Cambio di guardia ad Architettura: eletti i nuovi Coordinatori dei Corsi

Entreranno in scena a novembre i neo Coordinatori dei Corsi di Laurea del Dipartimento di Architettura e Disegno industriale eletti lo scorso luglio. Una ventata di rinnovamento che si presume, come sono concordi nell’affermare i neoeletti, procederà in continuità con l’operato dei predecessori dato che tutte le decisioni più importanti sono frutto di un lavoro collegiale, nell’interesse degli studenti. E così il prof. Cherubino Gambardella, alla guida del Corso a ciclo unico in Architettura, sarà sostituito dal prof. Efisio Pitzalis, ordinario di Composizione architettonica e urbana. I 158 ammessi al Corso (l’immatricolazione è subordinata alla compilazione del test Cisia di area tecnico-scientifica) entreranno in contatto con quella che Pitzalis ha definito l’arte del migliorare l’abitare delle persone, cioè l’architettura nel suo “senso più poetico”. Un Corso di Laurea che ha conosciuto negli ultimi tempi un calo delle iscrizioni, ma che, spiega il docente, “risulta comunque al primo posto tra quelli del Sud”. Occorre “proseguire nel grande lavoro di presenza sul territorio e partecipazione a progetti internazionali, oltreché nella motivazione degli studenti, che vengono fuori da un periodo molto difficile”. Tra le proposte: l’istituzione di un albo che contenga i nomi di professionisti disposti a prendere con sé uno o più tirocinanti per insegnare loro il mestiere, un po’ come il vecchio sistema del maestro e l’apprendista; la promozione di workshop sul tema dell’architettura rimane centrale, così come l’organizzazione di laboratori e momenti di riunione. La prof.ssa Adriana Galderisi, associata di Tecnica e pianificazione urbanistica, sarà invece al timone del Corso di Laurea Magistrale internazionale in Architettura, Progettazione degli interni e per l’Autonomia, succede al prof. Nicola Pisacane. Un Corso questo, erogato interamente in lingua inglese (è necessario almeno un B1), che si propone due obiettivi specifici: formare una figura poliedrica in ambito architettonico e nella progettazione e gestione degli interni, e dare al Dipartimento un rilievo più internazionale. Il Corso, a numero programmato locale, 65 posti assegnati sulla base del voto di laurea triennale e dell’ordine di prenotazione, dal profilo innovativo, sotto la guida della prof.ssa Galderisi metterà in atto “un sistema di erogazione della didattica trans-disciplinare, che spazi tra le discipline e formi lo studente in base ai temi caldi del nostro tempo, come la transizione ecologica e la sostenibilità ambientale. Ulteriore impegno sarà rivolto poi alla promozione di nuove collaborazioni internazionali, progetti Erasmus e doppi titoli di laurea in linea con la politica di internazionalizzazione caldeggiata dall’Ateneo. Cambio di guardia anche per la Triennale in Scienze e tecniche per l’Edilizia: alla prof.ssa Concetta Lenza subentra il prof. Gianfranco De Matteis, ordinario di Tecnica delle Costruzioni. “Il Corso ha una natura diversa rispetto a quelli tradizionali”, sottolinea il docente. I tre anni di studio sono infatti rivolti alla formazione di una figura ibrida tra i settori dell’architettura e dell’ingegneria, che alla fine del triennio potrà vedersi iscritta nella sezione junior sia dell’albo degli architetti che degli ingegneri. De Matteis conferma il trend negativo delle iscrizioni che investe il settore disciplinare, ma ci sono degli aspetti positivi degni di nota: “L’attuale panorama dell’architettura non è particolarmente incline alla costruzione del nuovo, quanto piuttosto alla gestione e alla rivalorizzazione dell’ambiente urbano già costruito. Partendo dal fatto che il nostro paese vanta un immenso patrimonio di edifici, per così dire, storicizzati, e che l’attenzione sempre maggiore alla sostenibilità ambientale porta a investire su una maggiore longevità di quanto già abbiamo, i nostri laureati possono facilmente inserirsi nel mondo del lavoro”. Bisogna considerare, aggiunge il docente, che la figura professionale formata “non si occupa soltanto dell’aspetto pratico del mestiere, e quindi il coinvolgimento diretto nei cantieri, ma si occupa di tutta la fase di progettazione del costruito, che riguarda anche i ponti, ed è doveroso ricordarlo dato quel che è accaduto qualche anno fa (tragedia del ponte Morandi n.d.r.). Il Corso di Laurea offre inoltre la possibilità di avvalersi di numerosi tirocini formativi con piccole, grandi e medie imprese del territorio. Preziose le collaborazioni con l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) e Confindustria. Cambio di guardia anche alla Triennale in Design per la Moda: il ruolo ricoperto dalla prof.ssa Alessandra Cirafici andrà al prof. Roberto Liberti, associato di Disegno industriale e responsabile del Placement di Dipartimento. Quello che lo vedrà alla guida è il primo Corso di Laurea pubblico in Design per la Moda da Firenze in giù, afferma. Il Corso, che quest’anno ha ammesso 154 matricole, formerà le prossime generazioni di designer, in un circuito commerciale che sta conoscendo un nuovo e più entusiastico vigore, fondato sulla riscoperta dei valori della sostenibilità i quali sempre più spesso trovano spazio in questo settore. Importantissime, a questo scopo, “sono le partecipazioni a premi internazionali o workshop organizzati con esperti che lavorano per i grandi brand, come Vogue”. In agenda l’intensificazione  “dell’internazionalizzazione e dei rapporti con le imprese”. Ultimo Corso soggetto al cambio di leadership è quello Magistrale in Design per l’Innovazione, che saluta la prof.ssa Patrizia Ranzo per accogliere la neopresidente Rosanna Veneziano, associata di Disegno industriale. Il Corso, ad accesso libero, accoglie “tutti i giovani talenti che abbiano intenzione di intraprendere una carriera in questo settore, apportando innovazioni significative nel design di prodotti immateriali e materiali. In sostanza – ha spiegato Veneziano – la figura che andiamo a formare può affermarsi come un vero e proprio cavallo di battaglia per le aziende che vogliono portare avanti il loro prodotto con attenzione all’attualità e senso dell’innovazione”. Per quanto riguarda il modus operandi di Veneziano, non ha dubbi: “Procederò sulla scia tracciata da chi mi ha preceduto, perché la sua attenzione rivolta alle relazioni con il territorio è stata esemplare. Certo, le contingenze orientano la strada, quindi ci saranno delle diversificazioni nel nostro operato, ma posso dire che nella gestione dei tre curricula (Fashion ecodesign, Product ecodesign e Comunicazione visiva) non mi distanzierò di molto. Continuerò a perpetuare il grande lavoro di organizzazione di mostre, in collaborazione con le varie aziende del territorio, cercando di valorizzare quanto più il lavoro degli studenti. Inoltre, e non meno importante, proseguiranno le ricerche di partner internazionali e le partecipazioni a progetti sul territorio nazionale ed estero. Perché il nostro lavoro è importante, e più raggiungerà un vasto uditorio più potrà essere apprezzato”.

Nicola Di Nardo

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