In trasferta nella capitale per entrare ‘Nel cuore del SenatUS’: è l’iniziativa interamente organizzata dall’associazione ‘Università degli Studenti’ (US) che, giovedì 27 febbraio, ha permesso a quaranta futuri giuristi, tra associati e non, di varcare le porte del Senato, della Conferenza dei Rettori (CRUI) e del Consiglio Superiore della Magistratura. Prima tappa Palazzo Madama, dov’era giornata di question time, con all’ordine del giorno la Legge di Delegazione europea: “La discussione era molto accesa e abbiamo potuto toccare con mano il contesto di un centro politico così importante”, racconta Martina Cafaro, studentessa al primo anno.
“Prima della partenza – continua il collega Giuseppe Fusco, anche lui al primo anno – l’associazione aveva organizzato un convegno con la dott.ssa Francesca Di Tullio, che ci aveva spiegato le funzioni del Senato e l’organizzazione dell’ordine del giorno” e, una volta in Aula, “abbiamo visto come lavora il Parlamento da vicino e capito bene le modalità per l’approvazione degli emendamenti”. Prima di lasciare il Parlamento, alla volta della tappa successiva, hanno tutti ricevuto un piccolo ricordo della visita: una copia della Costituzione e una della Dichiarazione dei Diritti Umani.
Poi, direzione CRUI: un’istituzione poco conosciuta da molti studenti, ma che ha sorpreso per il ruolo che gioca nell’istituire le tante convenzioni di cui possono beneficiare, dal pacchetto Office ai tirocini.
L’ultima fermata, però, è stata quella che, a detta dei futuri giuristi, ha suscitato più emozioni ed è stata al centro delle conversazioni nel viaggio di ritorno: il Consiglio Superiore della Magistratura. “Siamo stati accolti dal Consigliere Roberto D’Auria, che ha risposto a tutte le nostre domande, e abbiamo visto come il CSM cerca di garantire l’imparzialità nelle indagini e nei giudizi rispetto alle pressioni che potrebbero arrivare dal Governo, se la Magistratura non fosse indipendente”, racconta Giuseppe, alludendo al caldo tema della separazione delle carriere, sul quale gli studenti hanno a lungo chiacchierato con il Consigliere D’Auria.
Tra la visita alla Camera del Consiglio intitolata a Vittorio Bachelet, ex vicepresidente del CSM assassinato negli anni ’80 sulle scale della Sapienza, allo studio del Presidente della Repubblica, qualcuno ha trovato risposta a dubbi che lo assalivano da tempo: “A volte mi chiedo se valga la pena scegliere il percorso in Magistratura e andare al CSM mi ha emozionato perché ho avvertito di star facendo la cosa giusta – rivela Martina – Cinque anni sono tosti, e in più la laurea sarà solo il punto di partenza per cercare di trovare la nostra carriera. Incontrare chi effettivamente ce l’ha fatta ha reso questo sogno apparentemente un po’ più raggiungibile. Ci siamo tutti immaginati seduti in queste stanze, un domani, e ci siamo lasciati con la speranza di ritornare in queste istituzioni con altre vesti”.
Un giorno speciale e diverso dal solito per tutti i partecipanti, ma per le matricole un po’ di più: “Entri in questi edifici adibiti alla decisione di cose che impatteranno le vite dei cittadini e ti rendi conto dell’importanza e del peso che ha il diritto in ogni ambito delle nostre vite – spiega Silvia Di Bernardo – A me che sono al primo anno e che gli esami di diritto ancora non li ho sostenuti, ha dato grande motivazione e spinta a studiare queste materie con più piacere” e reputa un valore aggiunto aver potuto ascoltare una testimonianza diretta:
“Io ho chiesto quale, secondo loro, fosse la differenza tra interpretare una legge e creare diritto, che è una tema di cui sì a lezione parliamo molto, ma sentire il parere di qualcuno che opera con ciò che noi studiamo è qualcosa che, quando sei all’inizio del tuo percorso, ti rimane per la vita”.
Si torna a casa, dunque, con più conoscenze e una dose extra di fiducia, ma anche con qualche amico in più: “Mi sono calato a capofitto nella realtà associativa e questo mi ha aiutato ad espandere le mie vedute – conclude Giuseppe – Questa giornata mi ha permesso di vedere tante facce nuove che, da matricola, non avevo mai incontrato e la cosa più bella è stata tornare a casa con tante conoscenze in più. La sera stessa, per quanto stanchi, ci siamo comunque organizzati per uscire: eravamo felici di stare assieme ancora un po’ e questo è il bello dell’associazionismo”.
Giulia Cioffi
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