Ore 10.20, via Palach. La strada costeggia il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali di Santa Maria Capua Vetere. Ed è lì che, dopo una prima fermata a Capua, transita la navetta Very Soon in direzione Caserta. La tabella oraria riporta che il bus arriverà alle 10.35, ma è in anticipo. Alle 10.30 è già lì. Ad attendere un gruppo di tre studentesse. Sono al secondo anno del Corso di Laurea Triennale in Conservazione dei Beni culturali e stanno rincasando dopo aver trascorso parte della mattinata in Dipartimento. Denise Chirico vive a Caserta e da quando è stato riattivato il servizio si sposta con la navetta per raggiungere il polo universitario. “Very Soon è un servizio molto utile, consente agli studenti di muoversi agilmente su un territorio in cui i trasporti pubblici sono lacunosi”, racconta. Ci sarebbero naturalmente alcuni aspetti da migliorare, come la gestione degli orari: “In certi casi coincidono con l’inizio delle lezioni, oppure si deve aspettare molto per tornare a casa. Ci sono dei buchi in cui, secondo me, si potrebbero aggiungere ulteriori corse”. Un percorso singolare quello di Denise, che prima di iscriversi a Conservazione dei Beni culturali era studentessa a Psicologia. Poi, però, ha scelto di ascoltare la sua vocazione: “Credo che il nostro Paese, con riferimento specifico al nostro territorio, non sappia sempre individuare correttamente la via migliore per la tutela del nostro patrimonio culturale. Per questo ho deciso di fare la mia parte, in futuro mi piacerebbe lavorare come restauratrice”. Chiara Ferraiuolo ha studiato Cinema e televisione alle superiori, all’università ha deciso di seguire le orme della sorella, che lavora come operatrice dei beni culturali a Firenze. L’arte è sempre stata una sua passione. Sebbene si definisca “un’eterna indecisa”, non ha dubbi sul fatto che in futuro lavorerà in questo settore. Di Very Soon dice: “Io vivo a Castel Morrone e, data la frequente inefficienza dei trasporti pubblici, raggiungere i poli universitari può diventare un’odissea. Poter contare su un servizio offerto dall’Ateneo è confortante”. Anche per lei il servizio potrebbe essere migliorato con l’introduzione di un maggiore numero di corse. Michela Izzo vive a Maddaloni. Il viaggio in treno fino alla stazione di Caserta, poi la navetta fino all’aulario di via Perla di Santa Maria Capua Vetere. “Il servizio, per quanto utile, non sempre è stato puntuale – racconta – A volte, per esempio, saltano delle corse o non sono stati rispettati gli orari. Nel complesso, però, come altri servizi offerti dall’Ateneo, costituisce un sostegno concreto per molti studenti”. Dopo cinque anni di Istituto d’Arte, indirizzo Moda, Michela non ha avuto dubbi sulla professione per la quale formarsi: l’insegnante di Storia dell’Arte. Mentre le studentesse raccontano le loro esperienze, un paio di ragazzi si affacciano all’ingresso del bus per chiedere come sottoscrivere l’abbonamento. Il conducente non sa che si tratta di un servizio gratuito. Denise sottolinea: “Teoricamente la navetta potrebbe prenderla chiunque, i conducenti non controllano chi effettivamente è uno studente. A volte non sanno neanche di erogare un servizio gratuito, come abbiamo verificato oggi. Credo che questo sia un altro degli aspetti su cui intervenire”. Arrivate alla stazione di Caserta, le tre studentesse scendono. Noi rimaniamo in attesa della navetta che ci ricondurrà a Santa Maria, prevista per le 11.30. Ad attendere c’è anche Chiara Cioffi, studentessa al secondo anno della Magistrale in Filologia moderna. Usufruisce delle navette da sempre: “Per me è un servizio fondamentale perché, se dovessi contare sull’efficienza del trasporto pubblico, provenendo da San Marco Evangelista, non arriverei mai in università”. L’esperienza da ‘veterana’ di Chiara le consente di indicare quanto non va nel servizio: “diverse volte il bus non è passato. Quando ho chiamato gli operatori per esporre le mie rimostranze, mi hanno addossato la colpa, sostenendo che evidentemente ero arrivata in ritardo. Preciso, invece, che sono molto puntuale”. Anche per lei gli orari dovrebbero essere ampliati. Intanto sono le 11.40 e la navetta ancora non si vede. Forse il traffico. Le critiche di Chiara si concretizzano sotto i nostri occhi. Per fortuna la lezione che segue oggi inizia alle 14. Ha deciso di andare prima in Dipartimento, così da mettersi un po’ a ripassare in aula studio con i colleghi. Maturità scientifica, ha cambiato rotta all’università perché la sua passione sono le discipline umanistiche. Ha deciso che diventerà un’insegnante, ma non qui: “Il nostro è un bel territorio, mi duole molto dire, però, che non offre le stesse opportunità di altre aree del Paese”. Mentre conversiamo, non ci accorgiamo che è ormai quasi mezzogiorno, e la navetta non è ancora passata. Alle dodici in punto, conveniamo che sia il caso di utilizzare un bus di linea, che provvidamente si è appena collocato sulla nostra strada. Ecco, la profezia di Chiara si è avverata per davvero. “L’arrivo dei bus non dovrebbe essere un’incognita, perché spesso ci troviamo con i minuti contati prima che le lezioni inizino – obietta – Oggi è andata così, fortunatamente non succede molto spesso, ma sicuramente si dovrebbe fare qualcosa per rendere migliore il servizio”. L’orario di arrivo a Santa Maria con il bus dell’Ateneo era previsto per le 11.55. Noi siamo lì alle 12.30. La strada che collega Caserta con Santa Maria Capua Vetere non era particolarmente trafficata. Concludiamo che la navetta deve aver incontrato problemi di altra natura sul suo percorso.