Il prof. Staiano: “se vi divertite studiate meglio”

Mondo accademico e delle professioni insieme per dare il benvenuto alle matricole

Benvenuti a Giurisprudenza: è lunedì 9 settembre e il Dipartimento è in fermento per accogliere le matricole per l’anno accademico 2024/25, accorse numerose in aula Amirante, nella sede di Porta di Massa, nonostante scioperi dei trasporti e condizioni meteorologiche avverse. Dal Rettore, Matteo Lorito, al Procuratore Nicola Gratteri, al Direttore di Dipartimento, Sandro Staiano, alle Coordinatrici dei due Corsi di Studio, Lucia Picardi e Francesca Reduzzi, rispettivamente per la Laurea a Ciclo unico in Giurisprudenza e per la Laurea Triennale in Scienze dei Servizi Giuridici, fino ai professori del primo anno, agli esponenti del mondo delle professioni, ad ex studentesse e associazioni. Insomma, tutti, ma proprio tutti, ci tengono a salutare i giuristi del domani, che si apprestano a scrivere un nuovo capitolo della loro vita che sì, forse potrà fare spaventare un po’, ma andrà affrontato comunque col sorriso perché “se vi divertite studiate meglio”.
Così il Direttore Staiano prova a sciogliere la tensione: “i migliori risultati si conseguono quando si è sereni e noi siamo qui per aiutarvi. La cosa importante è avere un dialogo permanente con noi e partecipare alla vita di questa comunità”.
Vietato chiudersi in casa in nome degli esami, perché il rischio è perdere il contatto con quella stessa realtà in cui il diritto vive e si nutre: “Anche se le norme verranno superate, quello che vi rimarrà saranno i principi, che vi serviranno nell’interpretazione: una delle più nobili arti umane, la capacità di far rivivere quello che è scritto in un testo”, in questo caso la norma, “che dovrà essere poi portata in collegamento con un fatto che andrà regolato in base a quanto scritto sì nella norma, ma cercando di penetrarne il significato, e se vi chiudete in casa per studiare voi interrompete il legame con l’esistenza. Non potete subire questo distacco tra realtà e preparazione teorica”.
A metterlo bene in chiaro è il notaio Dino Falconio, in veste di rappresentante del mondo delle professioni, per il quale, anche se le moderne tecnologie e l’intelligenza artificiale sembrerebbero star conducendo alla messa in discussione anche del settore delle professioni legali, in questo mondo c’è un elemento di cui non potrete mai permettervi di fare a meno: “il fattore umano”. E a darvelo sarà la stessa università, che “oggi vi consente di studiare al passo con i tempi. Molto spesso quello che trovate sui libri è superato e all’università vi insegnano quello che sarà scritto sui libri tra qualche anno”.

“In questa città si è avvocati, non si fa l’avvocato”

Tra i ragazzi all’ascolto c’è chi potrebbe essersi iscritto già con una chiara vocazione verso una professione, magari l’avvocatura, e allora avrà seguito con attenzione l’intervento dell’avv. Roberto Giovane di Girasole, Componente del Comitato Diritti Umani del Consiglio Nazionale Forense e del Consiglio Europeo degli Ordini Forensi, il quale ha raccontato: “in questa città si è avvocati, non si fa l’avvocato. Il napoletano ti guarda negli occhi quando viene a studio e se non sei una persona seria e credibile lo capisce immediatamente. Essere avvocati significa avere la consapevolezza di svolgere un ruolo fondamentale: rappresentare i cittadini davanti alla legge e verificare l’effettività dei diritti”.
Per chi, invece, come il dott. Luigi Carbone, Presidente di sezione del Consiglio di Stato, dovesse essersi promesso che non finirà mai a fare l’avvocato o il giudice, il range di opportunità lavorative trascende i confini di queste due classicissime professioni per aprirsi in un variopinto ventaglio di possibilità: “Per otto anni sono stato funzionario al Senato, poi ho sentito l’esigenza di cambiare perché volevo decidere io, ma senza fare il giudice, e allora ho partecipato al concorso per il Consiglio di Stato, che è una magistratura con piena indipendenza, ma che si occupa di cose diverse da quella ordinaria: è giudice del pubblico potere, tutela il confine tra autorità e libertà, tra interesse pubblico che si fa per la comunità e il privato.
Inoltre, sono stato consigliere giuridico di ministri e vicesegretario generale in più governi a Palazzo Chigi. O avete una vocazione molto forte o, altrimenti, guardatevi intorno: chi è curioso del mondo può guardarsi attorno e trovare moltissimi spazi e Giurisprudenza a Napoli vi dà le chiavi per poter entrare in questi spazi”.
A maggior ragione se questi dovessero essere nell’ambito di una carriera internazionale o a all’estero, questo è il posto giusto e, soprattutto, “gli sbocchi ci sono”, come racconta il prof. Roberto Mastroianni, Giudice del Tribunale della Corte di Giustizia dell’UE, in collegamento diretto da Lussemburgo che, scherzosamente, afferma: “la lingua più diffusa tra gli italiani della Corte qui a Lussemburgo è il napoletano, dunque ci sono effettivamente le possibilità per chi ha questo tipo di interesse”.
Coglie la palla al balzo per inserirsi in questo filone il dott. Costanzo Jannotti Pecci, Presidente Unione Industriali di Napoli, apprezzando dei ragazzi presenti la scelta “di rimanere qui in un tempo in cui si pensa che, se non ci si vada a formare da Roma in su, non si hanno prospettive”. Alla domanda su quali spazi un giurista può conquistarsi nel mondo dell’impresa, risponde: “ancora oggi, in Italia, l’impresa non è vista come uno dei motori fondamentali per l’economia di un Paese, ma come una controparte, e avere professionisti che siano in grado di affiancare l’impresa nella sua presenza sui mercati nazionali e internazionali è diventato imprescindibile. Anche nelle risorse umane, dove bisogna essere ferrati sul diritto del lavoro, abbiamo bisogno di giuristi”.
Chiude con un augurio per il futuro, una speranza: “che nei prossimi anni non ci tocchi più aprire il principale quotidiano della nostra città e leggere quasi fosse un fatto eccezionale che c’è stato chi, giovane come voi, ha deciso di ritornare. Mi auguro che rimanere sia la regola e andare l’eccezione”. L’accoglienza, però, non finisce qui: sono le associazioni studentesche, poi, a prendere per mano le matricole, con varie attività preparate un po’ per far conoscere il Dipartimento, come il tour guidato tra le varie sedi organizzato da Università degli Studenti (US), e per dare una piccola spinta di incoraggiamento a vincere la timidezza e iniziare a fare qualche amicizia, come l’aperitivo promosso da Studenti Giurisprudenza (SG).
Servizio di Giulia Cioffi
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Ateneapoli – n.13-14 – 2024 – Pagina 18

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