Ad Ingegneria Biomedica il 4 marzo si è svolto l’appuntamento annuale di orientamento per gli studenti del terzo anno che devono selezionare il percorso L8 o L9.
Dopo l’apertura dell’evento del prof. Francesco Amato, Coordinatore del Corso, i seminari di presentazione dell’offerta formativa, in chiusura le testimonianze di due laureate, Martina Gallozzi e Angela Di Donato.
“Era il primo anno della suddivisione in due percorsi, si sapeva poco, quindi era un salto nel vuoto. Seguire il seminario di orientamento è stato fondamentale: leggere il piano di studi non è la stessa cosa che sentir parlare i professori, lì capisci a cosa servono tutti gli esami”, racconta, a proposito della sua scelta, il percorso L9, l’ingegnera Galozzi.
L’ha colpita soprattutto “l’applicabilità del percorso”, perché “adoro il corpo umano, studiarlo, ed L9 è molto più improntato all’aspetto bio”, e infatti lo consiglia a chi è “interessato alle applicazioni biologiche, a esami come chimica e biomateriali”. Pensava, poi, di proseguire gli studi con la Magistrale altrove, invece “ho deciso di restare qui e fare Industrial Bioengineering. Ero spaventata per la lingua, ma poi ho ingranato la marcia, ora sto seguendo l’ultimo semestre e mi è piaciuto tantissimo, non ho rimpianti”.
Le mancano gli ultimi esami prima della laurea, è interessata alla “drug delivery perché mi affascina scoprire perché e come funzionano le cose a livello fisiologico, come intervenire e riuscire a trovare un modo per dare un farmaco, con una siringa, una compressa ecc.”.
L’ingegnera Di Donato si è laureata, invece, nel percorso L8 per “la presenza nel piano di studi di esami a me più affini, come Campi elettromagnetici e Teoria dei segnali. Alla fine del secondo anno ho confermato la mia scelta anche perché avevo adocchiato la Magistrale in Dispositivi medici”, cui poi si è iscritta. Consiglia agli studenti di scegliere il percorso “sulla base di quello che piace, non quello che sembra più semplice”.
Altro consiglio è di “non farsi influenzare, perché ognuno ha un approccio diverso”. Soprattutto all’inizio, quando non si sapeva molto sul percorso, “giravano voci di corridoio che L8 fosse molto più complicato e gli studenti spaventati per la disinformazione non lo sceglievano”.
Aggiunge: “Si è relativamente piccoli, si può capire dopo se la scelta non è stata giusta, per questo esistono le Magistrali a crediti zero, i docenti sanno che la platea non è omogenea e cercano di recuperare le lacune, ma serve uno sforzo autonomo”. Lei invece è “più che felice” della scelta e la consiglia a “chi cerca un percorso stimolante che incrementi la fame di conoscenza in un ambito più elettronico”. Vorrebbe conseguire la doppia laurea in Ingegneria Elettronica “per approfondire l’argomento” e lavorare nell’ambito della progettazione dei dispositivi medici, “anche fuori dall’Italia perché sono aperta a tutte le esperienze, anche se il sogno è di lavorare vicino casa. Per ora non mi precludo nulla”.
Eleonora Mele
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Ateneapoli – n. 5 – 2025 – Pagina 19