Alla Vanvitelli un corso “che si propone di abbracciare tutti gli ambiti della sostenibilità”

Parola d’ordine: sostenibilità. Avrà inizio il 2 marzo il corso di Fondamenti di Sostenibilità, esame a scelta attivato dall’Ateneo per l’anno accademico in corso e integrato nell’offerta formativa del Dipartimento di Scienze e Tecnologie ambientali, biologiche e farmaceutiche – Corso di Laurea in Scienze agrarie e forestali. Negli scorsi mesi l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) ha lanciato un appello affinché si facesse più informazione sul tema e le università italiane hanno risposto. Ne è nata una collaborazione, sostenuta dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) e dalla Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS), di cui la Vanvitelli è membro. In tutta Italia sono sorte iniziative, chiamate “lezioni zero”, per istruire gli studenti sui temi della sostenibilità. Al sud la risposta è stata accolta perlopiù con l’erogazione di seminari. Solo la Vanvitelli ha deciso di proporre un approccio più accademico, come ha spiegato il prof. Furio Cascetta, Prorettore alla Green Energy e alla Sostenibilità ambientale: “Fondamenti di Sostenibilità è la denominazione che abbiamo trovato più congeniale per un contesto universitario. È un corso che si propone di abbracciare tutti gli ambiti della sostenibilità, accuratamente toccati secondo la linea tracciata dall’agenda ONU 2020-2030, che si articola in 17 obiettivi”. Il corso, suddiviso in tre moduli – Sostenibilità ambientale, Sostenibilità sociale e Sostenibilità economica –, è incardinato nell’offerta formativa del Distabif, ma è accessibile a tutti gli studenti dell’Ateneo e a chiunque sia interessato, compresi docenti e studenti delle scuole superiori. Ogni modulo consente di acquisire 2 crediti formativi per gli studenti universitari, mentre per docenti e studenti delle superiori è previsto il rilascio di un attestato di frequenza. Sebbene il corso, per dare a ognuno la possibilità di seguirlo, sia erogato interamente on-line su piattaforma Teams, le prove alla fine di ogni modulo saranno in presenza, compreso l’esame finale per cui è prevista l’attribuzione di 6 crediti formativi. Ogni modulo è affidato a un referente che funge, per così dire, da ambasciatore, ma sono moltissimi ad avere risposto alla chiamata. Ad oggi, infatti, il corso coinvolge ben 8 Dipartimenti, 31 docenti e 27 settori disciplinari, ha spiegato Cascetta. “Il corso ha natura multi e interdisciplinare e, sebbene sia stata prevista questa suddivisione, ogni modulo è strettamente connesso all’altro, così come lo sono tra di loro i 17 punti dell’agenda ONU. La sostenibilità, d’altro canto, nonostante spazi tra vari ambiti, è un concetto inscindibile. Sono diversi i punti che si toccheranno, ma tutti affondano le radici nelle grandi questioni del nostro tempo: cambiamento climatico, crisi energetica, inquinamento, disuguaglianza sociale, sovra-sfruttamento delle risorse naturali, povertà e fame, emergenza rifiuti e carenza di acqua potabile.

I tre moduli

Il primo modulo, Sostenibilità ambientale, affronta i punti 6, 13, 14, 15 e 17 dell’Agenda ONU: “Questi obiettivi prevedono l’accessibilità comune alle risorse idriche e alle strutture igienico-sanitarie, la promozione a tutti i livelli di azioni per contrastare il cambiamento climatico, la preservazione sostenibile degli ambienti acquatici e di quelli terrestri. L’ultimo, che è comune a tutti i moduli, consiste nella cooperazione internazionale per il raggiungimento degli obiettivi entro il 2030”, ha detto la referente, prof.ssa Flora Angela Rutigliano. Il secondo modulo, Sostenibilità sociale, è presieduto invece dalla prof.ssa Claudia De Biase: “Il tema della sostenibilità è stato per troppo tempo rimandato, specialmente al sud. Per questo è importante che un corso come questo sia sorto nel ventre di un giovane Ateneo del Mezzogiorno. Non ho dubbi che presto altri seguiranno il nostro esempio”. Il suo è il modulo che tocca più punti: povertà, fame, salute, educazione, parità di genere, energia pulita, città sostenibili, pace, giustizia e solidità delle istituzioni. “Mancano sette anni e per come la vedo io sarà molto difficile riuscire a realizzare questi obiettivi, ma non è in questo che la nostra attività è importante”, ha detto De Biase. “Quello che noi facciamo è seminare. Mentre noi abbiamo dovuto impararlo, per le future generazioni il concetto di sostenibilità sarà perfettamente naturale”. La referente dell’ultimo modulo, Sostenibilità economica, è la prof.ssa Clelia Fiondella: “Essere economicamente sostenibili significa prima di tutto lavorare per abbattere l’iniquità economica e far sì che ognuno possa ambire a condizioni di lavoro adeguate e remunerative, ma non solo. Significa anche consumare con coscienza e consapevolezza, facendo attenzione agli sprechi in un’ottica comunitaria. Se tutti ne usiamo un po’ meno, le risorse possono bastare per tutti. Come vediamo, ogni punto è interconnesso agli altri e solo con la cooperazione è possibile ottenere risultati soddisfacenti in tempi ragionevoli”, ha spiegato. Il suo modulo tocca infatti i punti 8, 9, 10 e 12 – lavoro decente e crescita economica, industria, innovazione e infrastrutture, riduzione delle disuguaglianze e consumo e produzione responsabili e sostenibili.

Le lezioni dureranno fino a maggio e se il corso avrà successo, come ha fatto sapere il prof. Cascetta, verrà erogato anche il prossimo anno. Per iscriversi è sufficiente inviare un’email agli indirizzi che si possono trovare nell’apposita sezione dedicata, sul sito di Ateneo.

Nicola Di Nardo

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