Agraria ed Architettura si alleano per il design sostenibile. “Stiamo collaborando – informa il prof. Danilo Ercolini, Direttore del Dipartimento di Agraria – per la predisposizione di un bando che premi i professionisti del design e i giovani che stanno ora intraprendendo il loro cammino in questo settore, studenti compresi. Dovranno presentare progetti e rendering relativi alla realizzazione di prodotti di design attraverso l’utilizzo di scarti dell’agricoltura. Bucce, semi e quant’altro. Il senso è chiaro: quel che a noi può sembrare un prodotto da buttare via, con costi per di più legati allo smaltimento, può trasformarsi in una risorsa preziosa”. Il bando – ma i dettagli sono in fase di definizione e qualcosa potrebbe cambiare in corso d’opera – prevede “un paio di premi in denaro per i senior ed altrettanti per i più giovani. Cifre significative. Contiamo sull’aiuto della Città Metropolitana di Napoli e di due sponsor come Novamont e Caffè Borbone. Oltre che, ma è scontato, dall’Ateneo. Tutti i partecipanti al concorso, poi, avranno l’opportunità di esporre il loro progetto nella Reggia di Portici, ad Agraria”. È una pratica, quella del reimpiego e del riutilizzo degli scarti di agricoltura in ambiti completamente diversi da quelli del settore primario, che è stata avviata ormai da alcuni anni. Una delle esperienze più note è quella di un’azienda siciliana che produce una fibra per abbigliamento a partire dalla lavorazione delle bucce delle arance. “Michelangelo Russo, Direttore del Dipartimento di Architettura, ed io – sottolinea il prof. Ercolini – abbiamo davvero a cuore questo concorso. La pubblicazione del bando, purtroppo, è stata rinviata più volte per varie contingenze. Speriamo davvero che sia la volta buona e che a breve potremo rendere noti i dettagli del concorso”.
Va nella direzione di aprire sempre più Agraria alla collaborazione con le realtà produttive del territorio, non solo campano, anche l’intesa stipulata alcuni mesi fa con Bonifiche ferraresi, la più grande azienda agricola italiana. L’accordo, che rientra in una più ampia cooperazione tra l’Ateneo e l’azienda, prevede che ogni anno 30 studenti del Corso di Laurea Magistrale in Scienze e tecnologie agrarie saranno ospiti nelle aziende del gruppo per svolgere attività didattica, tirocini e tesi di laurea interamente sul campo. Precision farming, remote sensing, biocontrollo, miglioramento genetico e razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse idriche alcuni tra gli argomenti che potranno affrontare. “A marzo – dice Ercolini – i primi studenti cominceranno il loro soggiorno didattico nelle aziende di Bonifiche Ferraresi. Spero che analoghe intese potranno essere portate avanti, nel futuro, anche con altre realtà imprenditoriali e per altri Corsi di Laurea del Dipartimento. Se io, da studente, in Scienze e tecnologie alimentari avessi avuto l’opportunità di lavorare alla mia tesi di laurea in una grande azienda – poniamo Barilla, solo per citare un nome – ne sarei stato felicissimo”.
Va nella direzione di aprire sempre più Agraria alla collaborazione con le realtà produttive del territorio, non solo campano, anche l’intesa stipulata alcuni mesi fa con Bonifiche ferraresi, la più grande azienda agricola italiana. L’accordo, che rientra in una più ampia cooperazione tra l’Ateneo e l’azienda, prevede che ogni anno 30 studenti del Corso di Laurea Magistrale in Scienze e tecnologie agrarie saranno ospiti nelle aziende del gruppo per svolgere attività didattica, tirocini e tesi di laurea interamente sul campo. Precision farming, remote sensing, biocontrollo, miglioramento genetico e razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse idriche alcuni tra gli argomenti che potranno affrontare. “A marzo – dice Ercolini – i primi studenti cominceranno il loro soggiorno didattico nelle aziende di Bonifiche Ferraresi. Spero che analoghe intese potranno essere portate avanti, nel futuro, anche con altre realtà imprenditoriali e per altri Corsi di Laurea del Dipartimento. Se io, da studente, in Scienze e tecnologie alimentari avessi avuto l’opportunità di lavorare alla mia tesi di laurea in una grande azienda – poniamo Barilla, solo per citare un nome – ne sarei stato felicissimo”.
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