Scienze dell’Architettura cambia faccia

Lascia per fine mandato la Coordinatrice del Corso di Laurea. Parte un nuovo ordinamento

Scienze dell’Architettura, il Corso di Laurea Triennale nato circa venti anni fa con l’obiettivo di istituire la figura dell’architetto junior, cambia faccia. Nel suo ruolo di vertice, perché dopo due mandati come Coordinatrice lascia l’incarico la prof.ssa Federica Visconti, non più eleggibile, e le subentra il prof. Nicola Flora. Nella sua struttura, perché è stato approvato il nuovo ordinamento. Entra nel dettaglio di questa modifica la Coordinatrice uscente. Si è deciso dice Visconti – di rafforzare i fondamentali. Nel tempo mi sono resa conto che il Corso, nato per formare una figura professionale intermedia, in realtà prepara ad una Magistrale, visto che circa il 95 per cento dei laureati Triennali prosegue con una laurea di secondo livello. Nell’ambito dell’Architettura o altrove, per esempio nel Design. Questa situazione ci ha spinti a rivedere l’ossatura del percorso, che quando nacque puntava ad una laurea in qualche modo spendibile dopo il triennio. Abbiamo lavorato ad un rafforzamento nei primi cinque semestri delle discipline caratterizzanti, in particolare di quelle relative alla progettazione, e poi abbiamo previsto un sesto semestre nel quale gli studenti scelgono tra molte opzioni in campi disciplinari differenti. L’ultimo semestre, il sesto, è quello nel quale ragazze e ragazzi si chiariscono le idee sulla direzione verso la quale procedere o, se le hanno già chiare, iniziano ad assumere quelle competenze che torneranno utili per la Magistrale”. Prosegue Visconti: “Nel primo anno il nuovo ordinamento prevede una novità sostanziale alla quale ho tenuto molto. Abbiamo portato Scienza delle costruzioni all’interno del laboratorio di Progettazione.

Le materie scientifiche non vanno vissute  come “un peso”

Il motivo? “Si dice che lo studente di Architettura affronta le materie scientifiche con lo stesso spirito con il quale uno può andare dal dentista affinché gli sia estratto un dente. Portare Scienza delle costruzioni nel laboratorio di Progettazione aiuterà i nostri iscritti a comprendere che le materie scientifiche vanno studiate non come un peso o una condanna, ma perché contribuiscono nel rapporto tra architettura e costruzione alla elaborazione di un progetto che sia plausibile dal punto di vista della sua realizzazione”. La novità è stata concordata con i professori di Scienza delle costruzioni e di Progettazione, “i quali dovranno investire molto sulla scelta dei docenti più adatti a questo ragionamento di integrazione”. La prof.ssa Visconti considera il varo del nuovo ordinamento uno dei risultati più importanti che ha conseguito durante il suo mandato: “Avrei voluto realizzarlo prima per poi seguirlo da coordinatrice, ma il covid ci ha impegnato sulle emergenze ed ha rallentato tutti i processi e poi i cambi di ordinamento sono percorsi difficili. Sia dal punto di vista amministrativo e burocratico, perché necessitano vari passaggi a livello di Ateneo ed a livello ministeriale, sia nel disegno dell’ordinamento stesso. C’è chi lo pensa, ma poi va condiviso con i colleghi. Comunque lo abbiamo fatto e lo considero un ottimo risultato”. Visconti lascia l’incarico nell’anno accademico in cui si è avuto un incremento delle domande di partecipazione al test di ingresso. “Anche questo – dice – è un fatto positivo, sebbene io mi sia convinta che le fluttuazioni del numero di candidati siano poco dipendenti dal nostro lavoro. Più che altro mi pare importante che ormai Scienze dell’architettura, il quale fino ad alcuni anni fa era un po’ il corso cadetto di Architettura quinquennale, abbia assunto una sua precisa fisionomia ed identità. Lascio il coordinamento con questa soddisfazione e con il piacere di recuperare tempo per la ricerca e per la didattica. Gli incarichi gestionali in Ateneo sono impegnativi. Finché ci si è dentro, magari uno non se ne accorge. Io me ne sono resa conto quando il mio mandato è terminato”. Il momento più difficile del mandato: “Certamente la pandemia. Non ci sono dubbi. Mi sono trovata, come tutti i miei colleghi dei vari Corsi di Laurea, a dover gestire una situazione che nessuno avrebbe mai potuto immaginare. Si è trovato il modo, in collaborazione con le strutture centrali dell’Ateneo, di garantire la continuità della didattica”.

Fabrizio Geremicca

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