Identificare una nuova idea e portarla sul mercato trasformandola in un’innovazione, lavorare insieme in un gruppo, gestire la competizione, il tutto in una forte interconnessione di saperi. È una valida palestra Hacking the City – Design a Circular Future, evento di portata nazionale dell’organizzazione no profit Tondo in partnership con Circular Economy Lab. Rivolto a studenti universitari di Laurea Triennale e Magistrale, dottorandi e neo-laureati di tutte le Università Italiane, l’obiettivo è far nascere e concretizzare progetti che favoriscano l’implementazione dell’Economia Circolare nelle città in un loro processo di ridisegno e riprogettazione. Per la Federico II, l’evento è stato presentato, martedì 2 febbraio, durante il corso di Management Strategico dell’Innovazione del prof. Antonio Capaldo. “Ai partecipanti all’hackathon verranno poste delle challenge, delle sfide lanciate su 8 macroaree tematiche, definite grazie al coinvolgimento attivo di importanti partner industriali”. Queste le aree e le aziende coinvolte: Salvatore Ferragamo sui beni di consumo, Esselunga per il settore cibo, Mapei sull’edilizia, Iren per l’area energia, per il design ci sarà Arup, Cisco per il digitale, sulla mobilità ci sarà PUNCH Torino e infine A2A per il settore waste. L’iniziativa “ha il patrocinio di molte università e noi, come Federico II, siamo stati i primi ad aderire. Su Teams ho aperto un canale separato, un’altra aula virtuale diversa da quella delle lezioni. È auspicabile, infatti, il coinvolgimento di studenti non solo di Economia, ma da vari Dipartimenti e aree di studio”. Chi accetterà di competere, infatti, potrà unirsi in gruppo “ed è fondamentale che i membri dei team siano portatori di conoscenze diverse. Gli studenti di Economia, ad esempio, avranno una sensibilità orientata al business e sapranno come far sì che una nuova idea possa diventare efficace sul mercato”. Il lavoro all’interno delle imprese oggi, prosegue il prof. Capaldo, “per svolgere task innovativi, che sono sempre più complessi, richiede l’integrazione di conoscenze e competenze diverse che non risiedono in una sola persona e, talvolta, nemmeno in una sola organizzazione”.
Il fondatore di ‘Tondo’ è un laureato federiciano
Chi desidera accettare la sfida potrà proporsi entro il 7 aprile, il team di Tondo si occuperà della fase di screening e i selezionati si sfideranno durante le due giornate di hackathon, il 23 e 24 aprile. Francesco Castellano, fondatore e Presidente di ‘Tondo’ “è un laureato federiciano di Economia che è stato anche mio allievo all’università di Bologna e alla Cattolica di Milano – ricorda il docente – Ci conosciamo da tanto e lo scorso anno, nell’ambito del mio primo corso alla Federico II, organizzammo un workshop sulla Circular Economy e lanciammo delle sfide agli studenti, identificare servizi e prodotti che potessero migliorare le città nelle diverse macroaree proposte. Due o tre idee furono davvero molto interessanti”. La Circular Economy, del resto, “è un aspetto centrale del più ampio e importante discorso sulla sostenibilità. Con Economia Circolare si intende il fare in modo che lo sviluppo economico avvenga senza depauperare il patrimonio delle risorse o, piuttosto, rigenerandolo, ed è una tematica attuale già da diversi anni”. E sarà ancora più centrale: “pensiamo al programma di Draghi in Italia, in un momento in cui nessuno può ignorare la necessità di cambiare il modo in cui si governano i processi economici. Nelle città, poi, si pone in modo particolare la questione della tutela delle risorse e della rigenerazione”. Le otto aree proposte nella sfida “fotografano i contesti in cui è necessario agire con maggiore velocità”.
I vincitori dell’evento, poi, saranno premiati dalle aziende promotrici della challenge, con un’opportunità di stage o altro premio a loro discrezione. Chi è il partecipante ideale per questo tipo di competizione? “Bisogna avere creatività, ma una creatività che sia anche associata a delle competenze tecniche. Eventi come questi sono delle palestre e, al di là che si vinca o meno, si apprendono sempre delle cose”. Tra cui, “il lavoro in team, skill a cui tengo particolarmente, imparare ad ascoltare gli altri, ad accettare visioni altrui o battersi quando si ritiene che la propria idea valga. È importante anche sviluppare capacità di leadership, un aspetto che nei colloqui selettivi è tenuto in grande considerazione”. E per un giovane, studente e laureato, “è bene anche saper gestire la competizione poiché, come sappiamo, il mondo del lavoro è estremamente competitivo. Per i ragazzi, poi, sarà interessante e formativo anche confrontarsi con aziende di quel calibro”.
Il fondatore di ‘Tondo’ è un laureato federiciano
Chi desidera accettare la sfida potrà proporsi entro il 7 aprile, il team di Tondo si occuperà della fase di screening e i selezionati si sfideranno durante le due giornate di hackathon, il 23 e 24 aprile. Francesco Castellano, fondatore e Presidente di ‘Tondo’ “è un laureato federiciano di Economia che è stato anche mio allievo all’università di Bologna e alla Cattolica di Milano – ricorda il docente – Ci conosciamo da tanto e lo scorso anno, nell’ambito del mio primo corso alla Federico II, organizzammo un workshop sulla Circular Economy e lanciammo delle sfide agli studenti, identificare servizi e prodotti che potessero migliorare le città nelle diverse macroaree proposte. Due o tre idee furono davvero molto interessanti”. La Circular Economy, del resto, “è un aspetto centrale del più ampio e importante discorso sulla sostenibilità. Con Economia Circolare si intende il fare in modo che lo sviluppo economico avvenga senza depauperare il patrimonio delle risorse o, piuttosto, rigenerandolo, ed è una tematica attuale già da diversi anni”. E sarà ancora più centrale: “pensiamo al programma di Draghi in Italia, in un momento in cui nessuno può ignorare la necessità di cambiare il modo in cui si governano i processi economici. Nelle città, poi, si pone in modo particolare la questione della tutela delle risorse e della rigenerazione”. Le otto aree proposte nella sfida “fotografano i contesti in cui è necessario agire con maggiore velocità”.
I vincitori dell’evento, poi, saranno premiati dalle aziende promotrici della challenge, con un’opportunità di stage o altro premio a loro discrezione. Chi è il partecipante ideale per questo tipo di competizione? “Bisogna avere creatività, ma una creatività che sia anche associata a delle competenze tecniche. Eventi come questi sono delle palestre e, al di là che si vinca o meno, si apprendono sempre delle cose”. Tra cui, “il lavoro in team, skill a cui tengo particolarmente, imparare ad ascoltare gli altri, ad accettare visioni altrui o battersi quando si ritiene che la propria idea valga. È importante anche sviluppare capacità di leadership, un aspetto che nei colloqui selettivi è tenuto in grande considerazione”. E per un giovane, studente e laureato, “è bene anche saper gestire la competizione poiché, come sappiamo, il mondo del lavoro è estremamente competitivo. Per i ragazzi, poi, sarà interessante e formativo anche confrontarsi con aziende di quel calibro”.
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