). Difficile commentare. L’ho fatto perché mi piaceva, dice. Una motivazione inoppugnabile. È lecito ora domandarsi, considerando la rapidità con cui ha macinato esami e lauree, quale sia stato il suo rapporto con l’Università e con i suoi docenti e colleghi. Risponde: “All’Università si ha la possibilità di fare le proprie scelte, il che la rende un ambiente molto vivibile e flessibile”. Alcuni Corsi prevedono la frequenza obbligata, altri no, “e io che avevo un calendario bello pieno, sfruttando la possibilità di sostenere gli esami extra curriculari, mi organizzavo a seconda delle esigenze”. Di quell’ambiente loda “la multidisciplinarietà che è fondamentale nei progetti di ricerca – e aggiunge – Ho incontrato tanti docenti fantastici e ora mi trovo in un ambiente stimolante, circondato da persone imprevedibili e originali”. A Cambridge, lavora nel laboratorio della prof.ssa Maria Grazia Spillantini, la scienziata – erede del premio Nobel Rita Levi Montalcini – nota aver identificato il ruolo dell’alfa-sinucleina nei malati di Parkinson. Lì Giulio segue vari progetti, tra cui proprio uno sull’alfa-sinucleina, e racconta che sta conseguendo vari risultati di cui, non essendoci ancora pubblicazioni, non può anticipare nulla.

L’effetto spaziatura

Prosegue: La mia è una giornata infradiana, basata cioè su ritmi più lunghi delle ventiquattro ore. Studio, conduco ricerca, tengo conferenze, certamente dormo. Non c’è mai una giornata uguale all’altra”. Con tutti questi impegni non c’è il rischio di dimenticare qualcosa? “Nel cervello le informazioni hanno inevitabilmente una data di scadenza. I dettagli, che si studi una sola o più discipline, si perdono. La forma mentis invece resta. Lui la chiama ‘beautiful mindset’: “Di recente ho avuto bisogno di realizzare i prototipi di alcuni dispositivi e, in due giorni, con le mie mani, ho realizzato i circuiti e ho programmato. Il beautiful mindset è la capacità di sapersi trasfigurare nelle varie forme mentis e pensare come un biologo, un medico, un ingegnere”. La Laurea è soltanto uno dei mezzi per acquisirlo: “Il segreto è frequentare comunità che pensano diversamente da noi. Dobbiamo imparare a creare connessioni”. E il segreto per uno studio profittevole? “Penso all’effetto spaziatura, cioè a distribuire lo studio su un intervallo di tempo più lungo. L’intervallo di tempo tra un ripasso e l’altro dovrebbe essere tra il 10 e il 20% del tempo su cui vogliamo tenere la memoria. Mi spiego meglio: se voglio ricordare una cosa per un anno dovrò rivederla almeno una volta al mese. Questo forse è un po’ difficile da capire in un sistema scolastico e universitario in cui, per ovvie ragioni, si tende a chiudere un capitolo e andare avanti”. Poi, ovviamente, di base devono esserci serie motivazioni “che nel mio caso sono intellettuali, ad ogni pagina che studiamo assorbiamo la conoscenza di chi ci ha preceduto, ma anche umanitarie visto che le malattie neurodegenerative colpiscono una persona su quattro e non abbiamo ancora strumenti che ne rallentino la progressione”. Ma, al di là di questo, “mi diverto. Detesto stare senza far nulla e man mano che ho ampliato il mio campo di studi mi sono divertito sempre di più. Sono ancora quel bambino creativo, amante dei Lego, che gioca con le cose. Né si definisce un cervello in fuga: “La ricerca è internazionale e io non ho tagliato i ponti con il mio Paese. Ho tanti progetti che mi legano all’Italia”. Uno di questi, i prossimi 8-9-10 aprile, è una manifestazione di orientamento rivolta alle scuole e agli studenti ai primi anni di Università: “Tramite varie testimonianze raccontiamo come funzionano il mondo dell’Università e del lavoro. Per fare una scelta consapevole bisogna capire a cosa si sta andando incontro”.

Carol Simeoli

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