Con il Flag “una fotografia della realtà delle aziende familiari”

Sempre più interattivo e dinamico il FLAG, Family Business Lab on Accounting & Governance, tenuto dai professori Donata Mussolino e Alessandro Cirillo per gli studenti Magistrali del Dipartimento di Economia, Management, Istituzioni (Demi), che analizza le dinamiche interne alle aziende familiari. Discussioni partecipative, business case concreti, simulazioni e soprattutto testimonianze aziendali.
Quest’anno sono intervenuti in aula l’Aidaf, Associazione italiana delle aziende familiari, che “sono responsabili del 17 per cento del PIL italiano e dunque di grande rilevanza”, spiega il prof. Cirillo, e il dott. Carmine Esposito, seconda generazione di Esposito del gruppo campano EPM, “attivo da 40 anni nel settore del facility e dell’energy management, con sedi in tutta Italia e anche all’estero, che impiega 2000 addetti tra personale diretto e indiretto e ha un focus importante sulle nuove tecnologie, come i droni e il loro impiego nella logistica, e sulla sostenibilità”. EPM promuove anche iniziative filantropiche: “infatti è partner della Fondazione Grimaldi ed è subentrato nella questione dell’Istituto Bianchi di Napoli, che stava per essere venduto, per sostenere questa scuola e organizzare attività a carattere speciale nella Pignasecca, un’area ‘non ricca’, a sostegno delle famiglie del territorio e accompagnando persone indigenti nel mondo del lavoro”.
La prof.ssa Mussolino ricorda infatti la vocazione del Flag: non solo didattica, ma centro di ricerca sulle imprese familiari “con una vocazione fortemente territoriale e un’attenzione alle realtà del Mezzogiorno” e descrive il Laboratorio come “interattivo ed esperienziale per gli studenti che si approcciano o sono già sul mercato del lavoro così che acquisiscano gli strumenti e le conoscenze per entrare nelle dinamiche di gestione e buona governance”.

Le visite aziendali

A coronare il Flag ci sono anche visite aziendali, la prima si è tenuta il 28 novembre presso il pastificio Di Martino, tra i più grandi player italiani nella produzione di pasta dove ha fatto gli onori di casa nella sede di Gragnano il dott. Giuseppe Di Martino, terza generazione della famiglia che guida il pastificio storico. “Di Martino ha una forte vocazione territoriale. Sotto la loro leadership, infatti, la pasta di Gragnano è diventata IGP. Nonostante esportino in tutto il mondo, oltre il 90 per cento della produzione è in Campania, in particolare nel salernitano”, sottolinea il prof. Cirillo e conclude:
“Le possibilità di sbocco per i nostri studenti sono tantissime, in particolare dal punto di vista del marketing, visto che Di Martino ha instaurato collaborazioni con brand importantissimi come Mattel o Dolce & Gabbana”. “Gli studenti sono stati molto colpiti dalla parte produttiva, anche se non è il nostro cuore, ma soprattutto da come il proprietario ha parlato della sua visione e missione e del percorso strategico che investe ora, ma vedrà i risultati tra 20 anni – afferma la prof.ssa MussolinoAvendo carattere familiare, c’è la possibilità di fare progetti lungimiranti con calma, senza pressioni finanziarie”.

Incantati gli studenti

È stata la struttura del pastificio a colpire Maria Grazia Falzano, tra i 30 studenti presenti alla visita: “L’edificio produttivo si sviluppa in verticale e noi siamo partiti dal piano più alto e siamo arrivati al più basso dove avviene il confezionamento – racconta – Ci hanno spiegato tutta la filiera di controllo, perché tengono alla qualità della loro semola che è IGP e 100 per cento italiana”.
Il momento preferito: l’illustrazione della mission e vision dell’azienda: “Il dott. De Martino non si è soffermato solo sulla storia del pastificio – che è comunque interessante, perché suo nonno aveva iniziato a lavorare nel pastificio a 18 anni e dato che il presidente non aveva figli scelse di cedergli le azioni – ma si è concentrato sulle loro partnership – spiega – Sono sponsor ufficiali del Teatro San Carlo, perché sostengono la cultura, hanno una partnership con Dolce & Gabbana per la produzione di una box di latta a sostegno del made in Italy, e con Mattel con una box dedicata a Barbie, ancora prima che nascesse il progetto del film”.
Le collaborazioni più belle però per lei sono quelle con Slow food Italia, “a sostegno del buon cibo e di una dieta corretta”, e con Food for Soul, associazione no profit, con la quale “dedicano una parte del ricavato al sostegno di famiglie in tutto il mondo”. Aggiunge: “Il loro obiettivo è andare ‘above and beyond the call of duty’, cioè superare sempre le aspettative e l’ho trovata una bellissima prospettiva”.
Rosa De Rosa, altra studentessa del FLAG, si definisce “entusiasta” per “l’immersione nella produzione”: “Abbiamo visto come si fa la pasta, come viene tagliata ed essiccata, e poi concluso in bellezza nello studio dove il dott. Di Martino che ci ha tenuto un’ora e mezza incantati ad ascoltarlo”, racconta.
Rosa è stata così colpita dall’esperienza che l’ha raccontata a tutti per due giorni: “è stata una fotografia della realtà delle aziende familiari, che mi ha permesso di aprire gli occhi e ampliare i miei orizzonti”, ma anche una sorpresa: “Sembra incredibile che da idee così ‘semplici’ si arrivi a progetti di questa entità. Ti viene da pensare ‘come gli è venuto in mente?’. Ad esempio il nostro ospite ci ha raccontato che ha incontrato per caso il direttore della Mattel in aeroporto e gli ha proposto il progetto scrivendolo su un fazzoletto. Sembra un film!”. Anche Rosa è rimasta colpita dall’impegno nel sociale, in particolare “i corsi di cucina per le mamme single di Harlem a New York”.
Il 10 dicembre una nuova visita aziendale presso D’Amico, impresa familiare da 80 milioni, con 130 dipendenti e attiva in 74 paesi, nella nuova generazione con Maria D’Amico.
Eleonora Mele
Scarica gratis il nuovo numero di Ateneapoli

Ateneapoli – n. 19-20 – 2024 – Pagina 18

- Advertisement -




Articoli Correlati