A breve l’inaugurazione di “aule prese in comodato d’uso in un convento nei pressi di Piazza Nilo”

Spazi e didattica, le novità. La parola al Rettore

Lo scorso 26 gennaio, nelle prime ore del mattino, ignoti hanno appiccato un rogo di rifiuti proprio davanti alla facciata laterale di Palazzo Giusso. L’incendio che ne è divampato ha annerito la parte bassa. Istantaneo l’intervento dei vigili del fuoco, che hanno subito domato le fiamme. Per L’Orientale, restano il danno e un contorno urbano “assai complicato da gestire”, afferma ad Ateneapoli il Rettore, prof. Roberto Tottoli. “Con foto antecedenti all’incendio – continua – abbiamo appurato si trattasse di un cumulo di monnezza”. Soprattutto, a proposito del dolo, “l’incendio non sembra essere collegato direttamente all’Ateneo”. Ora l’intervento per ripulire parte della facciata coinvolta, che “rientrerà nei lavori di ristrutturazione interrotti un po’ di tempo fa e che stanno per riprendere”. Mancanza di controllo in zona e la copiosa presenza di rifiuti, i due nodi atavici. “Io passo spesso per avere il polso della situazione e la sensazione di essere un po’ assediati c’è. Sono evidenti la sporcizia, l’incuria dei frequentatori della piazza. Lo stesso discorso vale per Banchi Nuovi, tappezzata dai tavoli dei locali. Non voglio entrare nel merito, ma se dovessimo recuperare le aule occupate, avendone già una presso l’Ordine degli Ingegneri, la gestione non sarebbe semplicissima”. Problemi che non si scoprono certo oggi. Confronti con l’attuale amministrazione comunale (sia Palazzo San Giacomo che Municipalità) ancora non ce ne sono stati. “Se n’è parlato un po’ di tempo fa. Nel frattempo come Orientale abbiamo firmato spesso petizioni dei commercianti e collaboriamo anche con il parroco della zona”, che ha mostrato tutto il proprio malessere sulla questione alla stampa locale.

Revisione degli appelli di esame

Dall’esterno all’interno dell’Università, diversi cambiamenti da annunciare. Il 25 gennaio scorso, si sono tenute le sedute del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione. Dopo anni di richieste da parte degli studenti, approvata una misura di rilievo: l’appello di marzo sarà accessibile agli iscritti del secondo anno per recuperare gli esami dell’anno precedente, oltre che ai fuoricorso e agli studenti dell’ultimo anno. Molto soddisfatta la sigla sindacale Link Orientale, che continua però a chiedere un’estensione ancora più massiccia degli appelli. Tottoli, dal canto suo, afferma: “con questa misura abbiamo confermato ciò che avevamo implementato durante la pandemia”. Ma non è tutto, perché a breve, probabilmente a partire dalla sessione prossima di giugno e luglio, si andrà incontro “ad una rivisitazione generale degli appelli, non nel numero ma nella fruibilità. Saranno aperti a tutti e le prove scritte saranno possibili in ogni appello. Stiamo lavorando ad una profonda revisione, approvata dagli organi competenti già prima dell’estate scorsa”.

Sempre viva, inoltre, la questione degli spazi. Due i fronti caldi: la ricerca atavica di immobili (appena bandita una manifestazione di interesse che scadrà a marzo per un palazzo sul quale l’Ateneo ha messo gli occhi da un bel po’) e la restituzione alla comunità universitaria di tre aule sottoposte a lavori di ristrutturazione (Mura Greche, colpita da un brutto crollo della controsoffittatura a fine anno, la R4 e la Matteo Ripa). Tutte torneranno disponibili al secondo semestre, chiarisce il Rettore. Sull’incremento degli spazi, l’annuncio: “È possibile che a fine febbraio inaugureremo le aule prese in comodato d’uso in un convento nei pressi di Piazza Nilo, in direzione San Marcellino. Sono molto belle e potremmo utilizzarle anche per le sedute di laurea”.

Infine, data l’apertura genetica nei confronti ‘dell’altro’ da parte de L’Orientale, Tottoli chiude l’intervista spendendo parole per il Giorno della Memoria per le vittime dell’Olocausto (27 gennaio). “Beh, io ho trascorso un anno e mezzo a Gerusalemme durante il mio Dottorato, ho studiato arabo ed ebraico, il rapporto tra le due tradizioni. Sono molto vicino a quello che la Giornata rappresenta. Negli anni di rettorato e Direttore di Dipartimento, ho inaugurato spesso iniziative in tal senso nel nostro Centro degli Studi ebraici. Bisogna mantenere vivo il ricordo su una storia tragica, che in un certo senso ha significato la fine dell’Europa come polo civile trainante del mondo. Oggi viviamo un periodo in cui, esplicitamente o no, le forme di antisemitismo si mostrano molto radicate. Il nostro compito è tenere la guardia altissima, cosa che come Ateneo faremo sempre”.

Claudio Tranchino

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