Flipped classrom: a Psicologia gli studenti protagonisti

Al via il secondo semestre a Psicologia. Dal 3 marzo gli studenti della Triennale in Scienze e Tecniche psicologiche riprenderanno i corsi. Le principali novità riguardano i tirocini pratico-valutativi (Tpv), previsti dai decreti ministeriali dello scorso anno ai fini di rendere la laurea in Psicologia abilitante. “Stiamo promuovendo e automatizzando la procedura per i tirocini – spiega il prof. Sebastiano Costa, Ordinario di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione e Coordinatore del Corso di Laurea Triennale – L’offerta sta venendo progressivamente consolidata e rafforzata.
Già da quest’anno gli studenti hanno potuto scegliere tra esperienze diversificate in base ai propri interessi. Lo scopo è quello di concentrare l’attenzione sugli aspetti pratici della disciplina: come si fanno le interviste, come si discutono i casi e come si fanno le diagnosi”. Insieme alla fitta attività seminariale con esperti del territorio, rivolta a tutti gli studenti del Dipartimento, quest’anno sono stati inaugurati nuovi laboratori che analizzano aspetti specifici della psicologia. Nel secondo semestre si avranno quelli di: selezione del personale; raccolta dati di natura qualitativa (psicologia dell’educazione); processi cognitivi in campo clinico e in rapporto alle emozioni; processi di raccolta dati in psicologia sociale e somministrazione di test psicologici.
Tra i corsi del primo anno è ai nastri di partenza quello di Psicologia dello Sviluppo di cui è docente il prof. Costa: “verte sul cambiamento dei processi psicologici nell’intero arco della vita di un individuo. Come si sviluppano le emozioni, come si modificano nel tempo, durante l’adolescenza, nell’età adulta, sul finire della vita”.
È articolato in lezioni frontali, in cui si fa uso di contenuti multimediali e articoli scientifici, e momenti di discussione in aula. Sempre al primo anno c’è Storia della Psicologia, tenuto dalla prof.ssa Ida Sergi, Associata di Psicologia generale, che è l’equivalente di Anatomia umana per i medici: “insieme alla Psicometria e alla Psicologia generale, va a costituire uno di quei pezzettini immancabili che permetteranno agli studenti di avere una chiara visione d’insieme”, spiega la docente.
Si parte dalle radici storico-filosofiche della disciplina: “La psicologia è nata insieme all’uomo. Noi la affrontiamo a partire dall’antica Grecia per arrivare alla nascita della psicologia come scienza autonoma alla fine dell’Ottocento. Poi analizziamo le diverse Scuole, la struttura stessa della psicologia. Alcuni concetti sono stati studiati in maniera diversa in base alle epoche e alle contingenze storiche. Le terminologie e gli stessi concetti sono cambiati, così come la modalità di osservazione. Seguendo questa scia si arriva agli approcci più recenti, quelli della psicologia cognitiva”.
Il corso è teorico e le lezioni sono frontali, ma Sergi ha cercato di dargli un taglio diverso: “Dallo scorso anno sto usando un volume in lingua inglese che affronta tutti gli ambiti della psicologia descrivendo gli esperimenti che li hanno caratterizzati – racconta – Gli studenti, in gruppi di cinque, approfondiscono un capitolo a scelta. Poi realizzano un Power Point che presentano nelle ultime due lezioni. È un esercizio di flipped classroom volto a dinamizzare la disciplina e coinvolgere gli studenti che, dopo l’esperienza del Covid, hanno perso un po’ il senso di fare comunità”.
È al secondo anno il corso di Antropologia culturale, tenuto dalla prof.ssa Fulvia D’Aloisio, Ordinaria della disciplina: “L’antropologia culturale – spiega D’Aloisio – non è un esame caratterizzante di area psicologica, come la sociologia e la pedagogia, ma in qualità di studio delle diversità è indispensabile. La cultura incide sul modo di pensare e quindi influenza i processi psicologici”.
Un programma ricco e articolato, che insiste in un’epoca caratterizzata da una grande mobilità umana: “Il corso aiuta a comprendere come funzionano le differenze culturali e in cosa consistono, si pone l’obiettivo di attrezzare lo strumentario per una convivenza all’insegna della diversità culturale e al superamento del razzismo, concetto scomparso dalle scienze naturali, ma ancora insistente in ambito culturale”.
Il corso traccia una parabola della storia dell’antropologia culturale dai primi anni del Novecento, attraverso i vari contributi teorici e metodologici delle principali scuole di pensiero e l’osservazione di concetti come ‘etnocentrismo’ e ‘attivismo culturale’. Completano il quadro l’illustrazione in aula di materiale visivo relativo alle spedizioni etnografiche e i seminari del ciclo ‘Finestre sulla diversità’ che, sotto la direzione della docente, si tiene ogni anno.
Tra gli esami opzionali del terzo anno Psicologia dei processi mentali durante il sonno, tenuto dal prof. Gianluca Ficca, Ordinario di Psicologia generale: “Perché è importante questo corso? Beh, passiamo un terzo della nostra vita a dormire, una parte consistente della nostra esistenza. Si consideri che le relazioni che intraprendiamo nella veglia sono rese possibili da quanto avviene durante il sonno”.
Il corso, da 56 ore, si divide in due blocchi: sogno e memoria. “In generale il programma ha a che vedere con tutto quello che fa il cervello quando stiamo dormendo – riprende Ficca – Il nucleo dell’insegnamento sono i processi onirici, inclusi nel primo blocco, che vengono studiati non dal punto di vista psicoanalitico, ma scientifico e psicofisiologico per rispondere alla domanda ‘Come, durante il sonno, il cervello mette in atto questo processo?’. Il secondo blocco riguarda invece i processi di apprendimento. Durante il sonno, infatti, il cervello continua a lavorare e ad elaborare le tracce di memoria. C’è, infine, un’ultima parte sui processi psicologici alla base dei problemi del sonno, come l’insonnia”.
Il corso si articola in lezioni frontali, ma una parte è dedicata all’attività laboratoriale in cui agli studenti si mostrano le tecniche di siglatura del sonno. “Il contenuto del corso cambia spesso perché il campo è sperimentale e la ricerca frenetica – aggiunge Ficca – Appena tre anni fa abbiamo infatti iniziato a studiare il sistema glinfatico, a seguito della scoperta sulla detossificazione del cervello durante il sonno dalle sostanze di rifiuto accumulate durante la veglia. Oppure la nozione di ‘cervello locale’: parti del nostro cervello restano attive durante il sonno, mentre altre restano inattive”.
Nicola Di Nardo
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Ateneapoli – n. 3 – 2025 – Pagina 30

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