Intelligenza artificiale, rigenerazione urbana e processi partecipativi

Ciclo di incontri ad Architettura

Macchine che mostrano capacità umane, quali il ragionamento e l’apprendimento. L’utopia (o distopia) degli autori di romanzi di fantascienza negli ultimi anni parrebbe che sia trasformata in realtà, fino ad arrivare a chat come GPT, capaci di elaborare testi e di scrivere articoli. Dietro le macchine – anche le più sofisticate – in realtà c’è sempre l’uomo, con i dati che immagazzina e con le informazioni che produce e vengono rielaborate. Tuttavia, il dibattito su rischi e potenzialità dell’intelligenza artificiale è ormai una costante nell’opinione pubblica. Ad Architettura sono stati organizzati quattro seminari, nei quali esperti internazionali riflettono e discutono su come, attraverso l’intelligenza artificiale, possano essere sostenuti processi di cittadinanza attiva e si possano facilitare la raccolta e la condivisione di dati per avviare e condurre processi decisionali partecipativi e collaborativi, generare valori collettivi e promuovere lo sviluppo di modelli di democrazia deliberativa. Il primo seminario si è svolto il 21 marzo. È intervenuto Stefano Borroni Barale, un fisico teorico che ha scritto diversi libri sui temi dell’intelligenza artificiale. I successivi tre appuntamenti sono in calendario il 19 aprile, il 31 maggio e il 21 giugno. Organizza Sabrina Sacco, laureata in Architettura alla Federico II e dottoranda in Intelligenza Artificiale. Il comitato scientifico del ciclo di seminari è composto dai docenti Maria Cerreta, Ferdinando Di Martino, Bice Cavallo, Michelangelo Russo. Tutti gli incontri si svolgono nel Laboratorio dei Modelli LAM, nel Complesso dello Spirito Santo in via Forno Vecchio.
Sono dottoranda in Intelligenza Artificiale – dice l’architetto Sacco – e le tematiche che mi interessano riguardano la rigenerazione urbana e i processi partecipativi. Da tempo, ormai, si insiste sulla necessità del coinvolgimento delle comunità nelle scelte delle quali sono destinatarie in ambito urbanistico e architettonico. La condivisione di scelte e processi partecipativi è considerata una delle chiavi del successo degli interventi di innovazione e rigenerazione urbana e architettonica. Mi sono dunque chiesta se e come l’intelligenza artificiale possa facilitare l’incontro delle persone su questi temi, affinché le comunità possano intervenire sui processi decisionali in ambito urbano”. L’idea, in sostanza, è che essa possa rappresentare un alleato e non un pericolo, una opportunità e non un rischio. Come, d’altronde, ogni tecnologia e ogni innovazione. Il primo incontro era dedicato alla convivialità, il prossimo avrà per tema i valori collettivi. Gli ultimi due saranno focalizzati sulla cittadinanza attiva e sui processi deliberativi. “Relatori e relatrici – dice Sacco – hanno dato e daranno un punto di vista multidisciplinare alla questione. Ogni seminario è impostato sotto forma di domanda”. Cita un esempio di utilizzo di intelligenza artificiale ai fini dei processi partecipativi: “A Bologna una comunità di tassisti si è confrontata per appurare come gestire meglio la logistica degli spostamenti e questo è un ambito nel quale l’intelligenza artificiale permette di gestire gli scenari”. Il dottorato in Intelligenza Artificiale che sta frequentando l’architetto Sacco è nato nel 2020 – era all’epoca Ministro dell’Università Gaetano Manfredi, già Rettore federiciano – dopo la stipula di una convenzione tra Cnr, La Sapienza, il Politecnico di Torino, il Campus Biomedico di Roma, l’Ateneo di Pisa e la Federico II. Prevede di avere aree tematiche. La Federico II coordina quella relativa ad agrifood e ambiente.
Fabrizio Geremicca

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Ateneapoli – n.05 – 2024 – Pagina 11

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