“Siamo pronti ad accogliervi e guidarvi”

Giornate lunghe e intense da trascorrere tra lezioni in ampie aule, esercitazioni in laboratori sperimentali e simulazioni con strumentazioni all’avanguardia. Momenti di convivialità da vivere su un verde prato, al riparo nei gazebi, insieme ai colleghi coetanei o più grandi, per confrontarsi e allargare gli orizzonti della propria conoscenza o, semplicemente, colmare qualche lacuna e costruire basi più solide. È completo il quadro che i docenti orientatori della Scuola di Medicina e Chirurgia hanno delineato alle aspiranti matricole, mercoledì 23 febbraio, in occasione dell’annuale Open Day organizzato in collaborazione con il quindicinale di informazione universitaria Ateneapoli. Più di 5 mila i partecipanti, studenti al quarto e quinto anno degli istituti campani, che, dall’Aula Magna di via Pansini o in collegamento YouTube, hanno compiuto il primo passo verso il loro futuro, in camice o meno.
Ad aprire la manifestazione, in mattinata, i saluti della prof.ssa Maria Triassi, Presidente della Scuola: “La qualità della nostra offerta sta crescendo, sia in termini di tecnologie che di numeri di Corsi erogati. Ponderate bene le scelte che andrete a compiere. Quanto a noi, siamo pronti ad accogliervi e guidarvi”. Una mappa con un bollino rosso su via Pansini proietta la platea all’interno del Policlinico. È doverosa a parer del prof. Nicola Zambrano, Commissione Innovazione didattica e Orientamento della Scuola, una premessa sulla terminologia in uso all’Università – oggi si parla, molti studenti non lo sanno ancora, di Dipartimenti e non più di Facoltà – e sulle peculiarità della sede ospitante: “La nostra Scuola si compone di sette Dipartimenti universitari e undici assistenziali. Ci caratterizza, infatti, quell’integrazione tra didattica e ricerca che si propone al territorio con iniziative, ambulatoriali, degenze, ospedaliere, tradizionali dell’ambito medico-sanitario”.


Entusiasmante ma impegnativa la vita dello studente 


Prosegue questo tour virtuale il prof. Paolo Emidio Macchia, Vice Presidente della Scuola, che, in prima battuta, condivide la sua emozione per “le aule nuovamente piene. Anche noi docenti abbiamo sofferto la didattica al computer”. Poi, slide alla mano, scorre velocemente alcuni numeri. Tre i poli su cui si dividono le aree didattiche – medica, farmacia, biotecnologie ed è in via di apertura un quarto polo a Scampia che sarà dedicato principalmente alle Professioni Sanitarie – 102 aule con più di 10mila posti a sedere, 180 posti nelle aule informatiche e 500 negli spazi studio, oltre 26mila volumi nelle Biblioteche. La vita di uno studente di Medicina “è entusiasmante, ma anche molto impegnativa. Qui con noi passerete la maggior parte delle vostre giornate. Dovrete essere preparati”, è il suo monito di congedo. Il momento più difficile per una matricola è l’ingresso all’Università, in un mondo del tutto nuovo, dai confini più ampi rispetto alla classe scolastica e con un carico studio più pesante da gestire. È comprensibile, in questa fase, maturare qualche problema e aver bisogno di aiuto. È la cornice in cui si inseriscono le attività di tutorato tra pari, con un collega più grande a supportare il più giovane, di cui parla la prof.ssa Nella Prevete, Commissione Innovazione didattica e Orientamento. “Il progetto di tutorato rientra nella visione integrata e partecipata della vita universitaria di cui è portatore il nostro Ateneo”, premette. Che cosa fa un tutor: “Fornisce consigli utili, aiuta a superare le lacune e a trovare il giusto metodo di lavoro. Del tutor si può avere bisogno anche in una fase più avanzata della propria carriera, magari perché si è perso il ritmo e c’è bisogno di riorganizzare lo studio. Oppure, alla fine, in vista della scelta di un percorso sperimentale per la tesi di laurea”. Questa particolare figura “è un mediatore nella comunicazione tra gli studenti e l’Ateneo o i docenti”. Qualche altra informazione sui tutor: “Ogni anno ne vengono selezionati dodici agli ultimi anni e dodici dottorandi. Possono lavorare con singole persone o in gruppo e fungono anche da punto di contatto con il Centro Sinapsi”. Conclude: “Riceviamo spesso email di ringraziamento di chi ha superato blocchi grazie a questo servizio. È la testimonianza che funziona”.


Laboratori e tecnologie virtuali


Si colloca ancora nel contesto dell’orientamento in ingresso e in itinere l’intervento della prof.ssa Simona Paladino, in merito al Laboratorio sperimentale, una risorsa sviluppata durante la pandemia, “dotato di tutte le strumentazioni di base e di quelle più complesse, dalle cappe a flusso laminare a due innovativi sistemi di microscopia. Questo laboratorio è un punto chiave in materia di innovazione: ampliare l’attività laboratoriale, incrementando il contatto tra teoria e pratica, significa prepararvi meglio alle sfide professionali”. Nelle lezioni viene introdotto attraverso “esercitazioni collegate alle discipline che si affrontano nel corso degli anni o le ADE, attività didattiche elettive. Questo strumento, però, può uscire anche dai confini dell’Università e costruire direttamente un ponte con le scuole attraverso i percorsi PCTO. Ne abbiamo svolto alcuni, ad esempio, nel 2021 dedicati allo studio delle malattie e dei nuovi antibiotici”. Il suo suggerimento: “Imparate a sperimentare per accendere il fuoco della mente”. La carrellata degli strumenti innovativi della Scuola prosegue con la prof.ssa Franca Di Meglio e l’Anatomage: “Anatomia deriva dal greco e significa dissezione. Per decenni lo studio di questa disciplina si è basato sulla dissezione anatomica di cadaveri ma, oggi, fortunatamente, abbiamo le tecnologie virtuali tridimensionali”. Il tavolo anatomico “simula la dissezione cadaverica e permette all’allievo di studiare, strato per strato, in 3D, le diverse parti del corpo e a noi docenti di effettuare delle valutazioni in quanto dotato di test, quiz e giochi”, spiega. Poi mostra in foto alcuni aggiornamenti che permettono di vedere il funzionamento di un organo nel corpo vivente o che mettono insieme realtà virtuale e realtà aumentata. “Il tavolo anatomico favorisce uno studio interattivo, realistico e personalizzato, incoraggiando l’approccio didattico in cui l’allievo non è un ricettore passivo di contenuti”. Chiude questa prima parte dell’incontro il prof. Egidio Montibello, intervenendo sul nuovo Centro di Simulazione Avanzata per studenti di area medica: “La simulazione è una tecnica che, in un ambiente aderente alla realtà, consente l’addestramento dei futuri professionisti, singolarmente o in equipe, affinché acquisiscano determinate skills, senza il timore di commettere errori”. Conclude: “Strumenti come questo, oltre ad impattare sulle competenze tecnico-pratiche, lavorano anche sul versante emotivo simulando, attraverso fasi di drammatizzazione e role play, l’ambiente adrenalinico che si crea durante le emergenze”. 

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